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Lavoratori interinali e rischio chimico

Questo argomento ha avuto 3 risposte ed è stato letto 2291 volte.

pasqualino

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  • Lavoratori interinali e rischio chimico
  • (04/01/2007 23:52)

In una azienda in cui vengono effettuate verniciature il rischio chimico è stato definito "non moderato". Ovviamente come MC ho impostato tutto il meccanismo previsto dalla legge (visite preventive, annuali, finali prima della sospensione del rapporto ed invio all'INSPELS delle cartelle etc.)Il problema sono gli interinali che vengono assunti e licenziati dopo 15-30 giorni con un giro di cartelle non indifferente, ( senza parlare delle analisi di lab. che non riesco ad organizzare in tempo utile prima del licenziamento).Come vi regolate in caso di forte turn over degli interinali?

Pennacchio

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  • Re: Lavoratori interinali e rischio chimico
  • (05/01/2007 10:36)

Non esiste soluzione. Essendo presente un rischio di tecnopatia grave,le mansioni che espongono a rischio chimico non moderato dovrebbero rientrare nell'art. 3 del Decreto 31 maggio 1999... purtroppo, però, non è così.(occorre cambiare la normativa).
Non resta che augurarsi che i Lavoratori interinali siano adibiti ad altre mansioni!
Il problema riguarda, inoltre, tutte gli altri adempimenti per il Datore di lavoro: uno tra tutti la formazione specifica onerosa e lunga.
Un saluto e buona fortuna.

Picpus

Picpus
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  • Re: Lavoratori interinali e rischio chimico
  • (05/01/2007 20:02)

Mi inserisco per dire che allo stato attuale non conosco soluzioni di sorta... Per il futuro, e mi riferisco all'ormai perpetuamente emanando Testo Unico, intravedo una soluzione, magari parziale, nel fatto che il lavoratore riceva una formazione "specifica" sui rischi connessi alla attività che intende svolgere*, direttamente dall'Azienda fornitrice, la quale, eventualmente dovrebbe coordinare (e gestire?) anche gli interventi di sorveglianza sanitaria, di esami laboratoristici, ecc. Il MeLC della Azienda utilizzatrice dovrebbe solo collaborare e realizzare la parte specifica della sorveglianza sanitaria. Per questo è auspicabile una maggiore e più stretta collaborazione tra i Medici Competente delle aziende utilizzatrici e di quelle fornitrici di manodopera.
* Ad es. chi voglia fare il verniciatore, riceverà una formazione adeguata a questa mansione, chi il saldatore idem, e così via.
Occorre insomma un "orientamento" professionale dell'aspirante lavoratore! Finché tutti possono fare tutto ed il contrario di tutto, la informazione e formazione, e la conseguente professionalizzazione sono destinate ad un nulla di fatto!
Ad meliora!

"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein

nofertiri9

nofertiri9
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  • Re: Lavoratori interinali e rischio chimico
  • (07/01/2007 23:05)

pasqualino il 04/01/2007 11:52 ha scritto:
In una azienda in cui vengono effettuate verniciature il rischio chimico è stato definito "non moderato". Ovviamente come MC ho impostato tutto il meccanismo previsto dalla legge (visite preventive, annuali, finali prima della sospensione del rapporto ed invio all'INSPELS delle cartelle etc.)Il problema sono gli interinali che vengono assunti e licenziati dopo 15-30 giorni con un giro di cartelle non indifferente, ( senza parlare delle analisi di lab. che non riesco ad organizzare in tempo utile prima del licenziamento).Come vi regolate in caso di forte turn over degli interinali?

Io, prego caldamente perchè lmeno da Lassù qualcuno cerchi di tutelare questi poveracci.
Quando lo dissi io, nel 2002, che il problema dei "contrattisti in affitto" avrebbe creato non pochi danni, alcuni mi diedero della "Cassandra"... voglio proprio vedere come la metteremo con le cure che fra pochi anni già dovranno essere somministrate a persone esposte come minimo ad aromatici, e non si potrà neppure di chi è la responsabilità. Di quel cacchio di decreto, ovviamente; anzi, di tutti e due: quello sul RC e quello sul lavoro a tempo.

Nofer
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