Alla luce del documento sulla silicosi pubblicato sul sito (cfr. in particolare la voce "pietre ornamentali" dell'all. 5): i lavoratori occupati nella lavorazione del marmo (estrazione e lavorazione delle pietre) sono da considerarsi o no esposti a silice?
In generale, il marmo puro è un calcare ricristallizzato e duro, cioè una roccia metamorfica composta da calcite o carbonato di calcio (CaC03) e/o dolomite (MgCO3). Può contenere impurità di talco, clorite, tremolite non fibrosa ecc. La lavorazione del marmo puro non dovrebbe perciò comportare rischio di silicosi. Il datore di lavoro è obbligato ad eseguire un'analisi mineralometrica per appurare comunque il contenuto di silice, da inserire nel documento di valutazione dei rischi?
Ammessa l'assenza di silice, o comunque un contenuto inferiore all'1% come comportarsi con esecuzione/periodicità di rx torace?.
Saluti.
medlav
Un utile riferimento sull'opportunità di eseguire una sorveglianza specifica per il rischio silicosi è contenuto nel D.P.R. 128 del 1959 dove, all'art. 636, sono definite polveri dannose quelle con presenza di silice superiore al 10 % ed in misura superiore a 2 mg/m3.
Se non sbaglio anche il premio per la silicosi pagato all'INAIL si basa su tali parametri. Pertanto se l'azienda non paga alcun premio specifico, non sussiste nemmeno l'obbligo anacronistico della radiografia annuale (così come di una sorveglianza specifica). Il Medico competente, a questo punto, è libero di elaborare un proprio programma probabilmente mirato in particolare al rischio cancerogeno (assenza di dose soglia).
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