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La vigilanza per la sicurezza ritorni in esclusiva all'Ispettorato del lavoro togliendola alle ASL?

Questo argomento ha avuto 62 risposte ed è stato letto 7947 volte.

carlpam

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  • Re: La vigilanza per la sicurezza ritorni in esclusiva all'Ispettorato del lavoro togliendola alle ASL?
  • (03/05/2007 19:59)

non tuttologi ma MC sì la valutazione ambientale rientra fra i nostri compiti (art7,3°comma 626 valutazione dei rischi (comma1 lett.a e b) che infatti è elaborata ii collaborazione con il servizio di prevenzione e protezione e il datore di lavoro) non sottoscritta

fbruz

fbruz
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  • Re: La vigilanza per la sicurezza ritorni in esclusiva all'Ispettorato del lavoro togliendola alle ASL?
  • (03/05/2007 21:17)

Chissà come mai nel privato siamo tutti bravi e nel pubblico no!
Ma chi dice che lo stipendio sicuro abbatta le motivazioni!? Chi ha coniato questo assurdo assioma?! Demotivarsi nel pubblico e "brillare" (mah..!)nel privato, se mi consentite, è un problema del singolo (e non gli fa onore) ma non è da generalizzare. Mi sembra comunque che si batta sempre sullo stesso tasto: NEL PUBBLICO TUTTI ABBRUTITI E SERVI DEL PADRONE, NEL PRIVATO BRILLANTI MEDICI-MANAGER CHE HANNO UN RAPPORTO IDILLIACO CON LAVORATORI E DATORI DI LAVORO ... MA CHE MERAVIGLIA!
E allora un pò di coerenza: consegnamo tutta la sanità ai privati! Visto che nel priato tutto funziona meglio e non c'è il fiato del padrone sul collo, visto che pubblico = qualità scadente e privato garanzia per l'utente (lavoratore o paziente che sia)consegnamo gli ospedali ai privati con i loro Datori di Lavoro ... Proviamoci no?! Così otterremo brillanti risultati anche nell'assistenza medica come quelli che attualmente riscuotiamo con la prevenzione in azienda !
Saluti.

fai bene e scorda, e se fai male ... pensaci ...

Pennacchio

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  • Re: La vigilanza per la sicurezza ritorni in esclusiva all'Ispettorato del lavoro togliendola alle ASL?
  • (03/05/2007 23:48)

In linea di principio e nel caso fosse realizzabile condivido l’idea del collega fbruz. Dare vita ad un ente (tipo ENPI di una volta) che si occupasse della tutela della salute dei Lavoratori attraverso competenze diverse comprese quelle mediche risolverebbe una serie infinita di problemi che il M.C. quasi sempre si trova ad affrontare da solo.
Comunque non credo che il problema vero sia operare da libero professionista o operare da dipendente pubblico: suppongo che i problemi con il proprio Datore di lavoro li abbia anche chi svolge il ruolo di M.C. di struttura pubblica - tipo Ospedale - in qualità di dipendente della stessa struttura.
Il vero problema è che il rapporto di lavoro di qualsiasi M.C. è con un D.di L. : esiste un modo per rendere contrattualmente non di parte la nostra figura (sto facendo un discorso non di morale ma di norma) ?
Se la risposta è no, tutta l’attività del M.C. si regge solamente sull’ONESTA’ del singolo.

Picpus

Picpus
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  • Re: La vigilanza per la sicurezza ritorni in esclusiva all'Ispettorato del lavoro togliendola alle ASL?
  • (04/05/2007 10:42)

Giusto per mettere i puntini sulle i:
1)- Collaborare alla valutazione dei rischi non significa automaticamente redigerne la relazione. L'esperienza personale mi dice che se c'è collaborazione vera, il problema della stesura è secondario: basta accordarsi. Il vero problema rimane LA COLLABORAZIONE fra le varie competenze. Per alcuni rischi (MMC, ergonomia, ecc.)il MLC è il più qualificato, per altri (sicurezza sulle macchine ed impianti) occorre l'ingegnere, per altri ancora tecnici diversi. Concordo sulla necessità di non tirarsi indietro di fronte alla valutazione dei rischi DA FARE: se si comincia a collaborare, il lavoro oltre che stimolante per noi è riconosciuto come prezioso dalle c.d. Società di consulenza, che spesso si spacciano per tuttologi anche se non sanno neanche di che trattano (senza generalizzare, ovviamente, ci sono anche tecnici preparati che svolgono bene il loro lavoro). Quando il DVR è già stato redatto, quanti fra noi lo LEGGONO e conseguentemente richiedono modifiche o integrazioni al documento stesso, prima di apporre la propria firma? So che costa fatica, tempo, energie, soldi e spesso anche arrabiature con i "consulenti" e qualche frizione con il Datore di lavoro: ma se non ricominciamo noi stessi a prendere sul serio la nostra professione...
2)- Non ho mai inteso dire che tutto il pubblico vada male e tutto il privato vada bene. Dico solo che nella ricerca spasmodica di tutele personali (peraltro comode, lo riconosco) lo stimolo a migliorare viene tarpato, e conseguentemente la qualità del servizio tende a decadere: vedasi scuola e pubblica amministrazione. Ovviamente ci sono valide eccezioni, ma appunto eccezioni. Nel privato, la persona onesta è stimolata a migliorare, la persona meno onesta o furbastra viene più facilmente smascherata e non gode delle stesse tutele che nel pubblico. L'esperienza personale mi dice che lavorando onestamente e seriamente si hanno sì dei problemi da risolvere, ed anche molti, ma il lavoro svolto viene riconosciuto, e talvolta il riconoscimento (anche non economico), stimola a migliorare. Ripeto: tutte le aziende che seguo mi hanno contattato con il passaparola. Alcune si sono stancate di me ed hanno scelto altri, seguendo criteri di economicità: anche questo è mercato! Ma qualche azienda, dopo aver provato il servizio più economico è tornata da me! Vuoi mettere la soddisfazione?

"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein

billi

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  • Re: La vigilanza per la sicurezza ritorni in esclusiva all'Ispettorato del lavoro togliendola alle ASL?
  • (04/05/2007 11:39)

Il medico del lavoro (e basta col termine medico competente che mi e' stato antipatico sin dalle origini!)dovrebbe non collaborare, ma essere una figura fondamentale nel CENSIMENTO dei rischi, perche' nessuno e' piu' titolato di lui in questa attivita'. Adesso tutti si vantano di saper fare prevenzione nei luoghi di lavoro: ma dove erano i geometri i ragionieri gli ingegneri prima della 626? C'erano solo i vecchi e bistrattati medici di fabbrica e chi studiava medicina del lavoro per arricchire la propria conoscenza. E' vero, i DVR molte volte non vengono da noi neppure letti, anche perche' veniamo chiamati dopo (!) che uno di questi tecnici ha deciso o meno per la nostra presenza. E noi con che coraggio potremmo dire che quella monumentale opera che ci viene presentata per la firma (che incongruenza, prima potremmo non esserci, poi ci vuole il nostro avallo a quel documento) non vale neppure il costo della carta? Pertanto: sin dai primi bisbigli della sicurezza in azienda dovra essere obbligatoria la presenza del Medico del Lavoro, poi si vedra' chi dovra redigere il documento (magari un pezzo ciascuno, ognuno per le proprie competenze e capacita'). Mi e' gia' capitato comunque di redigere un documento ex novo perche' quello ufficiale era inguardabile: sarei comunque curioso di sapere cosa conosce un tecnico del rischio biologico.

c.sbordone

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  • Re: La vigilanza per la sicurezza ritorni in esclusiva all'Ispettorato del lavoro togliendola alle ASL?
  • (04/05/2007 12:25)

Dopo l'esperienza acquisita dall'applicazione di leggi, non sempre è un male ritornare a precedenti disposizioni, come pare espresso anche da molti in questo vivace dibattito:
1- Si dice che il medico del lavoro deve collaborare sin dall'inizio (e in qualsiasi attività lavorativa, indipendentemente se si effettuerà o meno la sorveglianza sanitaria) alla valutazione dei rischi: BENE!, COSì ERA L'ORIGINALE TESTO DELLA 626 NEL 94, prima delle modiche del 96 ove fu aggiunto a medico competente e a SS il famigerato "ove previsto".
2- L'affidamento esclusivo dei compiti di vigilanza all'Ispettorato del lavoro, che semplificherebbe la valutazione idoneativa del lavoro dal punto di vista contrattuale, fiscale, previdenziale e del rischio per la sicurezza, E' UN RITORNO PRE-RIFORMA SANITARIA.
3 - La sorveglianza sanitaria privilegiatamente in mano pubblica (ma NON esclusivamente) E' UN RITORNO ALLA 277 DEL 91.

daniele06

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  • Re: La vigilanza per la sicurezza ritorni in esclusiva all'Ispettorato del lavoro togliendola alle ASL?
  • (04/05/2007 18:13)

totalmente in disaccordo.

Le ASL con i propri SPRESAL sono presenti capillarmente sul territorio anche attraverso presidi territoriali, niente a che vedere con il carrozzone ante1980 ministeriale, che a mala pena copre le province.

Poi esiste l'esercito dei tecnici della prevenzione UPG che sono in numero maggiore agli ispettori del lavoro ed ai fantomatici 1000 che devono assumere.
Inoltre, anche se cio' fosse possibile, non si andrebbe ad unire in un'unico ispettore tutte le competenze di tutela del lavoro poichè sarebbe umanamente impossibile per lo stesso affrontare materie e maree di leggi differenti, tanto che già attualmente gli ispettori del lavoro sono divisi tra chi si occupa di sicurezza e chi di lavoro nero.

Poi esiste ormai la professione di Tecnico della Prevenzione, disciplinata dal D.M. 58 del 1990 che ha istituito tra l'altro il corso di laurea specifica.

Insomma ormai non è possibile piu' tornare indietro, con buona pace di quello che pensa l'ing. Porreca, i cui giudizi pro-ispettorato si conoscono ormai da tempo.

Tra l'altro, secondo le ultime dichiarazioni del ministro Livia Turco, passerebbe proprio alla ASL il coordinamento di tutte le attività di controllo in questa materia.

Ben venga!

AlfonsoCristaudo

AlfonsoCristaudo
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  • Re: La vigilanza per la sicurezza ritorni in esclusiva all'Ispettorato del lavoro togliendola alle ASL?
  • (04/05/2007 19:14)

Anche io non sono d'accordo con questa parte della proposta dell'Ing. Porreca. L'ubicazione della vigilanza e controllo della tutela della salute dei lavoratori sotto il ministero della salute è giusta e necessaria. Il problema è che questo Ministero ha sempre sottovalutato questo compito mentre il Ministero del Lavoro da anni cerca di riprendersi quello che la Riforma Sanitaria gli ha tolto. Il potenziamento è giusto e deve essere effettuato sia per gli Ispettori del Lavoro per quanto riguarda il lavoro nero che per i PISLL per la tutela della salute. Tornare ai santi vecchi (già provati) non è una risposta efficace.

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Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono. (Voltaire)

c.sbordone

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  • Re: La vigilanza per la sicurezza ritorni in esclusiva all'Ispettorato del lavoro togliendola alle ASL?
  • (04/05/2007 21:22)

Ma lavoro nero e insucerezza del lavoro non sono le due facce della stessa moneta? Quella del lavoro in vorticosa trasformazione?
Mentre il controllo pubblico si disunisce fra organi di vigilanza in concorrenza tra di loro (Ministeri del Lavoro , della Salute e ASL regionali) il fiume di parole come prevenzione, precariato, emigrazione (a proposito questa è di competenza del Ministero degli Interni), infortuni e concorrenza sleale sparge la via di chiodi facendo bucare i veicoli di tutti coloro che della prevenzione ci vivono ogni giorno.
I tecnici della prevenzione dell'ambiente e dei luoghi di lavoro possono benissimo essere reclutati da qualsivolta ma UNICO ente pubblico che faccia vigilanza su tutti gli aspetti di diritto del lavoro: se di coordinamento si deve parlare è più logico che avvenga nella stessa struttura pubblica che ispezioni, vigili, indaghi sull'azienda Tal dei Tali. E' logico che i diversi aspetti legali, assicurativi, contrattuali e prevenzionisti possono e debbono essere svolti con conpetenza da una squadra di Ispettori ciascuno con la propria dotta competenza. Vogliamo che tale UNICO ente ispettivo sia dell'ASL?
Benissimo, basta attribuire risorse, uomini e competente su tutto quanto riguarda la regolarità del lavoro alle ASL. C'è da scommettere che qualcuno comincerà ad innorridire perchè si ritiene che le ASL debbono interessarsi solamente di prevenzione sanitaria. Ma è tutta una convenzione dialettica: ricordate la riforma sanitaria parlava non di unità sanitaria locale, ma di unità socio-sanitaria locale? SOCIALE non è solamente questione di salute.

Pennacchio

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  • Re: La vigilanza per la sicurezza ritorni in esclusiva all'Ispettorato del lavoro togliendola alle ASL?
  • (05/05/2007 10:57)

Condivido l’idea di affidare le competenze ad un unico Ente (Ispettorato del Lavoro o altro…) che, a livello nazionale (come negli USA dove l’ambiente e la salute dei Lavoratori sono priorità gestite a livello centrale e non locale), coordina, emana Linee guida e fa rispettare le Leggi. In molti settori si fa così: la tutela ambientale operata dai Carabinieri, la lotta alla criminalità organizzata (antimafia, DIA…), la riscossione del grosso delle tasse…
Come è possibile che in una realtà così piccola come l’Italia ci siano, su uno stesso argomento, molteplici Linee guida (regionali non di società o associazioni) su, ad esempio,: maternità, minori, rischio chimico, categorie di lavoratori (vedi edili)…?
Come è possibile che ancora non esiste un riferimento nazionale sul significato di rischio chimico moderato?

Una proposta sul Documento di Valutazione dei Rischi: elaboriamo un documento di poche pagine (essenziale) da schematizzare su supporto informatico dove riportare obbligatoriamente la quantizzazione dei rischi per singola mansione e da inviare alla Vigilanza (tipo dichiarazione dei redditi).
Inoltre, abolire definitivamente la figura del “tecnico consulente senza responsabilità” per la stesura del Documento o gli altri adempimenti: chi scrive il documento (oltre al Datore di Lavoro) e lo scrive male deve essere sanzionato, chi valuta i rischi e sbaglia deve essere sanzionato (non basta solo la responsabilità o la deontologia del professionista, infatti per il M.C. non basta).

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