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La qualità del lavoro: un diritto o un dovere del medico competente?

Questo argomento ha avuto 3 risposte ed è stato letto 3164 volte.

ex utente da milano

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Milano
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Medico del Lavoro
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148
  • La qualità del lavoro: un diritto o un dovere del medico competente?
  • (10/04/2006 18:03)

Oggi mi sono recato presso una cooperativa che mi ha contattato in quanto ricercano un medico competente per la lombardia e mi ha illustrato, anche con una certa soddisfazione, di come hanno impostato la sorveglianza sanitaria. Lo illustro in questo forum in quanto mi ha indotto alcune brevi riflessioni riportate a termine. Le visite mediche vengono eseguite a tutti i dipendenti una volta all'anno anche se l'azienda committente ha sottoscritto l'assenza di rischi (motivazione: così per tutelarci meglio). Vengono eseguite 30-40 visite preventive al giorno a seconda della velocità dei medici. Vengono eseguite spirometria e audiometria annuale a tutti (perché così hanno richiesto i medici). I sopralluoghi non vengono eseguiti (motivazione: dovremmo avere un medico dedito solo ai sopralluoghi). Inutile dire che l'attività formativa é inesistente (motivazione:perché dobbiamo fare anche quella?) Dopo essere scivolato fuori dalla porta con un sorriso di cortesia mi sono posto alcune domande tanto banali ma quanto attuali: nessuno degli 11 colleghi che sono attualmente medici competenti ha mai posto critiche al sistema così impostato ? Ma soprattutto nessuno degli 11 ha avanzato un ruolo un po' più "partecipativo"? La qualità del lavoro é un diritto acquisibile o forse, per un medico, é prima di tutto un dovere? Quando "passo" attraverso queste esperienze il senso di frustrazione che d'acchito mi coglie viene mitigato dalla riflessione che tutte le mie lacune, dubbi, errori con i quali mi confronto nel mio lavoro sono forse poca cosa! E per questo che se penso all'accreditamento di eccellenza mi viene da sorridere. Ma non in modo ironico o ditruttivo! Forse bisognerebbe aggiustare la mira e formare, aggiornare, fornire strumenti proprio a quei medici che "praticano" una medicina del lavoro lontana dagli standard minimi. Forse dedicarsi ad accreditare medici di un "eccellenza" di cui probabilmente non ne hanno necessità é una distrazione di mezzi, fondi, impegni che dovrebbero essere indirizzati a quella pletora che rappresenta però una buona parte della medicina del lavoro italiana, che vive e lavoro lontana dalle sale convegni, associazioni, formazioni e quant'altro. Lo dico, ripeto, senza ironia o astio.....ma solo mosso da un desiderio di qualità condivisa.

carlpam

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Padova
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Medico Competente
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  • Re: La qualità del lavoro: un diritto o un dovere del medico competente?
  • (12/04/2006 12:34)

Condivido, mi è capitato presso un comune nel Veneto, vedere protocolli ove si prevedeva l'audiometria alle maestre dell'asilo comunale, ma nessun controllo del piombo ematico ed urinario ai vigili urbani, quando c'era ancora il Pb nelle benzine. Anch'io farò errori o non mi accorgerò di tanti rischi o forse posso rischiare di sottovvalutarli o sopravvalutarli. Certo superato il periodo in cui fare qualcosa piuttosto che non far nulla, si deve passare alla qualità e aihmè col famigerato referendum che nei primi anni 90 ha sottratto l'ambiente al controllo delle asl per passare a quello delle arpa abbiamo perso il contatto con i problemi ambientali, le metodiche di controllo e l'abitudine/attitudine scientifica alla ricerca di inquinanti ambientali (anche confinati), il tutto appare complicato e difficile

Quadrini

Quadrini
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Brescia
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122
  • Re: La qualità del lavoro: un diritto o un dovere del medico competente?
  • (12/04/2006 13:21)

La qualità del lavoro svolto deve essere sempre un dovere per il medico competente e un diritto richederla per il datore di lavoro. questo vorrebbe la logica professionale. In realtà non è così, credo su tutto il territorio italiano.
La qualità per il M.C., implica un aggiornamento quotidiano delle proprie conoscenze ed un confronto con colleghi, desiderosi di migliorare il loro lavoro: questa è la vera Medicina del Lavoro, tutto il resto è solo portare a casa più denaro a spese di datori di lavoro che credono di aver risparmiato sulle visite mediche, ma non sono in grado di capire che gli esami eseguite sono inutili e spesso possono essere materia di contestazione da parte dell'organo di vigilanza ( ???????? ). La qualità deve essere pagata in maniera adeguata. Io ripeto spesso ai datori di lavoro che ritengono il mio onorario troppo alto rispetto ad altri medici competenti: di maniglie ce ne sono di 10 € e 100 €, Lei che maniglie vuole per la sua casa? Vuole un consulente o uno scribacchino che compili il meno peggio possibile i moduli per la sorveglianza sanitaria?
Sulla mia pelle posso dire che è ancora lontano il tempo in cui il medico viene stimato e valutato per la sua qualità di lavoro; spesso sono i vari consulenti di lavoro ( messi in difficoltà dalla capacità e dalla professionalità del M.C.) che consigliano di liberarsi di un rompi.........
Colgo l'occasione per porgere a tutti i colleghi ed alla redazione i miei più sentiti auguri di Buona Pasqua.

drgennai1

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Prato
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Medico del Lavoro
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49
  • Re: La qualità del lavoro: un diritto o un dovere del medico competente?
  • (21/04/2006 08:30)

UN breve osservazione : non credete che l' unico stimolo adavere medici competenti di qualità (magari un po' più costosi e apparentemente rompiscatole) sarebbe quello portato dall' Autorità di Vigilanza ; in poche parole credo che sarebbe necessaria una vigilanza di qualità (ovvero svolta dai colleghi medici delle USL e non demandata agli ispettori ) secondo criteri condivisi fra medici competenti e vigilanza stessa .
Nella mia area (FI PO PT) da alcuni anni , per iniziativa della parte pubblica e con la collaborazione di associazioni di medici grandi e piccole, abbiamo ravvisato questo bisogno e avviato qualche iniziativa ; solo un preciso input delle REgioni in questa direzione potrenbbe migliorare le cose .

Dr. A. Gennai Specialista in medicina del lavoro, specialista in medicina legale-- drgennai1@libero.it

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