appare strano che dopo appena 4 mesi dall'inizio dell'attività lavorativa, in presenza di cromuria di fine turno nei limiti della norma (pur se nei limiti alti) ed in un'azienda in cui negli anni si sono osservati pochissimi casi di perforazione anteriore del setto e solo in soggetti con rilevante anzianità lavorativa (questo grazie ad interventi di igiene ambientale quali cappe aspiranti e DPI adeguati), un lavoratore giovane possa aver già presentato una perforazione del setto nasale. Vi segnalo che anche il Collega ORL che ha riscontrato il danno alle mucose nasali è perplesso sulla reale possibilità di un danno così esteso in così poco tempo, anche se risulta impossibile mettere in discussione la precedente diagnosi. Chiedo a Voi Colleghi se vi siano capitati casi analoghi. Grazie
Cari Colleghi, anche a me sta capitando un caso analogo a quello di Italo.
Giovane di 30 aa, senza importante storia di esposizione a cromo nel passato, da circa 4 anni attività di cromatore-pulitore in una piccolissima galvanica.
Azienda in buone condizioni, segue tranquillamente il MC, campionamenti ambientali sempre nei limiti della norma tanto che nel 2001 la ASL ci ha concesso semestralità per le visite.
Quindi, apparentemente, tutto tranquillo.
Da tre aa eseguo oltre alle solite cromurie, esami basali, spirometrie, rx torace (triennale/quinquennale) anche una visita ORL.
Tre anni fa tutto ok, quest'anno presenza, nel dipendente in oggetto, di perforazione setto nasale (tipo ulcera trofica).
Domando anche l'indomandabile al lavoratore che nega nella maniera più assoluta di far uso di cocaina, di eseguire lavori extra a contatto con cromo, etc..
Ho avvisato sia il dipendente che il DdL della situazione e sto iniziando controlli più a largo raggio sul dipendente (intanto il DdL vuole anche inviargli una bella letterina di licenziamento...).
Altre cose da dire: il lavoratore, sin dall'assunzione, ha sempre presentato livelli di cromo urinari più elevati rispetto a quelli dei colleghi, seppur nell'ambito dei limiti di legge; presenta facilità a dermatosi alle mani bilater. spt. durante la stagione invernale ma le varie vis specialistiche non hanno mai dato un conforto sicuro sull'eziologia.
Cosa ne pensate?
Cosa potrei fare oltre alla denuncia di sospetta mal. prof.?
Vi ringrazio.
Buon lavoro.
Cristina
(cristina maragliano 12/05/2006)
Non vorrei fare il C.S.I. della situazione ma questa potrebbe essere una lesione da cocaina ; lo specialista ORL non ha qualche sospetto ?
(drgennai1 09/06/2006)
Non vorrei fare il C.S.I. della situazione ma questa potrebbe essere una lesione da cocaina ; lo specialista ORL non ha qualche sospetto ?
(drgennai1 09/06/2006)
...per la precisione, acido cromico del bagno galvanico. Quando le barre di acciaio vengono risollevate dal bagno, che di solito è anche a temperatura tra i 40 e i 60 °C, necessariamente provocano una dispersione di nebbiolina di acido cromico in sospensione aerosol. Se per caso il pendio su cui sono sospese le barre è leggermente pendente verso il punto di manovra, è lì che si accumulano (si fa per dire) le maggiori concentrazioni. Se anche siamo in presenza di Cr III, ricorderei le potenti capacità sensibilizzanti di tale forma chimica del Cr. E ci scommetto che sono stati fatti solo i monitoraggi per il Cr VI, perchè sapendo che è cancerogeno ci si buttano tutti a pesce. Pure, ricordo che addirittura nelle Liee Guida dell'ENPI (parliamo di oltre 30 anni fa...)la lesione della cartilagine nasale era considerata tipica degli addetti alla concia delle pelli con acido cromico. Tuttavia, si possono avere sensibili concentrazioni di Cr III anche senza avere tracce analiticamente rilevanti di Cr VI. La tecnica analitica corretta prevede la captazione su membrane in lane di vetro non trattate, il desorbimento per mineralizzazione completa e l'analisi in spettrofotometria di assorbimento atomico con atomizzazione elettrotermica (=con fornetto di grafite). Si ottiene il risultato inteso come Cromo Totale.
Valutare il rischio chimico E da cancerogeni significa innanzi tutto andare a ricordare ciò che generazioni di lavoratori hanno dimostrato sperimentalmente ed epidemiologicamente negli anni fino al 1990 e segg.
Questo, senza tener conto che sniffare coca è tutt'ora una "roba da ricchi", sia per quello che costa che per il carattere sociale che riveste. Un operaio metalmeccanico 22 o 30enne è già tanto se si può permettere una bella canna il sabato sera: e la canapa non fa male, notoriamente, almeno non alle cartilagini del naso.
(nofertiri9 21/11/2006)
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1. Mi sembra molto strano....
Mi sembra molto strano una perforazione del setto nasale anteriore dopo soli 4 mesi di esposizione.... Prendendo per buoni i dati ambientali mi chiedo se tante volte il soggetto in questione non fosse contemporaneamente dedito all'uso di sostanze stupefacenti per via inalatoria; mi risulta infatti che i consumatori cronici di cocaina possano andare incontro a fenomeni simili, e comunque si potrebbe trattare di un effetto sinergico in grado di accellerare di molto i tempi.
(GANDALF IL GRIGIO 04/05/2006)