Gli stessi autori portano un ulteriore contributo alle conferme ormai sempre più numerose ed autorevoli (vd. IARC) in merito al rapporto tra silice cristallina e tumore polmonare. Tuttavia per quel che concerne la prassi del medico del lavoro in rapporto alla possibile denuncia di malattia professionale per tumore polmonare in soggetto con silicosi le cose sono almeno più complicate.
Infatti quando si parla di tumore polmonare bisogna intendersi; da un punto di vista istopatologico si entra in un “mare magnum” di classificazioni in continuo aggiornamento e non tutte gli istotipi sono riconosciuti come derivati o aggravati dalla esposizione a silice.
Quindi una cosa è il punto di vista epidemiologico, un’altra l’evidenza causale, un’altra ancora il riconoscimento o l’aggravamento della malattia professionale …
E che dire dell’obbligo di istituzione del registro degli esposti?
L'autore della recensione ha mai visto il servizio di cui parla?
Ho diretto quel servizio per oltre 20 anni, ho ricevuto visite da tutta Europa, e i dirigenti dei servizi sanitari di Bayer, Akzo, ICI etc hanno sempre ammirato struttura e organizzazione ineguagliata in europa (e tanto meno in America o Asia). Ma non ho mai visto nessun magistrato, nessun cattedratico italiano, nessun tecnico e, naturalmente, nessun organo di vigilanza che sia venuto a vedere, criticare, commentare sia la struttura sia il programma di medicina preventiva effettuato.
Vorrei che almeno i colleghi medici del lavoro sapessero di cosa si parla.
(salvino 24/06/2003)
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silice libera cristallina e tumore polmonare
Ho avuto modo di partecipare a un seminario su silice e cancro tenuto da Saffiotti alla Clinica del Lavoro di Ancona, su invito del Prof. Governa, sul finire degli anni ’80; nel preambolo ci raccontò delle prime ipotesi di cancerogenicità avanzate decenni prima all’interno della Clinica del Lavoro di Milano, lo scetticismo di Vigliani ( erano gli anni delle silicosi radiologicamente “ importanti”), poi relazionò in modo magistrale ed appassionante sui suoi studi sperimentali;
erano ancora anni in cui l’evidenza scientifica degli studi sperimentali ed epidemiologici doveva trovare la necessaria condivisione; certo è che l’associazione non è “ forte”, ancora Goldsmith nel 1993-1995 afferma che fra le cause di morte per neoplasie maligne fra i silicotici lo SMR per tumore polmonare era dell’ 1,90 . Giustamente gli Autori lamentano un lento adeguamento dell’ambito medico-legale all’evidenza scientifica sulla cancerogenità della silice libera cristallina, su questo aspetto il dibattito deve essere continuo fra i cultori della medicina del lavoro perchè investe anche altri cancerogeni, anche quelli più noti, e il pensiero corre all’amianto, di cui fin dagli anni ’60 ( 1965) era nota la cancerogenicità ( tumori polmonari e mesoteliomi ), ma passarono decenni prima dell’adeguamento normativo e del definitivo abbandono della produzione e utilizzo ( Dlgs 277/91 e L. 257 del 27/3/92), penso al cloruro di vinile monomero ( evidenza di cancerogenità in studi sperimentali fin dal 1972, adeguamento normativo nel 1982 ( DPR 962/82).
Io penso che il dibattito su quest’ultimo agente cancerogeno debba essere approfondito, considerando quello che è successo con il processo del Petrolchimico di Marghera ( vedasi la recensione del Dott. Dal Nevo sulla discussa sentenza). Donato Cieri
(cieri1@pc 24/04/2003)