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Vigilanza sanitaria per educatori e operatori sociali

Questo argomento ha avuto 6 risposte ed è stato letto 8422 volte.

Paolo Soave

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  • Vigilanza sanitaria per educatori e operatori sociali
  • (03/06/2007 16:35)

Sono stato contattato per svolgere vigilanza sanitaria presso alcune cooperative sociali tipo A, impegnate nell'assistenza e recupero di disabili psichici, adolescenti con problemi familiari, tossicodipendenti, ex carcerati in fase di recupero sociale. L'attività di questi dipendenti consiste nell'assistenza quotidiana in attività familiari presso comunità di accoglienza o "case famiglia": vivono con gli assistiti nelle case famiglia, dormendo a turno con loro, aiutando e insegnando a svolgere lavori domestici, compiti scolastici, ecc. Ho contattato il Servizio di Medicina del Lavoro della ASL di competenza per chiedere informazioni e pareri sugli obblighi previsti dalla normativa per la vigilanza sanitaria per questi lavoratori e mi è stato risposto che non c'è obbligo di vigilanza sanitaria ma solo la necessità di informare e formare i lavoratori sul rischio biologico. Un collega invece mi ha raccomandato di effettuare la vigilanza sanitaria a cadenza biennale per il lavoro notturno effettuato dormendo nelle case di accoglienza e per rischio legato a stress psico-fisico. Che ne pensate?

bordini

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  • Re: Vigilanza sanitaria per educatori e operatori sociali
  • (03/06/2007 16:59)

Consultare il Documento di valutazione dei rischi. O farlo fare, collaborando, se non presente. Alla luce di quello che emergera' sara' piu' semplice decidere. Non credi?

"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)

Paolo Soave

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  • Re: Vigilanza sanitaria per educatori e operatori sociali
  • (03/06/2007 17:07)

bordini il 03/06/2007 04:59 ha scritto:
Consultare il Documento di valutazione dei rischi. O farlo fare, collaborando, se non presente. Alla luce di quello che emergera' sara' piu' semplice decidere. Non credi?

Paolo Soave

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  • Re: Vigilanza sanitaria per educatori e operatori sociali
  • (03/06/2007 17:12)

Sono in attesa del documento di valutazione dei rischi da me richiesto: sono comunque a conoscenza del fatto che il precedente Medico Competente effettuava solo le visite preventive all'inizio del rapporto di lavoro. Quando gli è stato chiesto dalle cooperative di rivalutare la periodicità delle visite mediche ha rifiutato l'incarico per carico eccessivo di lavoro.

0hermann

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  • Re: Vigilanza sanitaria per educatori e operatori sociali
  • (04/06/2007 19:53)

Io mi occupo quale Medico Competente di una cooperativa che svolge questo tipo di assisstenza in case alloggio per malati pschici e disabili composta da varie figure professionali quali educatori , psicologi e semplici ASA e ho previsto una visita di idoneità in assunzione e poi biennale o annuale considerando anche, ove presente, il rischio del lavoro notturno e quello biologico per stretto contatto quotidiano con gli assistiti , somministrazione di farmaci e in qualche caso la necessità di movimentazione dei pazienti.

Picpus

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  • Re: Vigilanza sanitaria per educatori e operatori sociali
  • (09/06/2007 10:13)

Seguo una coop di servizi che si occupa di recupero tossicodipendenti e malati psichici. Nella mia realtà non attuo sorveglianza sanitaria, ma raccomando vaccinazioni per tetano ed epatite "B" e tramite il loro medico "interno" puntuale e ripetuta informazione sul rischio biologico. Occorre ovviamente valutare l'entità del lavoro notturno, l'eventuale carico di lavoro fisico per movimentazione pazienti, ed altri rischi. Per questi la valutazione è determinante per stabilire o meno una sorveglianza sanitaria periodica.

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GANDALF IL GRIGIO

GANDALF IL GRIGIO
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  • Re: Vigilanza sanitaria per educatori e operatori sociali
  • (09/06/2007 23:30)

Personalmente non minimizzerei tanto i rischi lavorativi del settore. Seguo da circa 10 anni due cooperative socio sanitarie di tipo A per un totale di circa 700 lavoratori, e vi posso garantire che le problematiche relative a questo tipo di lavoro non sono poi così marginali. Basti pensare che in entrambe le situazioni abbiamo circa un 10 per cento di soggetti con patologie da MMC, sia al rachide che alle articolazioni degli arti superiori, alcune delle quali riconosciute anche dall'INAIL. Senza dimenticare il lavoro notturno, il rischio biologico, e tutta una serie di problematiche psicologiche che possono condurre a situazioni di SAD e di burn out. Il DVR in questo caso deve essere fatto da personale competente del settore (quindi è indispensabile un RSPP interno e non il solito consulente tuttologo...), in strettissima collaborazione con il MC. Personalmente adotto questo protocollo, che ha avuto anche il placet della mia ASL: visite con periodicità biennale (ridotta a 12 mesi in caso di lavoro notturno e casi particolari) con esami ematochimici tesi a valutare lo stato vaccinale per tetano e HBV (vaccinazione a spese della ditta, ovviamente); a questo si aggiunga la attività di formazione/informazione (minimo 80/100 ore anno).

Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"

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