Le linee guida della SIMLII hanno già indicato la TC spirale come possibile metodica per la sorveglianza sanitaria del personale che è stato fortemente esposto ad agenti cancerogeni per il polmone. Tale posizione ha suscitato contrasti nel mondo dell’“Epidemiologia”. Come ricordano il prof. Ambrosi e il prof. Pira nell’ultimo numero de "La Medicina del Lavoro": “[...]Desideriamo infine sottolineare come la buona pratica clinica della medicina del lavoro può trovare sostegno nell’epidemiologia correttamente applicata, ma questa non può essere l’unico criterio per scelte decisionali in temi così delicati come il miglioramento della sopravvivenza o comunque della qualità della vita in casi opportunamente valutati e selezionati sotto il profilo clinico[...]".
Sarebbe bellissimo poter fare una TC spirale in tutti i casi in cui se ne ravvisi la necessità! Potremmo veramente salvare qualche vita umana. Ma quello che mi fa dubitare della reale possibilità di utilizzare questa importante metodica diagnostica, più che i costi (che sono realmente abbordabili) è la mentalità di alcune realtà, specie dei datori di lavoro, che in molti casi pur di risparmiare quattro soldi ti fanno problemi anche per far eseguire delle banalissime analisi del sangue. Credo che sia esperienza di molti colleghi le difficoltà per far eseguire un banale ECG, o una radiografia come accertamento di secondo livello, e quindi fuori dal protocollo stabilito inizialmente. Per molti ddl noi siamo un costo inutile, che affrontano solo per stare con le spalle coperte nei confronti della legge, e spesso, quasi tutti i giorni, mi sento dire "quanto è caro dottore, guardi che c'è tizio che mi fa le stesse cose a meno...". Forse potremmo migliorare la situazione se tutti operassimo sempre nella più totale indipendenza di giudizio, ma questa è pura utopia, ed il discorso ci porterebbe molto, troppo lontano…. Scusate lo sfogo!
(GANDALF IL GRIGIO 17/09/2003)
sono un medico competente che, di fronte a un caso di mobbing, ha fatto tutto quello che la legge gli prescrive di fare: denuncia di malattia professionale, sostegno psicologico della vittima, comunicazione della problematica al dirigente infermieristico, coinvolgimento degli RLS, comunicazione al direttore aziendale, al direttore del dipartimento di prevenzione, al responsabile del PISLL (dopo 6 mesi non era ancora stata avviata una inchiesta di malattia professionale!)... Quando l'organo di vigilanza ha deciso di intervenire lo ha fatto per "punire" il Medico Competente per il suo eccessivo zelo.
medico competente 2005
(martina.speziale@asf. 24/01/2005)
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Aggiornare la sorveglianza sanitaria?
Scrivo a botta calda, apprezzando quanto mai il contenuto scientifico dell'articolo: mi domando se non occorrerà, alla luce di queste possibilità, prevedere l'utilizzo della TAC spirale per le centinaia di lavoratori che visito ed esposti anche a rischio di neoplasie polmonari; mi vengono in mente gli asfaltisti e i verniciatori, ad esempio. Ma contemporaneamente mi rendo anche conto della difficoltà di dover proporre tutto questo al datore di lavoro, considerando la particolarità di quest'esame. Voi, colleghi, cosa ne pensate? Come si regolano, ad esempio i nostri colleghi inglesi, francesi, tedeschi, americani, ovvero di nazioni con queste capacità diagnostiche? Attendo vostre considerazioni.
(guido marchionni 16/09/2003)