Il bitume è un materiale di origine naturale utilizzato in
miscela con materiali inerti per produrre asfalto impiegato
nelle opere di pavimentazione stradale. Il bitume contiene
in piccole quantità idrocarburi policiclici aromatici (IPA),
e perciò nell’attività di asfaltatura c’è un potenziale rischio
di esposizione a questi composti organici. Mentre i fumi di
bitume sono classificati dall’Agenzia Internazionale per la
Ricerca sul Cancro (IARC) nel gruppo 3 (evidenze inadeguate di cancerogenicità per l’uomo), alcuni IPA sono invece classificati nel gruppo 1, 2A o 2B (certi, possibili o
probabili cancerogeni per l’uomo) (1).
Gli IPA si originano dalla combustione incompleta di
materiali organici e per questo motivo sono presenti come
inquinanti sia degli ambienti di vita che di lavoro. L’esposizione a IPA può avvenire per via inalatoria, dermica (per
contatto con materiali sporchi o per deposizione aerea) o
gastrointestinale. Dato che le sorgenti e le vie di esposizione a IPA sono molteplici, il monitoraggio biologico è lo
strumento più adatto per valutare l’esposizione complessiva. A tal fine viene utilizzata da alcuni anni la misura del
metabolita urinario del pirene, 1-idrossipirene (2).
Scopo di questo lavoro è stato la valutazione dell’esposizione a IPA in addetti ad opere di asfaltatura in ambito autostradale, mediante misura di 1-OHPyr. Inoltre è
stata valutata l’influenza di alcuni fattori lavorativi e/o
personali sull’escrezione di 1-OHPyr.
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