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Il paziente: Uomo, 45 anni, fornaio

Segnalato da
GANDALF IL GRIGIO
Settore produttivo
panificazione (addetto sala impasti e linee di produzione)
Anzianità lavorativa specifica
15
Note anamnestiche
dall'età infantile lieve RNC ed asma stagionali; mai fatte cure o accertamenti. All'inizio degli anni '90 dopo qualche anno di attività come fornaio netta esacerbazione dei sintomi respiratori durante il lavoro fino a vere e proprie crisi di asma con ricorso al PS
Segni e sintomi
Visitato la prima volat nel 1995, presentava broncostenosi, rinorrea subcontinua, iperemia delle congiuntive.
Riferiva iniziale dispnea da sforzo specie durante il lavoro.
Esami effettuati
spirometria semplice (difetto ventilatorio ostruttivo lieve-medio) test di provocazione bronchiale aspecifico con metacolina (nettamente positivo) spirometria dopo broncodilatatore (buona risposta al farmaco) prick test per allergeni comuni (positivo al graminacee e parietaria e olivo ) e per D. Farinae (negativo)
Diagnosi/Sospetto diagnostico
RNC ed asma da allergeni comuni con esacerbazione durante l'esposizione a polveri
Giudizio di idoneità
idoneo con prescrizione: non adibire a lavorazioni che comportino l'esposizione a polveri ed uso di mascherina antipolvere durante eventuali fasi polverose residue.

Il dipendente è stato spostato ad altro reparto meno polveroso, sembre con obbligo di DPI durante le fasi di pulizia. Contemporaneamente è stata instaurata una terapia con corticosteroidi e broncodilatatori per aerosol, con completa remissione della sintomatologia, tanto che alla fine del 2001 il lavoartyore chiedeva di essere nuovamente trasferito al reparto originario ,dove attualmente lavora senza sintomatologia alcuna.

Commenti (2)

1. Possibile una etiologia professionale

Visto che i sintomi risultavano correlati al lavoro potrebbe essere utile verificare una possibile causa professionale. Come sappiamo l'asma bronchiale dei panettieri è più frequente nei soggetti atopici (come quello descritto).
Vale la pena secondo me di eseguire test allergologici e di provocazione bronchiale specifica. Potrebbe infatti essere solo sensibilizzato (verificare anche acari minori) o avere anche una risposta broncocostrittiva. Interessante sarebbe anche ripetere il test di provocazione bronchiale aspecifico per verificare se la PD15 si è modificata dopo un periodo di spostamento dal reparto al rischio. I risultati di questi test potranno essere utili anche per l'espressione del giudizio di idoneità.

(AlfonsoCristaudo 04/09/2003)

2. PRECISAZIONI IN MERITO...

Caro collega, le tue perplessità sono legittime, anche perchè per mancanza di spazio non ho potuto fornire tutte le informazioni del caso, che vado ora a completare, sperando di chiarire i tuoi dubbi. 1) Il lavoratore era negativo al PT anche per acari minori (perdonami l’omissione).
2) Il sospetto di asma professionale veniva indebolito dalla mancanza del fenomeno arresto-ripresa, tipico, come ben sai, delle forme di asma professionale. Inoltre la sintomatologia non era "strettamente correlata" al lavoro, in quanto la difficoltà respiratoria era presente in maniera subcontinua, e quindi anche al di fuori dell'orario di lavoro, durante il periodo primavera-estate, mentre durante gli altri mesi persistevano solo una lieve rinorrea e lacrimazione. I sintomi respiratori erano si più imponenti e gravi durante il lavoro, ma solo nel periodo di fioritura dei pollini responsabili della allergia. In merito al test di provocazione specifico i Colleghi della MdL di PG non lo hanno ritenuto necessario, in mancanza di una anamnesi "fortemente suggestiva" per asma professionale.
3) Dopo lo spostamento dal reparto a rischio il controllo delle PFR alla visita periodica aveva mostrato un duplice andamento: valori nei limiti della norma durante la terapia, mentre la sospensione della stessa mostrava una alterazione in senso ostruttivo della spirometria basale ed una reattività bronchiale allo stimolo aspecifico di grado lieve (comunque minore di quella che aveva prima dell'inizio della terapia), mentre rimaneva ottima la risposta dopo broncodilatatore.
4) Il nuovo spostamento al reparto a rischio, sei anni dopo la prima visita di cui gli ultimi 3-4 in totale benessere, è stato ovviamente subordinato allo svolgimento di un nuovo PT (invariato rispetto all'ultimo controllo) e di PFR (spirometria semplice, test alla metacolina) eseguite prima del ritorno al reparto, dopo una settimana di esposizione nel reparto a rischio, dopo tre mesi, dopo sei mesi e dopo un anno (ovviamente il tutto a spese della azienda che si è dimostrata disponibile come poche altre), ed al continuamento della terapia con CS e BD; non si sono più verificati sintomi alcuni durante il lavoro, ed anche la sintomatologia extralavorativa risulta in remissione. Considera che attualmente il lavoratore sta così bene che in un paio di occasioni, durante i sopralluoghi nel reparto dove lavora, l'ho "beccato" senza mascherina, pur permanendo per lui l'obbligo di usarla. Secondo me più che di una sospetta asma professionale (ed il dubbio all'inizio l'ho avuto anche io, e molto forte) si trattava di una "volgare" allergia respiratoria che necessitava di una terapia seria e costante. Il prossimo step sarà la riduzione progressiva della terapia, attualmente a dose piena per quasi tutto l'anno; la mia speranza è quella di fargli fare un minimo di terapia solo nel periodo di massima allergia, in quanto ritengo che l'aumento di sintomatologia fosse causato da un semplice effetto irritativo della polvere di farina su di una mucosa fortemente flogistica.

(GANDALF IL GRIGIO 05/09/2003)

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