ramazzini1
Qualcuno sa riconoscere il personaggio che si nasconde dietro questa mail anonima che gira da qualche giorno in rete e che suona oltraggiosa nei confronti di tutti i medici del lavoro? Questi personaggi devono essere individuati ed isolati!
"…si è persa l'occasione di un vero rinnovamento, che trasformasse la SIMLII in società nazionale dalla sua attuale caratteristica, da qualcuno persino teorizzata, di associazione centro-meridionale (seppure con manovalanza extra-comunitaria, di norma reclutata nella riserva settentrionale del Paese. Ora, dopo questa non brillantissima gestione delle votazioni, che ha pienamente confermato le mie riserve sull'idoneità del neo-presidente a perseguire il rinnovamento, nonché su fantomatici e strmentali, quanto inesistenti "accordi", si è creata una spaccatura evidente e, al di là delle manfrine ("Uniti. Insieme") chiaramente riconducibile ad una gestione "militare" quanto miope delle votazioni. I rischi che si presentano orra sono di diversa natura. Dal mio punto di vista, l'impoverimento culturale è la prima logica conseguenza. Chi ha potuto partecipare agli ultimi due congressi è in grado di comprendere la differenza tra il 68° ed il 69° congresso, coè tra quello di Parma e quello di Montesilvano. In linea con l'ultimo sembra l'organizzazione del prossimo e la situazione è preoccupante, dato che il tempo passa in fretta e gli organizzatori sono stati in tut'altre faccende affacendati.Ancor più preoccupante è l'arroganza (sostenuta da una buona dose di presunzione) con cui dovremo fare i conti.Siamo a metà febbraio e la stessa scelta della sede andrebbe forse riconsiderata. Forse sarebbe opportuna una pausa di riflessione: se doveva essere un congresso celebrativo (il 70°), credo non ci sia molto da celebrare (a tutt'oggi). Un secondo e non meno importante rischio è la trasformazione di una società scientifica in una associazione para-sindacale, introducendo elementi di confusione che hanno dei costi in termini di credibilità e di immagine: seguitare la litania sull'art. 1 bis (che peraltro non mi pare abbia inciso più di tanti altri fattori sulle possibilità e sulle condizioni di impiego dei medici competenti) può solo alienare simpatie e disponibilità che pure si sono registrate in sede politica. Così come confondere il codice etico col tariffario, per di più cercando di farlo passare in assemblea con un colpo di mano, non è esattamente il contributo dei medici competenti che mi sarei atteso, a fronte di un'apertura di credito registrato in sede di candidature…"
Il messaggio anonimo inserito nel sito, come anonimo è l'autore del post, non rende giustizia delle attuali condizioni di vita della SIMLII.
Eletti gli organi dirigenti, dopo un confronto di posizioni legittimo e stimolante, la SIMLII si appresta ora unitariamente ad attrezzarsi per tutte le attività che una società scientifica deve affrontare.
Tutte le componenti professionali e geografiche sono rappresentate in seno al Consiglio Direttivo e vi è la dichiarata disponibilità di tutte a portare avanti un programma che miri alla sana gestione della Società, allo sviluppo scientifico della disciplina, alla tutela della dignità dei medici del lavoro (offesi dall'art. 1 bis) e alla tutela della salute dei lavoratori.
Per questo chi gioca allo sfascio con posizioni estremiste, chi si cela nell'anonimato inviando messaggi oscuri e di rissa e chi spera in contrapposizioni fittizie in seno alla Società rimarrà molto deluso.
La Società continuerà a crescere come ha fatto in questi ultimi anni e rappresenterà sempre più le istanze scientifiche dei suoi soci.
La redazione di MedicoCompetente.it
ramazzini1
No amico mio, non cercare di scaricare la colpa della situazione attuale su chi, per ovvi motivi, preferisce mantenere l'anonimato: comincia con analizzare piu' approfonditamente le parole pesanti celate dietro la mail che il personaggio, ben noto, ha inviato a centinaia di persone.
Vediamo se questo ha il coraggio di venire fuori o di smentire: e di mail ve ne sono altre, anche di autori molto vicini tra loro.
NON PRENDIAMOCELA CON GLI IGIENISTI O CON I MEDICI LEGALI: I NEMICI DEI MEDICI DEL LAVORO SONO ALL'INTERNO DELLA STESSA SIMLII, NEL SUO DNA!
ramazzini1
Illustre persona, che ha scritto alla mia mail,
continuero’ a chiamarla cosi’. No, per pudore non rivelero’ la sua identita’, se vuole lo faccia lei. Credo che l’anonimato in certi casi serva a garantire che il livello di discussione non travalichi i confini del lecito, perche’ e’ facile poi aggredire anche in maniera infida chi si permette di criticare l’ordine costituito. Lei parla di vergogna: e dovrebbe conoscere bene il concetto! Lei si deve vergognare dall’aver definito il documento Etica e Professionalita’ nell’attivita’ del Medico del Lavoro Competente redatto dal gruppo di Lavoro autorizzato dalla SIMLII solo un elenco di tariffe che con un colpo di mano si voleva far passare in assemblea. Lei si dovrebbe vergognare dall’aver definito una litania continuare a parlare dell’articolo 1 bis che tanto male ha fatto e tanto male continua a fare ai medici del lavoro, soprattutto ai colleghi neospecialisti. Cosa racconta nelle sue lezioni di specializzazione ai colleghi che si affacciano nel mondo del lavoro e trovano tutti i posti occupati da igienisti e medici legali: che lei come tanti altri dormiva mentre gli altri, societa’ di igiene in testa, questi si con un colpo di mano, si facevano approvare una legge specifica per accedere alla grande torta? Ma mi dica, che interesse ha lei a criticare chi attacca l’articolo 1 bis?
Ma continuiamo con l’elenco delle vergogne. Aver criticato un suo collega che tanto impegno ha profuso nella realizzazione di un evento enorme quale il convegno di Montesilvano le fa onore? Come le fa onore criticare a priori chi si appresta a realizzarne un altro nella citta’ eterna? Cosa ha contro i meridionali e gli extracomunitari? Problemi ariani?
Come ben vede di materiale per arrossire non ne manca. Dimenticavo: ho chiesto a qualche collega proveniente dalla zona da lei indicata sulla sua asserita vicinanza ai medici competenti. Per pudore non trascrivo le risposte.
Forse veramente non sarebbe male farsi da parte quando si hanno queste idee.
Per finire: dica chiaramente, non alla mia email, ma a questo forum cosa c’e’ che non va sul quel documento che le fa tanto schifo.
...certo che è davvero strano il mondo della medicina del lavoro...polemiche su polemiche, gente che, pur di accaparrarsi una consulenza (magari di 500 euro all'anno) si vende (volevo usare un altro termine, ma...) e svende la propria professionalità, il proprio essere medico...altro che giuramento di ippocrate, qui siamo prorpio su un altro mondo...
bravissimo ramazzini, complimenti per aver tirato fuori questa storia...a me l'email di cui parli non è arrivata, avrei detto esattamente le stesse cose...
sarebbe utile e interessante sapere i motivi di questa sparata, se dietro ci sono cattedre promesse o fette di territorio non assegnate...
un'ultima cosa: conosco gli organizzatori del prossimo congresso, le loro motivazioni e la loro professionalità e non dubito assolutamente del successo della loro organizzazione.
cordialità
Caro Ramazzini1, caro Cannas e caro Cristaudo,
Mi spiace molto che si insista su questa polemica, abbastanza sterile e strumentale, e che attribuisco a scarsa informazione associata a pregiudizio. Mi spiace anche che Ramazzini1 si sia offeso, se gli ho ricordato pseudonimo di Ramazzini1 è molto impegnativo: volevo solo stemperare il clima e l'animosità nei miei confronti, che purtroppo rimane molto accesa. Ripeto l'invito ad un chiarimento: mi chiami o mi scriva, lasciando da parte gli insulti gratuiti e stia tranquillo, perché non ho tempo, voglia né capacità di operare ritorsioni.
Cercherò di dare una risposta collettiva e di chiudere, almeno da parte mia, l'argomento, sul quale non ritornerò più, nemmeno se tirato per i capelli (operazione peraltro difficile, data la scarsità della materia prima).
Per quanto concerne il mio messaggio alla lista dei medici del lavoro parmensi, poi circolato in modo anonimo in rete, si è trattato di un atto dovuto a chi mi aveva votato ed aveva chiesto, attraverso il moderatore della lista, di essere aggiornato sull'andamento delle elezioni e sulle mie considerazioni conseguenti. Come rappresentante che intende mantenere con loro un rapporto di dialogo franco quanto sereno, ho ritenuto di dover chiarire la mia posizione. Aggiungo che in un primo tempo avevo declinato l'invito, proprio per non essere frainteso e per non innescare polemiche e rancori (come poi purtroppo è successo).
Checché ne dica Ramazzini1, intrattengo con tutti gli ex-allievi un rapporto che definirei affettuoso. Evidentemente abbiamo contatti diversi, a meno che Ramazzini1 non voglia sostenere che i suoi colleghi si comportano in modo falso quando mi incontrano; non se ne capirebbe la ragione, essendo tutti felicemente diplomati e non dovendo sostenere esami. D'altra parte, non vedo proprio che motivo avrebbero per esprimersi in modi che Ramazzini1 non osa per pudore ripetere.
Non mi aspetto che tutti siano in accordo con le mie valutazioni e però mi aspetto che le mie opinioni siano rispettate, in quanto espresse liberamente, per convinzione e senza secondi fini. Con buona pace di Cannas, non ho alcun interesse personale in gioco né di natura economica né di natura accademica. Ho solo interesse per la disciplina, a cui ho dedicato più di trent'anni di lavoro intenso ed anche appassionato. Ho interesse per il tentativo di far esprimere la Medicina del Lavoro in modo unitario, possibilmente in un contesto in cui mi sia consentito di dare un contributo costruttivo ed affermare i valorii in cui credo. Mi spiacerebbe perdere quest'ultima occasione (purtroppo l'età avanza inesorabilmente) ed abbandonare un progetto per il quale mi ero convinto a re-iscrivermi alla società dopo essermene allontanato per parecchi anni. Quindi, con buona pace di Ramazzini1 e di coloro che ne condividono gli auspici, declino l'invito a farmi da parte.
Non ho alcuna intenzione di "remare contro" i medici del lavoro. Sul tema dell'art. 1 bis, mi sono espresso tempestivamente nelle sedi a me congeniali (Manno M, Mutti A, Apostoli P, Bartolucci B, Franchini I. Occupational medicine at stake in Italy. Lancet. 2002 May 25;359(9320):1865.). Rimestare il problema ad anni di distanza, quando il problema stesso è superato dai fatti (da cui la definizione forse poco felice di "litania dell'art. 1 bis") è a mio avviso inopportuno e controproducente. Lo ribadisco qui, perché si tratta di un convincimento molto profondo: se la SIMLII si presenta come organizzazione para-sindacale per la tutela dei medici competenti, parte sociale ultra-minoritaria, non verrà mai presa in considerazione ad un tavolo che si pone obiettivi di interesse più generale. Preoccupa il fatto che, per quanto ne so, la SIMLII sia stata tagliata fuori su un tema importante come il testo unico da un governo ritenuto "amico". Oggi, sembra peraltro che ci siano problemi più urgenti/importanti all'ordine del giorno, dato che il governo stesso è dimissionario.
Per quanto riguarda i documenti del gruppo di lavoro coordinato da Ramistella, confermo la mia valutazione, condivisa da molti altri, universitari e no: a Montesilvano si è trattato di un tentato colpo di mano, che peraltro stava per riuscire. E confermo che non è opportuno mescolare tematiche deontologiche ed etiche con questioni di natura professionale, che a mio avviso vanno affrontate in altre sedi, ad esempio all'ordine dei medici, non in sede scientifica. A Ramistella ed ai suoi colleghi (in particolare Assunta De Rosa, che conosco meglio di altri) va riconosciuta molta buona volontà, sostenuta da encomiabile impegno e capacità espressiva. Tuttavia, credo che senza un'adeguata contestualizzazione in un discorso di ampio respiro, i documenti prodotti siano destinati al fallimento, con l'aggravante di coinvolgere nel fallimento anche la credibilità della SIMLII, almeno come società scientifica.
Non mi vergogno affatto delle mie opinioni e, per quanto concerne i miei "attacchi" agli organizzatori di altri eventi mi permetto di far notare che, ancorché sgradevoli, richiamo fatti oggettivi: atti ed omissioni, non attori. Quanto poi ai meridionali e alla razza ariana, lasciate perdere: siete proprio fuori strada ed è vero semmai il contrario. Sembra che questa volta la linea gotica sia stata riesumata e tracciata da chi discrimina i colleghi settentrionali, che non risultano presenti nelle cariche sociali della SIMLII. Naturalmente, l'atteggiamento è lecito, così come spero sia lecito stigmatizzarlo. Per me, un'adeguata rappresentatività geografica e professionale è il primo criterio da soddisfare per una gestione "unitaria" della società e, se avessi avuto modo di suggerirlo, non avrei mancato di sottolinearne l'importanza.
Cerchiamo di non confondere sempre cause ed effetti e, soprattutto, cerchiamo di rispettare le opinioni altrui, senza processi alle intenzioni. Per quanto mi riguarda, intendo mantenere il confronto sempre sui fatti e sulle idee. Non ho mai avuto intenzione di attaccare le persone, verso le quali - lei compreso - nutro rispetto e talora un sincero affetto (il che non intacca minimamente la mia libertà di pensiero e di espressione). Ho sempre detto, anzi scritto, quello che penso ed ho sempre cercato di pensare a quello che dicevo, o scrivevo. Se qualcuno si è sentito offeso, gli chiedo scusa, anche se la ragione di un'offesa non voluta da parte del mittente è spesso la coda di paglia del destinatario.
Grazie per l'ospitalità e cordiali saluti a tutti coloro che, medici competenti e no, partecipano a questo forum.
Antonio Mutti
ramazzini1
Non aggiungo altro a quanto gia’ detto nei post precedenti: il professore non si smentisce ed e’ a modo suo molto coerente, confermando con le sue parole tutte le valutazioni che scaturivano dalla lettura del suo scritto precedente. Tranne poi travestirsi da vittima per i presunti abusi che la componente settentrionale sta subendo: e’ una teoria che ha gia’ dato origine a piu’ di un partito politico o sbaglio? Comunque attaccare il lavoro degli altri, caro professore, coincide con l’attacco alle persone che quel lavoro eseguono con fatica e sacrificio e continuare a definire il pregevole Documento del Gruppo di Lavoro SIMLII (autorizzato dalla societa’ italiana di medicina del lavoro!) un colpo di mano tentato a Montesilvano suscita soltanto pena, perche’ ci si rende conto che diventa impossibile spiegare certe cose quando vi sono certe chiusure mentali. Lei parla di rispetto degli altri, ma stabilisce contestualmente che la sede assembleare non era il posto congeniale dove approvare e discutere un documento scientifico: bell’esempio di democrazia e’ stato quello di chiudere ogni possibilita’ di discussione ai colleghi del gruppo di lavoro. Salvo poi lamentarsi quando gli stessi metodi vengono applicati a voi per le elezioni. Un proverbio dice che un tronco d’albero sembra un filo d’avena quando riguarda gli altri. Scusi la mia ignoranza, ma che vuol dire la arzigogolata frase “ senza un'adeguata contestualizzazione in un discorso di ampio respiro, i documenti prodotti siano destinati al fallimento, con l'aggravante di coinvolgere nel fallimento anche la credibilità della SIMLII, almeno come società scientifica”?
Manca comunque di informazioni fresche caro professore: non mi risulta che i medici competenti del lavoro siano una componente ultraminoritaria della societa’: semmai sono i professori di un certo tipo che si avviano inesorabilmente verso l’estinzione in quanto non trovano piu’ terreno fertile per ingrassare. A proposito, perche’ non e’ intervenuto presso il CD della SIMLII dove avrebbe potuto spiegare adeguatamente le sue ragioni ai colleghi professori sui giudizi espressi nei loro confronti?
Ricambio l’affetto ed i sentimenti
Suo Bernardino
Caro Mutti,
non capisco a quale proposito ti rivolgi anche a me nella tua risposta pubblica accanto a Ramazzini1 e a Cannas: probabilmente perchè ho il merito (o il demerito, dipende dai punti di vista) di coordinare questo sito.
Colgo comunque l'occasione che mi dai per affrontare tre temi che affronti nel tuo intervento e che possono essere di interesse per tutti i medici del lavoro. Non voglio però entrare nel merito delle cose che tu e altri colleghi avete scritto sulle famose e-mail dopo le elezioni degli organi statutari della SIMLII sia perchè, a mio avviso, si commentano da sole (e TUTTI i commenti che ho sentito sono dello stesso tipo), sia perchè non voglio aggiungere altre polemiche a quelle si sono già manifestate sia perchè, se lo riterrà opportuno, il GdL dei Medici Competenti SIMLII ti risponderà sulle questioni di suo interesse.
Credo che poi, una volta chiarite tutte le posizioni, sia opportuno riportare tutto il nostro fervore all'impegno per la tutela scientifica e culturale della nostra disciplina e per il rafforzamento della nostra Società.
1)Il documento del GdL dei Medici del Lavoro SIMLII. Il documento, che fra parentesi ha riscosso un enorme successo fra i colleghi, era stato presentato in bozza al precedente Consiglio Direttivo che decise, senza discuterlo, di farlo portare all'Assemblea dei Soci di Parma. Questa è la verità e ci sono naturalmente numerosi testimoni di ciò. In Assemblea si è deciso, senza nuovamente discutere il documento, di rimandarlo al nuovo Consiglio Direttivo, il quale, sia detto per inciso, ha già prospettato soluzioni convincenti per entrare del merito delle questioni che pone. Spiegami se sta in piedi l'accusa ai colleghi del GdL di “colpo di mano”.
2)La questione del rischio di far diventare la SIMLII un'organizzazione para-sindacale. Nessuno di quelli che si sono espressi vuole fare della SIMLII un'organizzazione para-sindacale. Se i medici del lavoro lo ritenessero opportuno avrebbero la forza per organizzare un organismo a ciò deputato. La SIMLII deve restare la Società Scientifica di riferimento della Medicina del Lavoro. Ma il punto è proprio questo: che significa essere una Società Scientifica di Medicina del Lavoro oggi? Che tipo di orizzonti culturali e di riferimento e di ricerca scientifica occorrono ai medici del lavoro oggi? La formazione dei medici del lavoro è adeguata alle necessità? I medici del lavoro svolgono la loro attività secondo canoni (scientifici e professionali) adeguati? Che aiuto può fornire loro la SIMLII? Le Università riescono a svincolarsi da atteggiamenti e prassi spesso autoreferenziali?
3)La qualità dei diversi Congressi della Società e il tipo di ricerca e formazione sviluppata nelle Università. A parte il lecito giudizio personale credo che andrebbero sviluppate linee di analisi maggiormente legate alle necessità dei Soci. Che, lo ricordiamo, sono nel 90-95% circa dei casi o medici del lavoro competenti o medici del lavoro dei servizi pubblici di prevenzione o degli Enti. Credo che dovrebbero essere loro ad esprimere un giudizio di merito (che spesso, diciamocelo, è stato in genere nel passato non sempre positivo). Il giudizio spesso dipende proprio dal tipo e “utilità” degli argomenti trattati e da chi e come questi vengono affrontati. I contributi scientifici, anche se partono da considerazioni scientifiche di “alto livello”, devono comunque essere fruibili e “utili” ai più e non un mero esercizio di “accademia” (sul livello della quale potremo in ogni caso aprire un nuovo dibattito). A questo proposito Montesilvano non è stato un Congresso da meno rispetto ai precedenti e la giornata interamente dedicata al rapporto fra medici del lavoro competenti e dei servizi ha fatto registrare un interesse e un consenso elevati.
Io, come molti colleghi sanno, svolgo un lavoro che sta a cavallo fra le attività del medico competente e quello più tipico dei centri pubblici diagnostici, di ricerca e formazione in medicina del lavoro. Personalmente ho molto apprezzato, a proposito degli aspetti relativi alla formazione, il (difficile) lavoro del Prof. Franchini sulle nuove Scuole di Specializzazione e spero che si riesca davvero a portare quegli standard in tutte le Scuole, migliorando il rapporto con i Servizi Pubblici di Prevenzione e i Medici del Lavoro Competenti (Accreditati?) che dovrebbero entrare stabilmente, a mio avviso, nella rete didattica delle Scuole, almeno, ma non solo, ai fini del tirocinio professionalizzante
Ricreare un background scientifico e culturale comune fra università, servizi di prevenzione e medici del lavoro competenti: questo potrebbe essere una missione stimolante per la nostra Società.
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Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono. (Voltaire)
ramazzini1
Ritengo la risposta di Alfonso doverosa ma insufficiente rispetto ai toni acri con cui il gruppo di lavoro e' stato attaccato: comunque non doveva essere un estraneo quale io sono a prendere le difese di un gruppo che rappresenta i medici competenti che sono la maggioranza dei medici del lavoro: dove sono gli altri membri del gruppo?
In linea generale, come sa chi mi conosce più da vicino, sono piuttosto restio a intervenire in discussioni che possono facilmente trasformarsi in sterili e litigiose polemiche che non portano da nessuna parte e che, anzi, possono finire con il danneggiare il ruolo e l’immagine dei Medici del Lavoro e della nostra stessa Disciplina. Tuttavia, mantenendo (mi auguro) una personale serenità e in assenza di particolare vis polemica – né, tanto meno, volontà offensiva nei confronti di alcuno - vorrei portare un breve contributo al dibattito che si è fino ad ora sviluppato in questo forum.
A mio parere, la polemica innescata non rende ragione dell’attività svolta dal Gruppo di Lavoro e dai suoi componenti.
Con un minimo di memoria storica, rammento che dopo una lunga discussione in merito (qualcuno la ricorderà, in gran parte fu svolta proprio sulle pagine di questo sito), venne scartata l’ipotesi di costituire una associazione sindacale dei medici del lavoro – per tutta una serie di considerazioni che non riprendo, prima fra tutte la difficoltà di individuare un ruolo professionale unico caratterizzante – e si decise di andare alla costituzione di una sezione tematica o di un gruppo di lavoro all’interno della SIMLII, intesa come “casa comune” di tutti i medici del lavoro e di tutti i cultori della materia, non solo dei Medici del Lavoro Competenti (definizione peraltro coniata dalla stessa Società, in occasione della stesura delle linee guida sulla sorveglianza sanitaria) ma anche dei medici dei servizi, medici delle AASSLL e delle aziende ospedaliere e – soprattutto – docenti universitari e ricercatori di altri Enti. Non riprendo le considerazioni già svolte dal collega Cristaudo su questo argomento: ricordo solo che fu elaborata una mozione, sottoscritta da numerosi colleghi e presentata proprio al congresso Simlii del 2005 a Parma, all’assemblea dei soci, mozione che prevedeva la costituzione di un “gruppo di lavoro” interno alla Società che prendesse in considerazione i temi legati alla attività professionale quotidiana del Medico del Lavoro Competente.
In seguito alla approvazione dell’assemblea e del consiglio direttivo della Società, il GdL ha iniziato a lavorare in merito alle tematiche peculiari del Medico del Lavoro competente. Sono stati redatti Statuto e Regolamento, sottoposti alla approvazione del Consiglio Direttivo Simili, è stato nominato il coordinatore, poi invitato alle successive riunioni del direttivo della Società etc. etc.
Nonostante i vari impegni professionali dei suoi componenti, il GdL si è riunito più volte e, comunque, si è tenuto sempre in contatto anche per mezzo della posta elettronica e dello stesso sito Internet MedicoCompetente.it. Sottolineo che sempre, nel corso della sua attività e fino a oggi, il GdL ha cercato di proporsi come componente propositiva e unitaria nei confronti di tutta la SIMLII.
E’ stato, quindi, elaborato un documento relativo alla “Etica e professionalità del Medico del Lavoro Competente”, preannunciato in sede di consiglio direttivo Simlii e portato all’attenzione dei soci in occasione del congresso di Montesilvano per essere – eventualmente - approvato nel corso dell’assemblea. Questo documento, frutto di un lavoro certosino che ha coinvolto tutti i componenti del gruppo, è stato preventivamente pubblicato sul sito Internet ed è stato distribuito al congresso, sin dalle sue fasi iniziali; alcuni componenti del Direttivo (in particolare, ad esempio, presidente e segretario) lo hanno ricevuto direttamente brevi manu dal sottoscritto. In assemblea si è svolto un dibattito aperto e serrato ed è stato deciso di integrare e modificare lo stesso testo con il contributo dei componenti del nuovo consiglio direttivo. Con il dovuto rispetto (e senza amore di polemica) non vedo, onestamente, dove stia il tentativo di “colpo di mano”. E poi, mi sia consentito di affermare che non è possibile ridurre un testo di numerose pagine, che affronta i numerosi e vari aspetti della attività professionale del MeLC, unicamente alla indicazione delle “tariffe”, indicazione peraltro argomentata e sviluppata in modo ragionato e sicuramente non riconducibile a livello di pura rivendicazione sindacale.
Sul tema dell’art. 1 bis, sia pure oggi poco attuale data la situazione politica (governo dimissionario) e la sua probabile evoluzione negativa, non sono d’accordo sull’affermazione che sia “ormai superato dai fatti”. Anche se la situazione del nostro paese è molto varia, da regione a regione e nelle diverse aree, la possibilità data alle altre specializzazioni di svolgere l’attività di medico competente sta creando, oggettivamente, condizioni di un certo disagio proprio perché la prevenzione delle patologie professionali in ambiente di lavoro è attività specialistica e complessa nella sua attuazione (e non ci si può improvvisare esperti). Qui, tra l’altro, rimando anche alle considerazioni sulla qualità del lavoro dello stesso MeLC e sull’attenzione che occorre dare anche a quanto viene effettuato dai nostri stessi colleghi. Devo riconoscere che, nell’ambito della discussione sulla stesura di un nuovo TU sulla sicurezza e salute nell’ambiente di lavoro, era stato dato un certo spazio alle nostre istanze (naturalmente si trattava solo di un confronto del tutto iniziale), proposte al massimo livello da componenti del direttivo Simlii dallo stesso autorizzati; purtroppo l’attuale evoluzione politica rimette tutto in discussione e di questo si potrà riparlare solo tra qualche tempo.
Ribadisco, infine, anche a costo di diventare stucchevole, che il GdL persegue con il massimo impegno il perseguimento dell’obiettivo di far diventare sempre più la nostra Società scientifica la vera (e unica) “casa comune” degli specialisti in Medicina del Lavoro, ovunque essi operino, e dei cultori della disciplina del nostro paese. Nel prossimo futuro la nostra scommessa sarà legata al coinvolgimento di un numero sempre più elevato di medici del lavoro competenti e medici dei servizi (anche se non starebbe a me proporlo) nelle attività più qualificanti svolte dalla Società, quali elaborazione di linee guida, organizzazione di convegni e congressi, attività di ricerca coordinate da docenti universitari e ricercatori di altri Enti, gruppi di studio congiunti, partecipazione ad attività didattiche integrative e quant’altro pertinente, ampliando il panorama culturale dei colleghi “della base” e – al tempo stesso - rendendo più vicine alla realtà operativa concreta alcune delle attività scientifiche della nostra Società, cercando di superare l’attuale condizione di “parte sociale ultra-minoritaria” (?) e proponendosi, invece, quale protagonista unica in merito ai temi della prevenzione e della promozione della salute nei luoghi di lavoro.
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