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dieci anni dopo, niente di fatto

Questo argomento ha avuto 18 risposte ed è stato letto 4466 volte.

tcam

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  • dieci anni dopo, niente di fatto
  • (28/09/2007 00:20)

Sono trascorsi ormai dieci anni da quando, forse per caso, ho trovato un modo semplice ed immediato, banale quasi tra tanta tecnologia sofisticata e costosa, per evidenziare con una manovra semeiologica istantanea, la presenza di "sofferenza" di un disco intervertebrale in pazienti sintomatici o non.
Vista la sua semplicità e l'economicità (costo zero), ma soprattutto la sua elevata affidabilità, mi ero convinto che la manovra avrebbe destato interesse e soprattutto sarebbe stata presa quantomeno in esame, verificata almeno se non adottata.
Non è stato così, nè è valsa la sfida lanciata a qualsiasi interlocutore, pubblico o privato, di mettere alla prova l'efficacia e di comprenderne l'utilità in un campo come il nostro in cui la prevenzione primaria e secondaria dovrebbero essere l'oggetto fondamentale dell'esercizio della professione.
Mi sono dichiarato disponibile a dedicare il mio tempo a dimostrare che non sono vittima inconscia di allucinazioni o di deliri di onnipotenza, ho proposto di comprovare nella pratica su soggetti a me ignoti la possibilità di evidenziare lesioni del disco, mi sono umiliato a chiedere supporto ai colleghi (nel pubblico e nel privato), ho raccolto documentazione,in alcuni casi ho addirittura condotto dei volontari tra i lavoratori da me seguiti perchè riferissero la loro storia, la diagnosi prima clinica, poi la conferma strumentale della lesione ed infine l'efficacia della prevenzione attuata sul luogo di lavoro con riguardo alle mansioni e al di fuori di esso con un corretto orientamento della vita privata. Mi sono sentito dire dai luminari interpellati,esperti specialisti, che " il dato semeiologico è troppo soggettivo e il dato strumentale, la RMN nella fattispecie, è soggetta a fenomeni di sovrastima, a falsi positivi". Le lesioni, insomma, non ci sono, me le sogno e se anche vi sono le vedo solo io (soggettività). Ma allora è oggettiva l'ascoltazione di un torace, la palpazione di un addome, un esame neurologico?
Un amico richiama la mia attenzione su un particolare che mi sfuggiva: se non può determinare un costo aggiuntivo alla visita, cui prodest?
Forse ha ragione.
Da dieci anni individuo da solo e io solo lesioni discali misconosciute responsabili di sintomatologia algica altrimenti interpretata, da dieci anni attivo informazione ed educo i lavoratori che seguo alla prevenzione dell'evoluzione di piccole lesioni discali in divenire(protrusioni), da dieci anni, per fortuna, ottengo il riconoscimento dell'efficacia preventiva delle mie diagnosi e provo il piacere di notare lo stupore dei volti di coloro che visito per la capacità che dimostro loro di prevedere sintomi ed eventi "a venire", mi compiaccio con me stesso quando mi sento dire "ma come fa a capirlo" oppure "aveva proprio ragione, è andata come lei mi aveva detto" e così via ma.......perchè tutto ciò deve rimanere mio patrimonio esclusivo, perchè non condividerlo con altri?
Sarà davvero solo un problema di tariffazione?
Non indignatevi ma sto proprio pervenendo a questa misera conclusione.
Buon lavoro a tutti voi.
Tizano Camerotto
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bordini

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  • Re: dieci anni dopo, niente di fatto
  • (28/09/2007 17:25)

Non voglio entrare nel merito dell'argomento ma visto che sul sito e' gia' disponibile un tuo documento datato gennaio 2000 (con qualche indicazione in piu') posto il link affinche' gli interessati possano capire meglio di cosa stai parlando. http://www.medicocompetente.it/fi...osi-pre-clinica-delle-lesioni.doc

"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)

bordini

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  • Re: dieci anni dopo, niente di fatto
  • (28/09/2007 17:32)

Su un aspetto tuttavia non resisto dall'intervenire: escludo si tratti di un problema di tariffazione!!

"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)

Nonnoguido

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  • Re: dieci anni dopo, niente di fatto
  • (28/09/2007 19:44)

Io invece ti ringrazio per la metodologia semeiologica da te a suo tempo esaurientemente spiegata e che nel mio piccolo utilizzo in tutte le occasioni in cui procedo ad esame del rachide.
Dò atto che non è facile nel breve spazio di una visita medica di controllo stabilire l'integrità o meno del rachide da esaminare, ma il tuo contributo scientifico va senz'altro in questa direzione.
Conta poco che lo dica, ma la positività del tuo test oltre che, aggiungerei, la spinalgia pressoria accusata dall'esaminando, spesso sono state confortate da reperti RMN e radiologici positivi e in ogni caso mi hanno permesso di limitare certe mansioni che potevano essere pericolose per il dipendente esaminato, in ordine alla movimentazione manuale dei carichi.
Beato chi sa fare di meglio dall'alto della sua "scienza e coscienza"
come le persone a cui ti sei rivolto con scarso successo.
Spero che questo serva a ridurti la delusione.

Guido Marchionni

tcam

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  • Re: dieci anni dopo, niente di fatto
  • (29/09/2007 00:18)

bordini il 28/09/2007 05:32 ha scritto:
Su un aspetto tuttavia non resisto dall'intervenire: escludo si tratti di un problema di tariffazione!!

Mi entusiasma sapere che ci sono ancora persone che hanno certezze, in un mondo in cui ce ne sono sempre meno.
Tuttavia, pur "escludendo" ed ammettendo invece che la nostra Nazione sia veramente solo una "espressione geografica", sapresti tu o qualcun altro spiegarmi l'arcano di: (dati documentabili)
1) monitoraggio biologico per cinque diversi traccianti organici in addetti al taglio del pellame in ambiente separato da quello della produzione o ricerca di acido ippurico e metilipprico in utilizzatori di colle viniliche (etc)
2) sorveglianza sanitaria periodica e con ampio spettro di esami in addetti a VDT con mansioni d'ufficio in attività di tipo esclusivamente amministrativo
3)Audiometrie con scadenza annuale
4)visiotest annuale in addetti a VDT di età media 25-30 ma mai un accertamento oculistico in sede specialistica a colleghi degli stessi portatori di patologie sistemiche con note ripercussioni sull'apparato visivo e di età superiore ai 48 aa
5) non mi dilungo, intelligentibus pauca.

Sarei curiosissimo di riuscire a leggere una interpretazione onesta del fenomeno (esteso) che escluda il crucifige individuale o la scarsa attenzione nella valutazione del rischio.

I miei più cari saluti e il reiterato augurio di buon lavoro a tutti.
Tiziano camerotto
4)ECG annuale in lavoratori metalmeccanici (frese e torni a controllo numerico)

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tcam

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  • Re: dieci anni dopo, niente di fatto
  • (29/09/2007 00:56)

Nonnoguido il 28/09/2007 07:44 ha scritto:
Io invece ti ringrazio per la metodologia semeiologica da te a suo tempo esaurientemente spiegata e che nel mio piccolo utilizzo in tutte le occasioni in cui procedo ad esame del rachide.
Dò atto che non è facile nel breve spazio di una visita medica di controllo stabilire l'integrità o meno del rachide da esaminare, ma il tuo contributo scientifico va senz'altro in questa direzione.
Conta poco che lo dica, ma la positività del tuo test oltre che, aggiungerei, la spinalgia pressoria accusata dall'esaminando, spesso sono state confortate da reperti RMN e radiologici positivi e in ogni caso mi hanno permesso di limitare certe mansioni che potevano essere pericolose per il dipendente esaminato, in ordine alla movimentazione manuale dei carichi.
Beato chi sa fare di meglio dall'alto della sua "scienza e coscienza"
come le persone a cui ti sei rivolto con scarso successo.
Spero che questo serva a ridurti la delusione.

La notizia, pur così tardiva, mi consola e te ne sono veramente grato.
Peccato tu sia un fenomeno del tutto isolato. Ricorderai certo, ma lo ricordo del resto io stesso, come allora ci fosse stato un apparente vasto interesse per i dati da me pubblicati e come inaspettatamente e rapidissimamente tutto sia poi invece tornato nel più assoluto silenzio e disinteresse.
C'è chi scrive che non si tratta di "economia del lavoro". Di cosa allora? Qualcun altro ha sperimentato e notato che la tecnica è fasulla, inutile, dannosa, "troppo soggettiva" rispetto all'assoluta oggettività della nostra professione. Siamo in possesso di una pletora di strumenti diagnostici o altrimenti la patologia discale è un fenomeno raro, ininfluente sul benessere della popolazione dei lavoratori? O ancora la prevenzione si può fare solo utilizzando una raffinata diagnostica strumentale che tutto documenta inconfutabilmente? O, come altri hanno osservato, ci sono delle ripercussioni medico legali che prendono forma e rilevanza se semeiologicamente individuiamo un danno in fieri
e prendiamo provvedimenti di tutela del lavoratore con scelte che non possiamo documentare abbiano una motivazione certa (solo la nostra individuazione di un danno a venire)?
Ma quando io incontro lavoratori che sono stati assenti dal lavoro per una lombalgia comparsa spesso nel corso di attività professionali a rischio o che l'hanno accusata dopo un carico lavorativo intenso al di fuori del lavoro e sono andati dal medico curante che a loro, che hanno dichiarato dolore lombare, ha risposto con l'originale diagnosi di "lombalgia", o sono stati ad un PS arrancando per il dolore e si sono sentiti diagnosticare il loro dolore come dovuto ad "uno strappo" o a un "colpo della strega" e avendoli visitati, magari un anno o due prima, avevo invece riscontrato una lesione iniziale di un disco, posso raccontare loro che la tecnica che avevo utilizzato non è riconosciuta, non ha valore legale e dunque non mi ha permesso di attivare ufficialmente procedure di tutela nei loro confronti? E se invece le attivo queste procedure in barba alla legalità del mio operato e ne nasce un contenzioso con il datore di lavoro che mi chiede il "redde rationem" delle mie precrizioni o dei limiti imposti alla mansione di quel lavoratore, quale storia racconto? Che io sono dotato di poteri straordinari e, in assenza di qualsivoglia conferma della letteratura, applico dei metodi "fai da te"?
Anche l'assoluzione di un colpevole così come la condanna di un innocente hanno ragione d'essere e sono accettabili. Da rifiutare e scongiurare è l'assenza di istruttoria e del conseguente giudizio.

Scusami per l'ovvietà di quanto scritto, ma accetta la mia gratitudine per quanto hai comunicato.
Tiziano Camerotto

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renatofucili

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  • Re: dieci anni dopo, niente di fatto
  • (06/10/2007 19:04)

[cite]tcam il 28/09/2007 12:20 ha scritto:
Sono trascorsi ormai dieci anni da quando, forse per caso, ho trovato un modo... per evidenziare... la presenza di "sofferenza" di un disco intervertebrale in pazienti sintomatici o non.

Gentile collega,
come posso fare per conoscere ed usare a mia volta il tuo metodo?
Renato Fucili, Pesaro.

tcam

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  • Re: dieci anni dopo, niente di fatto
  • (06/10/2007 22:54)

renatofucili il 06/10/2007 07:04 ha scritto:
[cite]tcam il 28/09/2007 12:20 ha scritto:
Sono trascorsi ormai dieci anni da quando, forse per caso, ho trovato un modo... per evidenziare... la presenza di "sofferenza" di un disco intervertebrale in pazienti sintomatici o non.

Gentile collega,
come posso fare per conoscere ed usare a mia volta il tuo metodo?
Renato Fucili, Pesaro.

E' semplice. Il collega Bordini nella sua prima risposta a questo articolo ti offre anche il link per trovare la comunicazione che io feci nel 2000.
Leggi e fammi sapere se hai qualche perplessità.
Un saluto Tcam

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GANDALF IL GRIGIO

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  • Re: dieci anni dopo, niente di fatto
  • (11/10/2007 12:16)

Caro Collega, mi è capitato di usare il tuo metodo, e devo dire che mi ha dato risultati interessanti e fatto fare qualche bella figura specie nei casi dubbi.
Sappi che se ce ne fosse bisogno per fare casistiche o validazioni di metodo sono disponibile a fornirti i questionari in questione (scusate il gioco di parole) ed i relativi riscontri strumentali.
saluti

Sergio Truppe
................................................................

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  • Re: dieci anni dopo, niente di fatto
  • (11/10/2007 22:29)

GANDALF IL GRIGIO il 11/10/2007 12:16 ha scritto:
Caro Collega, mi è capitato di usare il tuo metodo, e devo dire che mi ha dato risultati interessanti e fatto fare qualche bella figura specie nei casi dubbi.
Sappi che se ce ne fosse bisogno per fare casistiche o validazioni di metodo sono disponibile a fornirti i questionari in questione (scusate il gioco di parole) ed i relativi riscontri strumentali.
saluti

Ti ringrazio per la comunicazione.
Forse qualche altro collega ha accumulato esperienza e ce lo potrà comunicare.
Poichè la mia finalità è di standardizzare il metodo e di renderlo disponibile a tutti coloro che lo vogliano utilizzare, credo che potrebbe essere utile una condivisione delle esperienze personali.
Io però, da parte mia, sono stanco e abbastanza scoraggiato e "passo palla".

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