Cari colleghi,
da qualche parte ho letto che il benzene e il piombo vanno annoverati tra i rischi lavorativi per i vigili urbani. Tuttavia ho qualche perplessità a considerare questa categoria come esposta ai suddetti rischi, anche considerando che non si tratta di un 'esposizione "diretta", ossia il benzene e il piombo non rappresentano "materie prime" che entrano a far parte dei cicli lavorativi a cui prendono parte le categorie in oggetto, ma fattori "accidentali" di esposizione.
Altrimenti dovremmo considerare esposto anche, ad esempio, un impiegato di un ufficio posto a piano terra, vicino ad una strada di traffico, che lavora con la finestra aperta tutto il giorno!
Concordate o ritenete che bisogna attivare la sorveglianza sanitaria per benzene e piombo per le categorie citate, con predisposizione dei registri e collaterali crisi isteriche dei vari dirigenti?
Grazie
Il problema è analogo per tutte le categorie di lavoratori che operano in vicinanza di traffico veicolare, come quelle che tu hai citato o come i casellanti autostradali.
Credo che sia importante valutare il rischio specifico. Essere vigile urbano a Cortina d 'Ampezzo o a Roma probabilmente è molto diverso! Comunque i livelli di concentrazione di inquinanti che dobbiamo prendere in considerazione sono quelli previsti dalle normative (277/91 per il piombo p.es.) o altri universalmente riconosciuti come i TLV ACGIH (che per quanto riguarda il benzene o le polveri totali o inalabili è a valori di molte volte superiori, in termini di ordini di fattori, rispetto ai valori consigliati per l 'inquinamento delle città per la popolazione).
Concordo con entrambi: l 'esposizione a benzene, o a piombo,o ad altri inquinanti da traffico veicolare, va in ogni caso monitorata. Altrimenti si rischia di applicare lo stesso pesante protocollo di esami sia al vigile che opera nel centro di Milano o di Napoli nelle ore di punta, che al vigile di Saviore dell 'Adamello (paese di cui consiglio la visita agli appassionati di escursionismo montano )
Per il piombo la 277 è molto chiara: scatta la sorveglianza sanitaria solo se si superano livelli ematici ed ambientali bene definiti. Ma per il benzene, ammesso che io riesca a convincere l 'Amministrazione Comunale a fare dei rilievi, magari anche con dosimetri personali, esiste un limite oltre il quale devo sottoporre i Vigili Urbani o i Netturbini a sorveglianza sanitaria, applicando nei loro confronti integralmente il titolo sui cancerogeni della 626?
Grazie anticipatamente per la collaborazione.
In mancanza di giurisprudenza ad hoc credo che si debbano effettuare controlli sia ambientali che con dosimetri personali e qualora questi valori siano alti credo che la sorveglianza sanitaria sia obbligatoria, pur in assenza di leggi che parlano di lavorazioni in cui vige l 'obbligo di sorveglianza sanitaria.
Così si dovrà stilare il registro degli esposti (benzene).
Oppure si deve rimanere immobili anche se dopo anni sentenze di cassazione riconoscono malattie professionali (neoplasia)per la mansione di autista?
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