Salve! Vorrei sapere se qualcuno è al corrente di sentenze che riguardino la mancata sorveglianza sanitaria nel caso di lavoratori esposti a rischio di caduta dall'alto dal momento che la normativa vigente parla addirittura di un non obbligo. Eppure sono tanti gli infortuni, anche mortali, in tali evenienze! Grazie
Non bisogna confondere la prevenzione di rischi per la salute e sicurezza con la sorveglianza sanitaria.
La sorveglianza sanitaria, per definizione, non è rivolta verso eventi accidentali, quali appunto le cadute, ma anche: gli incidenti stradali, le punture da aghi infetti, gli incendi, le esplosioni ecc.
La sorveglianza controlla gli effetti dell'esposizione continua ad agenti chimici, fisici, biologici o psicosociali.
ipernic il 05/03/2007 03:55 ha scritto:
Non bisogna confondere la prevenzione di rischi per la salute e sicurezza con la sorveglianza sanitaria.
La sorveglianza sanitaria, per definizione, non è rivolta verso eventi accidentali, quali appunto le cadute, ma anche: gli incidenti stradali, le punture da aghi infetti, gli incendi, le esplosioni ecc.
La sorveglianza controlla gli effetti dell'esposizione continua ad agenti chimici, fisici, biologici o psicosociali.
sei convinto?
comunque prova a spiegare ad un giudice perchè hai fatto idoneo un muratore a svolgere quel lavoro se soffre (esempio) di ipertensione o diabete e questi cade non dico da un tetto, per il quale dovrebbe essere comunque protetto da cinture ponteggi e quant'altro (e qui forse ti salvi), ma da una semplice scala per un malore ......
Non apprezzo che si parli di giurisprudenza o diritto solo con allarmismo. L'ipertensione e il diabete sono condizioni molto frequenti anche negli edili e generalmente non danno luogo ad alcun provvedimento da parte del medico del lavoro sul lavoratore, né tantomeno da parte del giudice sul medico del lavoro. Per ricordare qualche dato: complessivamente il 31% della popolazione italiana è iperteso e il 17% è border-line. Negli uomini i valori sono più elevati nel Nord-Est (37%) e nel Nord-Ovest (32%), (S Giampaoli, MF Vescio, A Gaggioli e D Vanuzzo, Prevalenza dell’ipertensione arteriosa nella popolazione italiana BEN - Notiziario ISS - Vol.15 - n.9, Settembre 2002).
La prevalenza del diabete in Italia è intorno al 3-4% della popolazione e aumenta con l’età. (AV Ciardullo, A Menna, M Brunetti, MM Daghio, N Magrini, A Paganelli e M Lazzarato, Esenzioni per diabete e distribuzione dei ricoveri nei diabetici tipo 1 e tipo 2 in Emilia-Romagna, BEN - Notiziario ISS - Vol.15 - n.12, Dicembre 2002).
Gli infortuni in edilizia in Italia sono il 15% del totale dell'industria, oltre novantamila casi l'anno. Se fosse vero quello che teme Maalox, i medici competenti dell'edilizia sarebbero tutti "ar gabbio". E' vero invece che in edilizia non si fa abbastanza prevenzione degli eventi infortunistici e delle condizioni che predispongono agli infortuni. Che non sono ipertensione e diabete, ma: obesità, disturbi dell'udito, disturbi del sonno, mancanza di attività fisica (Chau N et al. Int Arch Occup Environ Health 2004; 77: 60-6)e soprattutto: inizio del lavoro in orario precoce, impegni multipli, orari irregolari, orari eccessivi (Dong X, Scand J Work Environ Health 2005; 31:329-35).
Il problema non è il giudice o l'avvocato...
Secondo me il quesito è se la sorveglianza sanitaria rientra nelle misure generali di tutela previste dall'art. 4 del DL 626/94 in caso di lavori in quota(in particolare "il Datore di lavoro, nell'affidare i compiti ai lavoratori tiene conto delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute").
Sono curioso di leggere i pareri dei Colleghi...
ipernic il 05/03/2007 09:34 ha scritto:
Non apprezzo che si parli di giurisprudenza o diritto solo con allarmismo. L'ipertensione e il diabete sono condizioni molto frequenti anche negli edili e generalmente non danno luogo ad alcun provvedimento da parte del medico del lavoro sul lavoratore, né tantomeno da parte del giudice sul medico del lavoro. Per ricordare qualche dato: complessivamente il 31% della popolazione italiana è iperteso e il 17% è border-line. Negli uomini i valori sono più elevati nel Nord-Est (37%) e nel Nord-Ovest (32%), (S Giampaoli, MF Vescio, A Gaggioli e D Vanuzzo, Prevalenza dell’ipertensione arteriosa nella popolazione italiana BEN - Notiziario ISS - Vol.15 - n.9, Settembre 2002).
La prevalenza del diabete in Italia è intorno al 3-4% della popolazione e aumenta con l’età. (AV Ciardullo, A Menna, M Brunetti, MM Daghio, N Magrini, A Paganelli e M Lazzarato, Esenzioni per diabete e distribuzione dei ricoveri nei diabetici tipo 1 e tipo 2 in Emilia-Romagna, BEN - Notiziario ISS - Vol.15 - n.12, Dicembre 2002).
Gli infortuni in edilizia in Italia sono il 15% del totale dell'industria, oltre novantamila casi l'anno. Se fosse vero quello che teme Maalox, i medici competenti dell'edilizia sarebbero tutti "ar gabbio". E' vero invece che in edilizia non si fa abbastanza prevenzione degli eventi infortunistici e delle condizioni che predispongono agli infortuni. Che non sono ipertensione e diabete, ma: obesità, disturbi dell'udito, disturbi del sonno, mancanza di attività fisica (Chau N et al. Int Arch Occup Environ Health 2004; 77: 60-6)e soprattutto: inizio del lavoro in orario precoce, impegni multipli, orari irregolari, orari eccessivi (Dong X, Scand J Work Environ Health 2005; 31:329-35).
mancanza di attività fisica per i muratori mi mancava ...
il datore di lavoro deve valutare TUTTI (anche quelli non specificatamente normati) i rischi per la salute (626/94 e smi), e se presente il rischio di caduta dall'alto il medico deve tenerne conto nel formulare l'idoneità (es. per vestibolopatie, alcolismo, epilessia certo non è idoneo per lavori in altezza). La sorveglianza sanitaria non è solo prevenzione per lunghe esposizioni, ma anche prevenzione infortuni ove lo stato di salute possa provocarli
Siamo d'accordo, resta da vedere se la prevenzione degli infortuni debba essere fatta solo mediante misure sul singolo (limitandone l'idoneità, quindi la capacità di trovare lavoro, che non sia in nero...) o non piuttosto favorendo soluzioni strutturali (ah beh, ma è MOLTO più difficile...)
In altre parole, se il medico competente deve intervenire impedendo a qualcuno di lavorare, è perché chi avrebbe dovuto predisporre le misure di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro ha trovato economicamente più conveniente non farlo.
Ricordo la frase del relatore al Congresso internazionale di sicurezza in edilizia che si tenne a Stoccolma nel 1987: "sulla prevenzione in edilizia sappiamo tutto, dobbiamo solo applicarla!" Era il 1987.
Concordo con Nicola sull'importanza e la priorità degli interventi di prevenzione primaria. Non dobbiamo comunque sottovalutare l'importanza di una corretta sorveglianza sanitaria e delle attività di promozione della salute (ricordiamoci, per quanto riguarda gli infortuni in edilizia, oltre alle varie patologie citate, anche dei problemi degli abusi di alcol e droghe e della carenza e dei disturbi del sonno).
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Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono. (Voltaire)
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