devo compiere particolari accertamenti a panificatori in sostituzione del libretto sanitario?
Se ho capito bene lo spirito del gioco, il libretto sanitaio per gli addetti alla somministrazione e prepaazione degli alimenti è stato nell'uso pratico rimpiazzato dalle buone norme igieniche personali peviste dal D.Lgs. 155/97, detto altrimenti HACCP, e per quanto riguarda la salute del lavoratore tout ourt dall'eventuale sorveglianza sanitaria che dovesse emergere necessaria dalla valutazione del rischio professionale presente.
Tra le norme igieniche personali ( e qui sì che servono gli igienisti, è il loro mestiere!) per prevenire la contaminazione degli alimenti con microrganismi patogeni provenienti dall'uomo, il lavoratore è tenuto ad indossare cuffia copricapelli (ma con tutti i capelli dentro, se no è intulie), lavarsi molto spesso e molto accuratamente le mani, possibilmente indossare guanti monouso da sostituire quando si cambia tipo di alimento manipolato, ed astenersi dal lavoro in caso di malattiva infettiva per via oro-fecale conclamata. Per prevenire invece patologie nell'addetto, potenzialmente trasmissibili all'uomo dagli alimenti,c'è la differenza tra alimeni di ogirine nimale e quelli di origine vegetale, ed anche qui è solo una questione di buona tecnica igienica, specifica per ogni diverso mestiere (il macellaio sarà diverso dal verdumaio e dall'ovaiolo...)
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
gaetano.pino@tiscalinet.it il 28/05/2007 10:36 ha scritto:
devo compiere particolari accertamenti a panificatori in sostituzione del libretto sanitario?
gaetano.pino@tiscalinet.it il 28/05/2007 10:36 ha scritto:
devo compiere particolari accertamenti a panificatori in sostituzione del libretto sanitario?
nei panificatori i rischi per la loro salute può essere accidentale ( impastatori - ma se a norma dovrebbero avere il blocco automatico -) le farine potrebbero determinare qualche forma allergica( ma non ne esperienza) inoltre il lavoro è notturno
il libretto sanitario non c'entra e il controllo sanitario (per la salubrità del pane ( ma anche per gli altri alimenti)non dipende tanto dall'igiene del personale quanto dalla conservazione degli alimenti e questo lo si sapeva già 25 anni fa !
Attualmente in sostituzione del libretto sanitario vengono effettuati corsi obbligatori per alimentaristi della durata di 4, 8 o 12 ore in base alla mansione svolta (ad esempio i titolari delle industrie alimentari devono seguire il corso di 12 ore). I corsi sono tenuti da enti accreditati presso la Regione e a fine corso è previsto un esame finale la cui commissione è composta dal Responsabile del SIAN e da due docenti del corso. Viene rilasciato un attestato con la firma del Responsabie del SIAN e del Direttore scientifico del corso che deve essere uno specialista in Igiene e Medicina Preventiva. Il programma dei corsi è stabilito dalla normativa vigente. Il corso per alimentaristi così come il vecchio libretto sanitario è però una cosa completamente diversa dalla sorveglianza sanitaria che potrebbe essere necessaria per questi lavoratori in base al D. Lgs 626(ad es. problemi correlati all'esposizione a farine etc..)pertanto vanno considerati separatamente.
Saluti a tutti
Sergioc
Medico autorizzato
Medico Autorizzato
Per quanto riguarda l'attività di panificazione, ho purtroppo avuto diretta esperienza di almeno tre casi di asma da farine.
Il problema esiste e non va sottovalutato, anche per le pesanti ripercussioni ricollocative.
Opterei per i seguenti accertamenti:
- preventivi: spirometria con TPBA + prick-test per allergeni inalanti standard e farine (con il più ampio numero possible di tipi di farine)
- periodici: spirometria e prick-test per farine
Inutile sottolineare l'importanza fondamentale dell'anamnesi.
Da aggiungere a questi, eventuali accertamenti mirati per l'attività notturna (e qui si apre una voragine: glicemia? ECG? funzionalità emuntori?) e valutazione per eventuale significativa MMC.
Ciao a tutti.
Andrea
anch'io seguo un discreto numero di panificatori.
protocollo: Visita medica con spirometria, ecg, anamnesi per allergopatie (compresa asma), ecg (sia per chi fa la notte vera e prpria (22:00-05.00) che parziale (03:00-08:00) in preventiva;
visita medica con spirometria (annuale) e ecg(biennale) in periodica.
non ho avuto nessun caso di allergopatia, nè respiratoria ne da contatto cutaneo.
cordialità
Cerutti il 05/06/2007 07:21 ha scritto:
Per quanto riguarda l'attività di panificazione, ho purtroppo avuto diretta esperienza di almeno tre casi di asma da farine.
Il problema esiste e non va sottovalutato, anche per le pesanti ripercussioni ricollocative.
Opterei per i seguenti accertamenti:
- preventivi: spirometria con TPBA + prick-test per allergeni inalanti standard e farine (con il più ampio numero possible di tipi di farine)
- periodici: spirometria e prick-test per farine
Inutile sottolineare l'importanza fondamentale dell'anamnesi.
Da aggiungere a questi, eventuali accertamenti mirati per l'attività notturna (e qui si apre una voragine: glicemia? ECG? funzionalità emuntori?) e valutazione per eventuale significativa MMC.
Ciao a tutti.
Andrea
Cerutti il 05/06/2007 07:21 ha scritto:
Per quanto riguarda l'attività di panificazione, ho purtroppo avuto diretta esperienza di almeno tre casi di asma da farine.
Il problema esiste e non va sottovalutato, anche per le pesanti ripercussioni ricollocative.
Opterei per i seguenti accertamenti:
- preventivi: spirometria con TPBA + prick-test per allergeni inalanti standard e farine (con il più ampio numero possible di tipi di farine)
- periodici: spirometria e prick-test per farine
Inutile sottolineare l'importanza fondamentale dell'anamnesi.
Da aggiungere a questi, eventuali accertamenti mirati per l'attività notturna (e qui si apre una voragine: glicemia? ECG? funzionalità emuntori?) e valutazione per eventuale significativa MMC.
Ciao a tutti.
Andrea
Per quanto riguarda l'attività di panificazione, ho purtroppo avuto diretta esperienza di almeno tre casi di asma da farine.
Il problema esiste e non va sottovalutato, anche per le pesanti ripercussioni ricollocative.
Opterei per i seguenti accertamenti:
- preventivi: spirometria con TPBA + prick-test per allergeni inalanti standard e farine (con il più ampio numero possible di tipi di farine)
- periodici: spirometria e prick-test per farine
Inutile sottolineare l'importanza fondamentale dell'anamnesi.
Da aggiungere a questi, eventuali accertamenti mirati per l'attività notturna (e qui si apre una voragine: glicemia? ECG? funzionalità emuntori?) e valutazione per eventuale significativa MMC.
Ciao a tutti
Scusate, devo aver sbagliato qualcosa. Riprovo.
Sono d'accordo che il problema esiste.
Non sono d'accordo sugli accertamenti preventivi e periodici da te suggeriti.
Io non farei né i test di broncoprovocazione né i prick test sia in fase di visita preventiva che periodica.
O, almeno, li farei solo se il lavoratore fosse sintomatico con l'anamnesi lavorativa positiva.
In caso contrario mi sembra che il lavoratore sia semplicemente sottoposto ad esami inutili.
Ciao
Cerutti il 05/06/2007 07:21 ha scritto:
Per quanto riguarda l'attività di panificazione, ho purtroppo avuto diretta esperienza di almeno tre casi di asma da farine.
Il problema esiste e non va sottovalutato, anche per le pesanti ripercussioni ricollocative.
Opterei per i seguenti accertamenti:
- preventivi: spirometria con TPBA + prick-test per allergeni inalanti standard e farine (con il più ampio numero possible di tipi di farine)
- periodici: spirometria e prick-test per farine
Inutile sottolineare l'importanza fondamentale dell'anamnesi.
Da aggiungere a questi, eventuali accertamenti mirati per l'attività notturna (e qui si apre una voragine: glicemia? ECG? funzionalità emuntori?) e valutazione per eventuale significativa MMC.
Ciao a tutti.
Andrea
Prick test periodici anche in asintomatici? Magari a periodicità annuale? Non concordo. Nei "miei" panificatori non
faccio prick o metacolina se la storia clinica è negativa. Altra considerazione: non è che a lungo andare, ripetendo i prick alle farine, sia tale test a sensibilizzare il lavoratore (ho vaga memoria di uno o più casi di sensibilizzazione "iatrogena" in letteratura).
Saluti
Marco F.
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