Cari colleghi, chiedo gentilmente se qualcuno ha esperienza in aziende con lavoratori addetti alla catena del freddo, con temperature particolarmente basse (-22-25 °C). Oltre agli idonei indumenti (che ovviamente non possono mancare!), chiedo in particolare:
a) esiste qualche normativa specifica?
b) sapete se sono previste/consigliate pause da trascorrere a temperatura più idonea? Se si: temperatura consigliata? n° e durata delle pause? (l'orario di lavoro è lo spezzato classico di 4+4 ore).
c) oltre agli esami quali VES, TAS, Tampone faringeo, ecc. suggerireste qualche altro utile accertamento periodico?
d)infine qualcuno conosce una buona Società di servizi che possa supportare l'Azienda con una adeguata conoscenza delle problematiche e dei rischi connessi, ed eventualmente collaborare ad una buona valutazione dei rischi? (preferibilmente - ma non esclusivamente -dovrebbe essere del Centro Italia)
Ringrazio anticipatamente quanti vorranno contribuire.
"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein
Mi meraviglia l'interesse per l'argomento! Si prega di intervenire uno alla volta... Nessuno segue qualche azienda che impieghi i propri lavoratori nelle catena del freddo? Oppure quello che chiedo è fuori da ogni logica? Grazie a chiunque voglia battere un colpo.
"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein
Provo iniziare io a rispondere in modo incompleto alle tue domande.
seguo una realtà industriale alimentare (medio/piccola) del settore dolciario vicino a milano, il problema microclima (catena freddo) riguarda un certo numero di magazzinieri che entrano in celle frigorifere a - 25 °C. il DVR presenta, oltre al problema del microclima, solo la MMC dato che tutti i prodotti dolciari sono già imballati.
il mio piano sanitario proposto e accettato dal RSPP, RLS prevede visite medica con valutazione rachide, ECG (almeno triennale), prelievo con glicemia + emocromo, formula funzion epatica e renale (movimentano merci su scaffalature fino a soffitto), spiro e basta non tampone, VES ecc che tu indichi.
le pause non sono definite dal DVR in quanto i dipendenti operano prevalentemente come operatore di carico/scarico merci (in attesa dell'arrivo automezzi movimentano merci in magazzino a temperatura ambiente).
saluti
Agli esami precedenti aggiungerei le crioglobuline.
Dott.Andrea Capri
Specialista in Medicina del Lavoro
acapri il 07/11/2006 10:53 ha scritto:
Agli esami precedenti aggiungerei le crioglobuline.
Personalmente la scelta di effettuare di routine le crioglobuline mi lascia un po' perplesso a causa della grande variabilità delle sindromi vasculitiche e del fatto che non esiste un metodo uniforme di valutazione del paziente con tale sospetto diagnostico. Basti pensare allo scatenarsi della sintomatologia con l'assunzione di farmaci, l'associazione l'HBV o l'HCV, e l'aspecificità dei test immunochimici attualmente disponibili. Andrebbero allora integrati anche
· test per epatite B e C
· ANA, anti-DNA, anti-Ro(SS-A)
· C3, C4, CH50, CIC
· fattore reumatoide-waaler rose
· ANCA, ACA
. VES, PCR
tenendo presente che poi che il gold standard in questi casi e' l'esame bioptico.
Con questo non voglio dire che in occasione delle visite periodiche si debba fare diagnosi di vasculite o di artrite reumatoide ma che gli stessi specialisti suggeriscono molti (o tutti) di questi accertamenti solo dopo il dato clinico-sintomatologico riferito dal paziente. Che senso ha allora fare esami che hanno bassa specificità e sensibilità, con basso potere predittivo??
Scusate la riflessione ad alta voce....
"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)
Seguo da poco una azienda che opera nel settore dei surgelati: dal primo sopralluogo sono stati individuati i seguenti rischio lavorativi:
microclima ( temperatura delle celle frigo - 20°C )
movimentazione manuale dei carichi ( operazioni di carico e scarico da automezzi )
vibrazioni Total Body per gli autisti.
Il protocollo sanitario non prevede esami del sangue ( emocromo, glicemia ecc.) e spirometria come riportato dal collega ( per quale rischio specifico sono necessari questi esami? ).
Esami complementari sono lasciati al giudizio del Medico competente se necessari come complementari alla visita medica.
La visita medica è integrata da un questionario per la patologia del rachide cl relativo esame clinico ( per coloro che movimentano manualmente i carichi) e con il questionario ed esame clinico per le vibrazioni per gli autisti.
Forse il mio protocollo sanitario è incompleto,sarie grato se qualcuno mi spiegasse la necessità di esami specifici di laboratorio o strumentali ( spirometria ).
Seguo da poco una azienda che opera nel settore dei surgelati: dal primo sopralluogo sono stati individuati i seguenti rischio lavorativi:
microclima ( temperatura delle celle frigo - 20°C )
movimentazione manuale dei carichi ( operazioni di carico e scarico da automezzi )
vibrazioni Total Body per gli autisti.
Il protocollo sanitario non prevede esami del sangue ( emocromo, glicemia ecc.) e spirometria come riportato dal collega ( per quale rischio specifico sono necessari questi esami? ).
Esami complementari sono lasciati al giudizio del Medico competente se necessari come complementari alla visita medica.
La visita medica è integrata da un questionario per la patologia del rachide cl relativo esame clinico ( per coloro che movimentano manualmente i carichi) e con il questionario ed esame clinico per le vibrazioni per gli autisti.
Forse il mio protocollo sanitario è incompleto,sarie grato se qualcuno mi spiegasse la necessità di esami specifici di laboratorio o strumentali ( spirometria ).
cari colleghi,
nella mia esperienza di azienda dolciaria i buoni magazzinieri delle celle vengono pure utilizzati (secondo il datore di lavoro al bisogno) dai miei sopralluoghi regolarmente (come misura di flessibilità interna) anche come bei operai addetti all'impastatrici e insaccattamento prodotti semipreparati con farinacei (motivo della spirometria).
In magazzino, inoltre operano ad altezze sopra i 15 metri (scaffalatture e scale) dato che mi sono pure ritrovato qualche bel diabetico (non per le torte !!!)una bella glicemia per eventuali esenzioni da lavori in altezza mi serve.
e' ovvio che sulla base della clinica si può chiedere altro. anche io sono del parere di non mettere le crioglobuline tra gli esami di prima battuta ma solo in caso di accertamenti di 2 livello.
aspetto microclima e apparato cardiovascolare viene affrontato da altri e in che modo ???
saluti
insacchettamento e non insaccattamento....pardon !
Ringrazio di cuore quanti si sono fatti vivi! Chiarisco le ragioni degli esami effettuati: il punto di partenza è stata una richiesta rivoltami dal DL di "leggere" esami routinari effettuati su richiesta dei consulenti dell'HACCP, e ben accettati dal DL. Alle mie osservazioni sulla inutilità sostanziale di tanti esami, hanno preferito (DL e consulenti HACCP) proseguire con i controlli, giustificandoli come necessari per la tutela degli alimenti che vengono lavorati e poi surgelati. Al di la delle motivazioni espresse, la presenza di alterazioni quali VES e TAS, oppure la positività del tampone faringeo mi dà l'occasione per sensibilizzare il soggetto verso eventuali complicanze cardiache. Per le quali attualmente non prevedo alcun accertamento specifico di routine. Sarei tentato di proporre una ecocardiografia periodica: che ne pensate? Per ora la riservo solo a persone selezionate dal controllo clinico (presenza di disturbi sospetti o soffi cardiaci).
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