Mi è stato posto il quesito in merito alla opportunità che un ragazzo di 16 anni reso completamente cieco da un occhio (a seguito di infortunio professionale) completi la scuola che sta attualmente frequentando con interesse e profitto. La scuola è una scuola tecnica che gli conferisce un attestato di molatore/fresatore. Non so essere più preciso in merito. Si tratta comunque di una scuola professionale che gli impone anche un’attività di tirocinio. Il ragazzo ha avuto l’infortunio 5-6 mesi fa ed è stato già operato più di una volta, ma si sono perse le speranze per un recupero anche solo parziale della funzionalità dell’occhio leso. Ad oggi gli unici disturbi che presenta sono di percezione della profondità, per cui i docenti gli hanno consigliato l’interruzione della scuola (non so se questo consiglio parta da un giudizio di idoneità dato dal MC delle officine dove gli studenti eseguono il tirocinio) , considerando pericoloso farlo lavorare alle macchine. Sono daccordo con la temporanea precauzione per il presente ma cosa gli si può dire per il futuro? Rinunciare a questo lavoro? Gli oculisti dicono che di solito dopo un periodo di adattamento il deficit di percezione della profondità legata alla visione binoculare non comporta importanti difetti di abilità manuale.
Segni e sintomi
Deficit della percezione di profondità
Giudizio di idoneità
Volevo sapere se qualche collega ha in sorveglianza sanitaria monoculi di vecchia data e che problemi di idoneità possano aver dato per mansioni analoghe.
Implicazioni medico-legali
Giudizio di idoneità e diritto allo studio!
Commenti (1)
1. Possibile inserimento lavorativo in attività potenzialmente dannose di studente monoculo
Il consiglio di interrompere il corso professionale, con relativo tirocinio pratico, attualmente svolto dal ragazzo sedicenne, mi sembra logico e pertinente, non solo per l'alterazione del senso stereoscopico (purtroppo definitivo) che la perdita del visus da un occhio ha determinato, ma anche per le più gravi implicazioni che la condizione di monoculo comporta.
Infatti, ammesso che il ragazzo termini con successo e buoni voti il corso di formazione professionale per addetto tornio/fresa/mola, all'indomani, nel mondo del lavoro, andrà a svolgere tale attività esponendosi al rischio aggravato di infortunio oculare ("aggravato" sia per il perpetuarsi del rischio da proiezione di materiale, intrinseca alla mansione, sia perchè dotato di un occhio solo).
Non si può, quindi, correre il rischio che un evento accidentale simile al precedente possa determinare un danno con ulteriore diminuizione delle capacità visiva o addirittura con la perdita completa del visus.
Nella mia esperienza ultraventicinquennale di medico del lavoro presso una grande industria metalmeccanica, con migliaia di dipendenti, posso affermare che mai è stata data una idoneità all'attività specifica nelle condizioni di cui si sta parlando. Né è possibile ipotizzare una idoneità con prescrizione ed obbligo di D.P.I., poiché tali dispositivi non sempre riescono ad evitare l'arrivo di un corpo estraneo all'occhio e, in ogni caso un evento imprevedibile (quale ad esempio la rottura delle lenti protettive stesse, per cause varie) potrebbe causare danni gravissimi alla funzione con scrupolo morale da parte del medico e richiesta quasi inevitabile di danno bioologico da parte dello sventurato.
Ritengo, pertanto, necessaria ed opportuna una "riconversione lavorativa" da parte del ragazzo, vista anche la sua giovane età, che permetta un insermento lavorativo in attività "più tranquille", sicuramente non esponente ai rischi precedentemente evidenziati.
s.fragomeno@libero.it
1. Possibile inserimento lavorativo in attività potenzialmente dannose di studente monoculo
Il consiglio di interrompere il corso professionale, con relativo tirocinio pratico, attualmente svolto dal ragazzo sedicenne, mi sembra logico e pertinente, non solo per l'alterazione del senso stereoscopico (purtroppo definitivo) che la perdita del visus da un occhio ha determinato, ma anche per le più gravi implicazioni che la condizione di monoculo comporta.
Infatti, ammesso che il ragazzo termini con successo e buoni voti il corso di formazione professionale per addetto tornio/fresa/mola, all'indomani, nel mondo del lavoro, andrà a svolgere tale attività esponendosi al rischio aggravato di infortunio oculare ("aggravato" sia per il perpetuarsi del rischio da proiezione di materiale, intrinseca alla mansione, sia perchè dotato di un occhio solo).
Non si può, quindi, correre il rischio che un evento accidentale simile al precedente possa determinare un danno con ulteriore diminuizione delle capacità visiva o addirittura con la perdita completa del visus.
Nella mia esperienza ultraventicinquennale di medico del lavoro presso una grande industria metalmeccanica, con migliaia di dipendenti, posso affermare che mai è stata data una idoneità all'attività specifica nelle condizioni di cui si sta parlando. Né è possibile ipotizzare una idoneità con prescrizione ed obbligo di D.P.I., poiché tali dispositivi non sempre riescono ad evitare l'arrivo di un corpo estraneo all'occhio e, in ogni caso un evento imprevedibile (quale ad esempio la rottura delle lenti protettive stesse, per cause varie) potrebbe causare danni gravissimi alla funzione con scrupolo morale da parte del medico e richiesta quasi inevitabile di danno bioologico da parte dello sventurato.
Ritengo, pertanto, necessaria ed opportuna una "riconversione lavorativa" da parte del ragazzo, vista anche la sua giovane età, che permetta un insermento lavorativo in attività "più tranquille", sicuramente non esponente ai rischi precedentemente evidenziati.
s.fragomeno@libero.it
(18781 18/05/2003)