Vivere una professione significa anche focalizzarsi sulle sue prospettive e sulla sua capacità di rispondere alle richieste mutevoli della società e del mercato. Quando poi la professione è fortemente incardinata su riferimenti normativi – come quella del MC – è naturale chiedersi se la cornice appare sempre adeguata oppure fatalmente penalizzata dalla naturale latenza della norma rispetto alle esigenze della vita reale. Il Dlgs 81/2008 indubbiamente riconosce un profilo professionale alto che chiama Medico Competente e che, come professionisti medici, dobbiamo valorizzare sempre di più pena una deriva a generico consulente. Per questo, limitare questo profilo alle sole azioni dovute, esaltandole nel numero ma mortificandole nella sostanza (definito con il termine spregiativo di visitificio e sotto la logica del modello comando/controllo) è riduttivo delle potenzialità della nostra azione.È necessario quindi riflettere sullo stato dell’arte della professione (in termini di consapevolezza del ruolo e propensione al miglioramento) tenendo presente le sollecitazioni che in campo nazionale ed europeo si propongono alla nostra attenzione.Un tentativo quindi di uscire dalla comfort zone degli obblighi di legge (gravati dalla consapevolezza di una ridondanza di questi a scapito dell’efficacia) per contemplare una figura di MC che si è appena affacciata sullo scenario del sistema di prevenzione nelle aziende, complice la pandemia: Il MC autorevole; una continuazione del MC di qualità, più consapevole del suo valore, inserito efficacemente nel contesto aziendale, condizione che temiamo non sia stata ancora compresa e valorizzata dagli attori della prevenzione e dal mercato.Vogliamo quindi porre la necessaria attenzione sulle parole d’ordine che si ripetono nel documento istituzionale del PNP – alleanze intersettoriali, sinergie pubblico/privato, riorientare il sistema della prevenzione, promozione della salute globale del lavoratore, ecc. – proprio per rimarcare la necessità di ripensare ai profili ed ai vincoli normativi di fondo.Ci interessa ascoltare e magari dialogare con le Agenzie Europee che tratteggiano gli scenari e le urgenze per la salute nei luoghi di lavoro negli anni futuri; queste indicazioni le ritroveremo poi come Direttive.Infine, ci interessa ascoltare le esperienze e le domande di tutti noi: questi due anni di pandemia hanno lasciato una forte traccia che si riflette nel modo di lavorare e nelle aspettative, soprattutto nei colleghi più giovani.Gli altri temi del Congresso ci porteranno a riprendere le basi fisiologiche di alcuni rischi lavorativi. Tratteremo di Cronobiologia, di termoregolazione, di medicina di genere per aggiornarci sui progressi scientifici e concordare impostazioni di prassi utili al nostro quotidiano impegno.Quest’anno ricorrono i 35 anni di Anma e ci è sembrato bello ritornare sul luogo dove abbiamo svolto il nostro primo Congresso “strutturato”: Perugia. Una terra ricca di storia, arte, paesaggio e sapori renderà ancora più gradevole e atteso il nostro ritrovarci in presenza. Vi aspettiamo.
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