Salve a tutti sono un laureando in medicina e chirurgia e sto frequentando come interno un reparto universitario di medicina del lavoro .... evitando tanti discorsi e preamboli voglio chiedere : terminata la specializzazione in medicina del lavoro vi sono sbocchi professionali ? è vero quel che si dice in giro che è un campo con molte possibilità di lavoro ma che in futuro , a seguito di una recente normativa , non è piu' tanto sicuro ? mi appello alla vostra esperienza , scusate l' argomento un po' banale e forse un po' volgare ma sono cose che un laureando in medicina dovrebbe chiedersi
Beh se fai un giro su altri forum tipuoi fare un'idea della nostra realtà professionale. In bocca al lupo!
Caro laureando, ti passo 3 risposte alla tua domanda, sarai tu a scegliere l'ordine di importanza che vuoi dare a ciascuna:
1) c'è lavoro per i medici del lavoro, non è sempre vero che ci siano i medici del lavoro per il lavoro;
2) c'è sempre lavoro per chi fa un lavoro che ama e in cui crede
3) si lavora per realizzare la propria personalità e contribuire alla società cui si appartiene, ma anche guadagnarsi da vivere non è proibito e, se fatto onestamente, non è immorale bensì doveroso.
In bocca al lupo.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Caro quasi-Collega, hai avuto due risposte che non ti avranno forse detto molto. Vorrei provare a risponderti io, che un po' di esperienza me la sono fatta. Lavoro per i medici del lavoro ce ne sarebbe parecchio, ma purtroppo la nostra disciplina ha subito un processo di "svendita", in carenza di seri controlli, cui anche molti Colleghi hanno contribuito per soli fini di lucro. Ma il nostro lavoro è veramente interessante, anche se talvolta poco "medico", e credo che se lo si fa con coscienza e correttezza dia soddisfazione, anche economica. D'altronde, non penserai che le altre specialità siano lastricate di petali di rosa, ci sono le spine come per noi. Questo è un lavoro affascinante nonostante gli "scazzi" quasi quotidiani, che anzi possono essere uno stimolo ricorrente.
Ergo... non fare scelte solo sulla base della possibilità di guadagni (salvo che non abbi qualche "santo" in altri paradisi), cerca di fare un percorso che ti interessi, e come più o meno nelle altre branche i guadagni con fatica arriveranno, piano piano.
Se i Giusti non si oppongono sono già colpevoli ("Gracchus" Babeuf)
Ciao, sono una studentessa di medicina e sono interessata a questo argomento perchè vorrei iniziare a frequentare il reparto di medicina del lavoro per poi chiedere la tesi. Anche io sento spesso dire che ci sono molte possibilità per il futuro in questo campo: sarà vero? E poi vorrei sapere: quanto è clinica questa specializzazione? Grazie.
Caro collega, se vuoi esercitare la professione medica e se credi nella medicina del lavoro, in onore di Bernardino Ramazzini ti consiglio di seguire la tua chiamata. Ti confermo che non è facile per un giovane specialista, soprattutto del Sud Italia, per carenza oggettiva di imprese, affermarsi (naturalmente parlo della mia personale esperienza). Detto questo, se veramente vuoi diventare un medico competente, allora allo stato attuale, sarebbe più conveniente scegliere la scuola di specializzazione di medicina legale e delle assicurazioni oppure di igiene per diversi motivi:
I. Con 4 aa di corso riceverai ben 2 specializzazioni, ovvero medicina legale e medicina del lavoro oppure igiene e medicina del lavoro.
II. Risulta evidente che ti offre diverse possibilità in più.
Chiaramente dovrai da una parte seguire i corsi di specializzazione con gli impegni gravosi che tutti noi conosciamo per le varie specialità e contemporaneamente ti consiglio di affiancarti ad un libero professionista specialista in medicina del lavoro dal quale (dopo esserti documentato adeguatamente dal punto di vista, per così dire, didattico) potrai rubare l'arte. Perchè tutto questo? Si è visto che la specializzazione in Medicina del Lavoro purtroppo dipende evidentmente addirittura non da una legge, come già si osava dire nel 2000, ma dalla modifica di una legge che regolamenta all'interno del SSN la categoria dei parasanitari con l'art. 1 bis, e in precedenza con una mega - sanatoria del 20esimo secolo che permetteva a tutti coloro i quali avessero svolto per 4 aa consecutivamente tale attività ( credo anche per una sola azienda) di essere equiparati ai medici del lavoro, ecc.
Se la Medicina del Lavoro è clinica? Basti pensare alla diagnosi differenziale, così cara ai colleghi internisti. Devi sapere e ricordare (da tutti i punti di vista) quel qualcosa in più.
Colgo l'occasione per salutare tutti i colleghi.
Michele
P.S.: dimenticavo, la specializzazione in Medicina del Lavoro non è equiparata alla medicina legale e/o ad igiene.
Cari colleghi, ritengo davvero triste che si possa discettare cinicamente su argomenti ben seri, come la scelta della specializzazione da parte dei colleghi più giovani, con argomentazioni che poco hanno a che fare con la disciplina stessa e con quanto essa rappresenta nell’ambito del più ampio alveo della Medicina.
Sia chiaro, nessun intento polemico né – tanto meno - difesa di ufficio della propria attività professionale; onde evitare di essere frainteso, dico subito che non ho alcuna intenzione di personalizzare il mio intervento (che non è “contro qualcuno”) e che invece ho ben compreso la provocazione del collega Di Giovanni, nei suoi precedenti post.
In effetti è vero – e qui non mi riferisco solo al famigerato art. 1/bis - forse magari qualcuno potrà accusarci di vittimismo, ma bisogna riconoscere che la Medicina del Lavoro è stata spesso una sorta di cenerentola nell’ambito di altre discipline mediche, considerate (a torto o a ragione) più interessanti, più autorevoli, più degne e …. dulcis in fundo … anche economicamente più redditizie. In un certo senso, in alcuni casi, era considerata una specializzazione più facile di altre, meno impegnativa negli studi e nelle applicazioni pratiche, più semplice da conciliare con altri impegni, personali o professionali.
Invece la Medicina del Lavoro ha una storia centenaria e merita il rispetto che le è dovuto, non solo per il rango di disciplina medica a sé stante ma anche – e soprattutto – per il ruolo che ha svolto sul piano sociale e del dibattito culturale che le è proprio, in materia di protezione della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro. Non voglio qui ritornare a scomodare Bernardino Ramazzini (forse tirato per la giacchetta un po’ troppo ….a tema o a sproposito) o, perché no, Luigi Devoto o altri stimati e illustri predecessori. Voglio solo ricordare che la storia della prevenzione delle patologie professionali semplicemente non esisterebbe se non fossero esistiti i medici del lavoro, con le loro intuizioni, i loro studi, la loro attività quotidiana nell’ambito dei luoghi di lavoro.
Questa è solo vuota retorica ? Forse, chissà, possiamo pensarla in modo differente .....
Ma probabilmente la stessa normativa in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro sarebbe ben diversa se non ci fosse stato l’impegno dei Medici del Lavoro, di cui già detto.
Oggi sembra tutto semplice, basta applicare la normativa (sic !), tanto che ormai alcuni dei cosiddetti tecnici della prevenzione decidono in perfetta autonomia se in quel determinato ambiente di lavoro è necessario sottoporre i dipendenti a sorveglianza sanitaria; se e quali dipendenti sottoporre; quale periodicità delle visite, quanti e quali accertamenti strumentali e/o di laboratorio, magari con un pizzico di monitoraggio biologico (che fa molto chic e non guasta mai …..). Attenzione, naturalmente non ho nulla contro “gli altri”, coloro i quali svolgono questa attività al meglio e tra mille difficoltà, talvolta in contrasto con i vari datori di lavoro e – talora – anche con la incomprensione delle stesse rappresentanze sindacali ……. non volevo fare di tutta l’erba un unico fascio ma solo segnalare le situazioni più estreme (e, a mio parere, aberranti).
Per cui, cara collega Michy, caro Domjus e tutti gli altri – studenti e specializzandi – che vogliono scegliere o che hanno già scelto questa strada: continuate pure, tranquilli, la Medicina del Lavoro è una splendida disciplina, con mille sfaccettature (clinica, ambientale, igienistico, medico-legale etc. etc.), cercate in tutti i modi di mettere a punto la vostra voglia di imparare e di approfondire le varie tematiche che essa comprende. Il lavoro, cioè lo sbocco professionale, non è garantito per nessuno (e questo vale per tutte le discipline e tutte le specializzazioni, oggi come oggi), l’importante è svolgere un lavoro che piace e che non sia una sorta di ripiego o di scelta economica obbligata, pena il rischio di rimpiangere questa stessa scelta per tutta la vita. Cordialissimi saluti a tutti
Permettetemi di esprimere il mio modestissimo parere.
Mi trovo complessivamente in sintonia con quanto detto con estremo equilibrio dal Collega ramiste (che saluto cordialmente), ma anche con il Collega di Giovanni, nel senso che secondo me, la verità sta nel mezzo. La specializzazione in MDL non è e non può essere considerata una specializzazione di comodo o di secondo livello...la conoscenza della clinica è assolutamente indispensabile, e per clinica intendo non solo la clinica medica (con tutte le sue sottobranche...) , ma la neurologia, l’orl, la dermatologia, l’oculistica, l’ortopedia.....non parliamo poi delle nozioni di tecnica industriale e legislative che un medico del lavoro minimamente decente deve possedere. Tutto ciò deve essere anche unito alla capacità di essere un buon “manager” di se stesso (organizzazione, public relation, personalità, etc)..... Penso quindi che non si possa considerare un ripiego o un hobby...... Il problema può essere solo il fatto che molti. anche tra gli addetti ai lavori non ci considerano così come meriteremmo, e mi fermo qui perchè ho già più volte espresso il mio pensiero.
Dico solo che, pur amando questo lavoro, pur essendo talmente testardo da rifare, se potessi, la stessa scelta, se un giorno le mie figlie mi chiedessero quale specializzazione fare non so se gli consiglierei di seguire le mie orme....
Ai Colleghi più giovani dico solo che devono seguire il loro istinto, fare un lavoro che piace rende meno difficile affrontarne le difficoltà.....
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
Concordo in pieno col Collega Di Giovanni.
E' evidente che ogi è molto meglio tentare la Scuola in Medicina Legale o in seconda scelta Igiene. Scegliere Mdl equivale a dimezzare le proprie possibilità professionali.
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