Cari colleghi,
Vi segnalo che qualche mese fa in Liguria sono state stilate, da una apposita commissione nominata dalla Giunta regionale, le Linee guida per l’accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private. Tra i requisiti richiesti è stato inserito il possesso della specializzazione in igiene e medicina preventiva da parte del direttore sanitario. La normativa nazionale ( DPCM 27 giugno 1986 per le case di cura private e DPR 10/12/1997, n. 484 per l’accesso all’incarico di direzione sanitaria di azienda USL od ospedaliera)individua invece, come requisito preferenziale per essere nominati direttore sanitario, il possesso della specializzazione in una delle discipline dell’area di sanità pubblica (e quindi oltre ad igiene, Medicina del Lavoro). Con il provvedimento di cui sopra di fatto gli igienisti, per lo meno in Liguria, sono riusciti a “blindare” l’accesso alle direzioni sanitarie a loro esclusivo vantaggio e principalmente a nostro discapito, eludendo così la normativa nazionale.
Ora, prendendo spunto da quanto detto sopra, mi chiedo se non sia possibile, in attesa che gli organismi competenti ci diano ragione in sede giudiziaria e politica cancellando il famigerato art. 1 bis del DDL.824B, ottenere come requisito essenziale per l’accreditamento delle strutture sanitarie il possesso da parte del medico competente del titolo di specializzazione in Medicina del Lavoro (in Liguria avevamo un autorevole collega in commissione, ma purtroppo allora non si poneva il problema). Analogamente si potrebbe provare ad ottenere dagli enti certificatori di qualità che venga richiesto alle aziende il possesso del titolo di specialista in Medicina del Lavoro da parte del medico competente aziendale, come uno dei requisiti necessari per ottenere la certificazione di qualità ( che deve comprendere anche la sicurezza nei luoghi di lavoro).
Ovviamente è pleonastico che scriva che mi attendo invece dalle società scientifiche individuate dal Ministero della Salute come possibili certificatori di qualità in termini di accreditamento del medico del lavoro (tra le quali dovrebbero esserci, se non erro, la SIMLII e l’ANMA), che non possa essere accreditato un medico competente privo del titolo di specialista in Medicina del Lavoro.
Comunque se qualcuno sa come muoversi ritengo che questo possa essere il momento.
Cosa ne pensate?
Caro collega, la tua idea è molto interessante. Non ho la certezza assoluta, ma credo che per i concorsi all 'interno delle ASL per attività di Medicina del Lavoro sia comunque necessario essere specialisti in Medicina del Lavoro. Ora però dobbiamo concentrarci sulla eliminazione di questo recente e contraddittorio decreto legge. Intanto ritroviamoci tutti a Montecitorio per Venerdì prossimo, sperando che ciò che stiamo facendo ora non ci costringa a concentrarci sulla tua ipotesi di lavoro. Michele Paolucci
Io credo che non ci sia contraddizione fra l 'impegno che deve essere profuso immediatamente per far eliminare l 'articolo "maledetto" e iniziare a ragionare in termini di "accreditamento" del medico competente. Questa ultima strada è obbligatoria anche nel caso vincessimo la battaglia e potessimo far ripristinare lo "status ante".
Riuscire a stabilire un percorso formativo e di aggiornamento per il medico competente (corrispendente al minimo al percorso della nostra specializzazione ed ai criteri d 'aggiornamento stabiliti dalla nostra Società Scientifica) ed arrivare al necessario accreditamento (come è già previsto avverrà presto per le strutture pubbliche) è l 'unica strada per evitare che anche in futuro si possano ripresentare problemi così.
Allora i problemi possono essere:
chi determina il curriculum formativo del medico competente?
chi lo accrediterà?
chi coordinerà le iniziative per arrivare a ciò?
L 'unica risposta che ho è la seguente: la nostra Società Scientifica, la SIMLII, con l 'apporto naturalmente determinante delle Associazioni che rappresentano direttamente il Medici Competenti, come l 'Anma.
E ' per questo che dobbiamo fare presto a ricompattare la nostra disciplina sotto la nostra casa madre naturale, prima che la disgregazione, la diaspora dei medici del lavoro in mille interessi particolari non produca altra debolezza e altro indebolimento fra le nostre fila.
Questo non significa che deve essere trocato ogni discorso sulle responsabilità di ciascuno o che si diano per scontate scelte già prese.
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Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono. (Voltaire)
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