Mi chiamo Cappiello Tiziano, ho 32 anni e sonno affetto da diabete mellito tipo 1 insulino-dipendente dal 1988.
Eseguo una terapia insulinica intensiva di 3 dosi giornaliere.
Lavoro come operaio presso una ditta da oltre 2 anni.
Sono stato assunto con regolare contratto legge 68/99 riguardo le categorie protette.
Da circa un anno a questa parte ho riscontrato difficoltà nell'affrontare correttamente la turnazione
notturna di lavoro: si susseguono casi di ipoglicemia che mi costringono a fermarmi e
spesso sono stato costretto ad andare via prima della fine del turno.
Ho provato a correggere le dosi con l'aiuto del mio diabetologo ma il risultato è stato un alternanza di
ipo e iperglicemie.
Il diabetologo dell'ASL mi ha rilasciato un certificato riguardante la mia inidoneità alla turnazione notturna.
Ho fatto richiesta all'azienda presso il resp. risorse umane, dapprima verbalmente, dei problemi che stavo riscontrando
senza però trovare nessun tipo di aiuto. Successivamente ho inviato una raccomandata all'azienda richiedendo,
stavolta per iscritto, di poter essere esonerato dalla turnazione notturna; allegando anche il certificato del diabetologo dell’ASL e il mio certificato di invalidità.
L'azienda mi ha predisposto una visita con il proprio Medico Competente che è stata effettuata il 22/11/2006.
Ho ottenuto l'esonero del turno notturno, temporaneamente, per 6 mesi.
Sono stati mesi duri, in quanto venivo continuamente attaccato psicologicamente dalla dirigenza; almeno
le notti non le stavo più facendo e, soprattutto, avevo ristabilito l'equilibrio glicemico.
Trascorsi i 6 mesi di esonero, lo scorso 21 maggio 2007, ho effettuato di nuovo la visita presso lo studio del medico competente nominato dall’azienda.
Purtroppo il medico mi ha spiegato che "non poteva rovinare i suoi rapporti con l'azienda in quanto avrebbe rischiato di non lavorare più con essa, creando un precedente..." e che quindi "...non poteva più venirmi incontro"; ha aggiunto che era un problema anche per loro in quanto se io dovessi sentirmi male e dovesse succedermi qualcosa ne risponderebbero loro e non l'azienda.
Concludendo la mia seconda visita è stata TUTTO tranne che una visita "medica".
Ho ripreso a fare le notti, con le difficoltà di sempre.
Mi è stato consigliato di rivolgermi alla commissione medica del lavoro dell'ASL per ottenere una certificazione
"ufficiale" e non derogabile riguardo questo problema che sto affrontando.
Volevo sapere se ci sono altre vie percorribili o se comunque potete consigliarmi, meglio, per la risoluzione del problema.
Rigranziandovi anticipatamente, lascio cordiali saluti.
Cappiello Tiziano
Siccome mi sembra che la tua situazione sia "figlia di pessime abitudini", purtroppo non infrequenti, il mio consiglio è o di sentire direttamente la tua ASL - Servizio Prevenzione Ambienti di Lavoro(SPSAL, UOPSAL), sottoponendogli il problema, oppure di farti inviare dal tuo medico curante c/o una struttura ospedaliera di Medicina del Lavoro (UOOML o simili) della tua zona per un parere specialistico. In questo secondo caso, una volta in possesso del parere, se sara' indicata la non adibizione al turno notturno chiedi formalmente una visita al medico competente e sono "stranamente" convinto che tutto si risolvera' come per magia.
"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)
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