Salve, mi trovo a fronteggiare una esposizione all'agente della tubercolosi in operatori sanitari in una casa di riposo. Fin qui niente di clamoroso se non chè il test di Mantoux, la cui esecuzione è consigliata da tutte le linee guida a me note (Simlii compresa) è introvabile in Italia (e così pure in Francia, Svizzera e Vaticano)e la ditta produttrice mi ha informato che non verrà prodotto prima di maggio. Il distretto sanitario mi ha consigliato di fare una rx a tutti (con costi elevati e difficile pianificazione, anche perchè andrebbe fatta pure su tutti gli ospiti della struttura). Ancora più costosi e di dubbia utilità sono poi i test ematici (quantiferon). Qualcuno si è già trovato ad affrontare questa situazione? E se il dipendente rifiuta la rx torace e/o la chemioprofilassi può essere fatto non idoneo? Secondo le linee guida della simlii sul rischio biologico questo non dovrebbe costituire causa di non idoneità (pag 51 Rischio biologico per i lavoratori della sanità: linne guida per la sorveglianza sanitaria 2003), anche se non viene approfondito l'argomento. Questa interpretazione è condivisa? Quando ho fatto presente questa problematica il medico del distretto mi ha chiesto se avevo mai sentito perlare della legge 626!! Ringrazio anticipatamente per risposte.
E' vero che non si trova il test: pare sia morto il ceppo batterico utilizzato per ricavare il PPD. E' possibile che i Servizi di Broncopneumologia abbiano ancora qualche scorta: come nell'azienda ospedaliera di cui sono medico competente, in cui ormai da mesi è stata sospesa l'effettuazione del test tubercolinico per la sorveglianza periodica degli operatori sanitari, per riservarlo ai casi importanti, tra cui il controllo dei contatti di casi di TB contagiosa.
Potresti pertanto informarti presso il Servizio di Broncopneumologia competente per la tua sede territoriale.
Faccio tre considerazioni:
a) I controlli vanno riservati solo ai "contatti stretti": mi pare perciò improbabile che essi debbano interessare tutti gli operatori e tutti gli anziani della tua casa di riposo;
b) I controlli con test tubercolinico vanno riservati ai soggetti cutinegativi; per i cutipositivi noi non facciamo una Rxgrafia del torace, bensì una visita con questionario anamnestico sui sintomi di malattia, e solo in caso di sospetto diagnostico si procede con la Rxgrafia e una visita pneumologica. In mancanza del test potresti comunque utilizzare il questionario per tutti, e regolarti poi di conseguenza.
c) I controlli sono previsti dalle linee guida al tempo 0 e dopo due mesi: noi abbiamo deciso di saltare il controllo al tempo 0, perchè di fatto ci è impossibile farlo, dati i tempi di notifica, di indagine effettuata dalla direzione sanitaria per identificare i contatti stretti, di convocazione degli operatori sanitari; procediamo direttamente a convocare i lavoratori dopo due mesi dal contatto. Questo per dire che, se nella tua casa di riposo è già in atto una sorvaglianza periodica per la TB, hai tutto il tempo di fare i controlli per evidenziare ogni cambiamento nello stato di salute dei tuoi operatori.
Riguardo al rifiuto del lavoratore di sottoporsi a Rxgrafia: ogni accertamento sanitario che rientra nel protocollo del MC è obbligatorio per il dipendente, e noi segnaliamo al datore di lavoro l'impossibilità di formulare il giudizio di idoneità per chi non effettua o non completa gli accertamenti sanitari.
Riguardo al rifiuto di sottoporsi a chemioprofilassi: questo è un suggerimento terapeutico nell'interesse del lavoratore, a cui non può essere obbligato (i TSO sono normati), per cui in generale condivido il fatto che il rifiuto di sottoporvisi non costituisca di per sè causa di inidoneità; bisogna valutare caso per caso, ad es. un operatore con alta positività al T.T. e indicazione alla chemioprofilassi e che la rifiuti, dovrebbe venire spostato da un reparto ad alto rischio per esposizione a TB ad uno a basso rischio, a causa di una sua maggiore suscettibilità.
Spero di esserti stata utile.
Confermo difficoltà quasi insormontabili per il Mantoux.
Sperando di dare un contributo, comunico che da anni (12 di sicuro)tutti i nuovi studenti di Medicina sono sottoposti a Test di Tine, ed in caso di negatività sono sottoposti a vaccinazione. Non è consentito il rifiuto, tranne nel caso si decida di cambiare facoltà. Democraticamente...La Noferfiglia medico ha avuto il pustolotto sul braccino aperto per almeno 4 mesi, mentre il suo compagno (che era uscito positivo al TT) è stato sottoposto a titolazione anticorpale, e se l'è scansata, in quanto autonomamente immunizzato, si pensa in età pediatrica.
Nofer
--------------------------------------------------------------------
Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Confermo la stessa situazione anche a Milano e in alcune province limitorfi.
"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)
A Roma riusciamo ancora a fare la Mantoux, c'è ancora qualche fiala di PPD. Ma il vaccino BCG non c'è più da almeno un anno (pur restando obbligatorio per i lavoratori di ospedali con pazienti affetti da tbc multi-resistente). Dubito che sia possibile vaccinare qualcuno, meno che mai gli studenti.
L'obbligo di vaccinazione antitubercolare è stato abolito con il DPR 465/2001, permane solo per "personale, con test tubercolinico negativo, che operi in ambienti sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi multifarmacoresistenti, e non possa, in caso di cuticonversione, sottoporsi a terapia preventiva perchè presenta controindicazioni ai farmaci specifici".
Lo sapevamo; ciò non toglie che: a) ci siano in Italia lavoratori in questa condizione (a Roma in almeno tre grandi ospedali); b) il vaccino non esiste.
Scusa Ipernic, non intendevo mettere in dubbio le tue conoscenze, ho voluto solo precisare il riferimento normativo.
Caro Silgen, non preoccuparti, non sono permaloso (di solito, lo divento durante le partite a pallone). Il problema per noi tutti è che, allo stato, il rischio professionale di tbc è difficile da controllare. I nuovi test interferonici (Quantiferon, TB spot ed altri) si sono rivelati utilissimi nei degenti, come spia del viraggio di una infezione latente verso tbc attiva, ma il loro significato come indicatori di esposizione è ancora tutto da verificare (ci stiamo lavorando, ma...). Con la tubercolina, obiettivamente, ci facevamo poco. Per di più, ora c'è anche il vaccino-fantasma. Il rischio, invece, non è scomparso, o sbaglio?
ipernic il 03/03/2007 09:59 ha scritto:
Caro Silgen, non preoccuparti, non sono permaloso (di solito, lo divento durante le partite a pallone). Il problema per noi tutti è che, allo stato, il rischio professionale di tbc è difficile da controllare. I nuovi test interferonici (Quantiferon, TB spot ed altri) si sono rivelati utilissimi nei degenti, come spia del viraggio di una infezione latente verso tbc attiva, ma il loro significato come indicatori di esposizione è ancora tutto da verificare (ci stiamo lavorando, ma...). Con la tubercolina, obiettivamente, ci facevamo poco. Per di più, ora c'è anche il vaccino-fantasma. Il rischio, invece, non è scomparso, o sbaglio?
MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2024 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507
Privacy | Contatti