Qualche mese fa,un dipendente della azienda per cui lavoro ha subito un infortunio molto particolare:
ha riportato lesioni imponenti che assumevano l'aspetto di ustioni di 1 e 2 grado localizzate all'arto superiore che non superavano per estensione la piega del gomito: presumibile causa: esposizione ad olii ed emulsioni presenti nell'ambiente di lavoro.
La cosa sconcertante è che, vi assicuro, benchè la prima volta vi è stato un contatto diretto con i prodotti di cui sopra, sebbene il dipendente utilizzasse correttamente i DPI, la seconda volta è stata sufficiente la sola presenza nell'ambiente di lavoro per scatenare la reazione peggiore della prima. Il medico competente dell'azienda, ha voluto correttamente visitare nuovamente il dipendente con il suo consenso, e, vista la documentazione fotografica e medica che il dipendnete ha fornito,ha supposto una predisposizione particolare su base idiosincrasica individuale e ha immediatamente provveduto a comunicare all'azienda la sospensione del giudizio di idoneità alla specifica mansione fino ai successivi accertamenti che ha richiesto all'azienda. L'azienda si è preoccupata di far eseguire accertamenti strumentali su richiesta del medico: doppler all'arto e poi a sottoporlo ad una visita di carattere allergologico e dermatologico presso una struttura ospedaliera pubblica. Essa, dopo aver sottoposto il dipendente alla visita richiesta, si è dichiarata non idonea ad eseguire prove di carattere allergologico o dermatologico consigliando l'invio dell'operaio ad un centro di secondo livello. Il nostro medico competente, quindi, ha provveduto a prendere contatti con un istituto di medicina del lavoro a carattere universitario e l'azienda ha inviato a visita il dipendente che sarà sottoposto ad una lunga serie di accertamenti in regime di day ospital presso la struttura universitaria nei prossimi giorni. Scambiando qualche parere con il professore universitario, mi ha detto che non è affatto sicuro che alla fine del percorso si riesca a stabilire il nesso causa-effetto tra le sostanze con cui è venuto a contatto il dipendente e le lesioni che egli ha riportato e, quindi, praticamente saremmo punto e a capo...che diamine potrà fare il ns medico competente di fronte al perpetrarsi di questa incertezza? Come potrà assumersi la responsabilità di renderlo idoneo alla mansione? e, se lo facesse ed il dipendente reagisse in maniera spaventosamente più grave all'esposizione? E se, invece, di fronte ad un'incertezza generale, lo dichiarasse, comunque, non idoneo come si
potrebbe proteggere da un'eventuale ricorso del dipendente agli Enti competenti? Un bel dilemma, che ne dite? A qualcuno è già capitata una situazione similare?
Sinceramente mi sembra che ci siano troppi "se": non ha ancora completato gli accertamenti e gia' ti preoccupi di cosa potrebbe accadere.
Personalmente attenderei l'esito degli accertamenti, che il dipendente effettuerà in regime di DH nei prossimi giorni, e poi riproporrei il quesito nel caso non ci fossero risposte esaurienti. Capisco di non darti una risposta ma mi sembra che per ora ci siano anche pochi elementi concreti su cui ragionare. Aggiornaci comunque.
"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)
Concordo in pieno con Bordini. Inoltre, qualunque sia l'esito degli accertamenti predisposti, hai comunque una pezza d'appoggio alle decisioni da prendere. In fondo siamo medici del lavoro, non padreterni! Sono comunque curioso di conoscere l'evoluzione del caso, sia per gli aspetti clinici, che per quelli medico-legali.
"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein
Aggiornamento finale: il dipendente è risultato allergico a numerose sostanze tra le quali almeno due presenti sicuramente nell'ambiente di lavoro.
Non abbiamo fatto in tempo a fare nulla perchè si è licenziato e ha praticamente evitato ogni controversia supponibile....
che fortuna :):):)
Anch'io ho seguito un caso analogo di un lavoratore assunto in un ambiente di lavoro che comportava esposizione aerea e cutanea a emulsione di olii minerali (nei limiti del TLV). In tal caso già l'anamnesi allergologica evidenziava dei precedenti episodi di dermatite da contatto ad altre sostanze chimiche, e ho subordinato l'idoneità preventiva allo scrupoloso uso di creme barriere e guanti. Dopo poche settimane i primi episodi di Dic con test arresto-ripresa positivo. Anche in questo caso il lavoratore, consepevole della sua intolleranza anche all'eposizione a olii, si è licenziato senza effettuare i test allergologici da me proposti, con il chiaro intento di evitare un giudizio di non idoneità.
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