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Saldatori e prescrizioni per il visus

Questo argomento ha avuto 5 risposte ed è stato letto 3560 volte.

Paolo Soave

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  • Saldatori e prescrizioni per il visus
  • (29/09/2007 15:52)

Saldatore di getti in acciaio sottoposto a visita oculistica su richiesta del medico competente.Esito: prescrizione di correzione visiva per presbiopia. Il lavoratore afferma di utilizzare gli occhiali solo per lavoro. Questi occhiali sono a carico del datore di lavoro? Nel giudizio di idoneità deve essere indicata come prescrizione l'uso di correzione visiva durante le operazioni di saldatura?

tcam

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  • Re: Saldatori e prescrizioni per il visus
  • (29/09/2007 20:58)

Paolo Soave il 29/09/2007 03:52 ha scritto:
Saldatore di getti in acciaio sottoposto a visita oculistica su richiesta del medico competente.Esito: prescrizione di correzione visiva per presbiopia. Il lavoratore afferma di utilizzare gli occhiali solo per lavoro. Questi occhiali sono a carico del datore di lavoro? Nel giudizio di idoneità deve essere indicata come prescrizione l'uso di correzione visiva durante le operazioni di saldatura?

E' un vecchio arrovello.
Certo che se per svolgere la mansione che gli è stata assegnata deve per forza utilizzare la correzione prescritta (anche se è difficile capire il nesso tra l'attività e il bisogno di correzione del difetto riscontrato), le lenti potranno essere considerate DPI e dunque saranno a carico del datore di lavoro ma, in quanto DPI, dovranno rimanere nel luogo di lavoro e non potranno essere utilizzate altrove. Sono infatti proprietà del datore di lavoro che le affida in uso al lavoratore da lui dipendente.
Andrà comunque meglio valutata anche l'idoneità e la necessità del dispositivo che come tale diverrebbe obbligatorio per il lavoratore e potrebbe, se inidoneo e non pertinente la mansione, divenire addirittura una causa di aggarvamento del rischio.

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bordini

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  • Re: Saldatori e prescrizioni per il visus
  • (30/09/2007 10:30)

Sul fatto che occhiali da vista e DPI siano cose differenti si e' gia' ampiamente discusso poco tempo fa su questo sito. Vi posto il link sperando di esservi utile http://www.medicocompetente.it/fo...read/1220/vdt-e-prescrizioni/p/2/

"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)

Paolo Soave

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  • Re: Saldatori e prescrizioni per il visus
  • (30/09/2007 11:12)

tcam il 29/09/2007 08:58 ha scritto:


E' un vecchio arrovello.
Certo che se per svolgere la mansione che gli è stata assegnata deve per forza utilizzare la correzione prescritta (anche se è difficile capire il nesso tra l'attività e il bisogno di correzione del difetto riscontrato), le lenti potranno essere considerate DPI e dunque saranno a carico del datore di lavoro ma, in quanto DPI, dovranno rimanere nel luogo di lavoro e non potranno essere utilizzate altrove. Sono infatti proprietà del datore di lavoro che le affida in uso al lavoratore da lui dipendente.
Andrà comunque meglio valutata anche l'idoneità e la necessità del dispositivo che come tale diverrebbe obbligatorio per il lavoratore e potrebbe, se inidoneo e non pertinente la mansione, divenire addirittura una causa di aggarvamento del rischio.

Paolo Soave

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  • Re: Saldatori e prescrizioni per il visus
  • (30/09/2007 11:24)

La ditta produce getti in acciaio molto particolari per centrali nucleari, sottomarini, ecc. e pertanto gli interventi correttivi - perchè di questo si occupa il lavoratore interessato - sono abbastanza "delicati" per la precisione necessaria. Solitamente il danno oculare per i saldatori viene valutato su cornea/cristallino/retina ma - a mia conoscenza, probabilmente carente - mai sulla funzione visiva in sè e conseguentemente sul rischio astenopico. Tale rischio si può estendere ad altre lavorazioni diverse dall'uso di vdt?

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  • Re: Saldatori e prescrizioni per il visus
  • (30/09/2007 23:39)

Paolo Soave il 30/09/2007 11:24 ha scritto:
La ditta produce getti in acciaio molto particolari per centrali nucleari, sottomarini, ecc. e pertanto gli interventi correttivi - perchè di questo si occupa il lavoratore interessato - sono abbastanza "delicati" per la precisione necessaria. Solitamente il danno oculare per i saldatori viene valutato su cornea/cristallino/retina ma - a mia conoscenza, probabilmente carente - mai sulla funzione visiva in sè e conseguentemente sul rischio astenopico. Tale rischio si può estendere ad altre lavorazioni diverse dall'uso di vdt?

Mi dispiace di averti del tutto confuso le idee chiamando DPI un DSC ma credo potrai trovare adeguato antidoto sul link del forum.
Tuttavia il problema rimane aperto. Certo l'iter per i due tipi di dispositivo è del tutto similare e anche le conseguenze nel caso se ne definisca la necessità in sede specialistica e tu ne faccia prescrizione nel tuo giudizio di idoneità.
Peccato che non si trovino riferimenti a casi in cui il dispositivo non serve ad un addetto a VDT che pare essere l'unica condizione adeguatamente normata.
Con la locuzione "Dispositivi speciali di correzione", di cui all'art.55, comma 5, del d.L.vo. n. 626/94, si devono intendere quei particolari dispositivi che consentono di eseguire in buone condizioni il lavoro al videoterminale quando si rivelino non adatti i dispositivi normali di correzione, cioe' quelli usati dal lavoratore nella vita quotidiana.
Così sono definiti dalla Circolare del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale 5 marzo 1998, n. 30 con riguardo ad "Ulteriori chiarimenti interpretativi del decreto legislativo 494/96 e del decreto legislativo 626/94"
Qualche volta ci troviamo a dover decidere e non è del tutto semplice capire quale sia il percorso più semplice e più adeguato per fare in modo che le nostre decisioni siano comunque congrue ai diritti ed agli interessi delle parti in causa.
E' un dato certo da cui puoi partire ( e lo hai già fatto) che il lavoratore di cui parli debba svolgere un compito che richiede accuratezza esecutiva. Se sarà impreciso in quanto mette male a fuoco, produrrà male e con sostanziale difficoltà e disagio personali ( e mi sia perdonata l'ostinazione, in tal caso forse il dispositivo di correzione acquista anche carattere di dispositivo di protezione se per salute e sicurezza intendiamo la garanzia di un welfare lavorativo globale e non solo fisico).
Se dalla tua valutazione della mansione deduci, per le modalità con cui il lavoratore opera (distanza dall'oggetto da saldare) che la sua presbiopia sia una condizione di interferenza nella sua capacità lavorativa, credo sia giusto che tu prescriva l'utilizzo delle lenti con avendo il supporto della consulenza dello specialista che ne ha individuato la necessità. Non voglio credere che il datore di lavoro vorrà dimostrare una tale ottusità da preferire un prodotto scadente e contestabile dai committenti piuttosto che sobbarcarsi il risibile costo di un "dispositivo speciale di correzione". Ciò ovviamente se tu svolgerai al pieno il tuo ruolo (mediazione culturale nella fattispecie), spiegandogli il significato della tua prescrizione e il percorso logico che la informa.
Il rapporto diretto con il lavoratore e un breve sopralluogo alla sua postazione ti permetteranno di completare la tua opera ed esprimere il tuo giudizio con miglior convinzione.

Non so ( e non mi interessa a questo punto) se quanto ti ho detto sia assolutamente condivisibile. Sicuramente ci sono articoli, commi, circolari e sentenze che in qualche modo ti possono indicare percorsi diversi, ma ti posso dire che a ragione o a torto io mi comporterei così.
Buon lavoro.

Tiziano Camerotto

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