sono un medico chirurgo ospedaliero; a seguito di un angina instabile ,il MC dell'ospedale mi ha esonerato per 6 mesi dalla attività di sala operatoria, oltre all'esonero da turni prolungati e notturni.stante il rispetto della seconda parte dell'esonero,dato che la mia attività di sala operatoria riguarda esclusivamente interventi di elezione,a quali sanzioni giuridico-amministrative vado incontro se continuo ad andare in sala operatoria, nelle more che si esprima l'ufficio competente dell'asl a cui ho fatto ricorso contro tale esonero?
Il problema, piu' che delle sanzioni, e' quello di chi si prendera' la responsabilita' di mandarti in sala operatoria se esiste un giudizio di idoneita' che, anche temporaneamente, ti esclude da tale attivita'.
In poche parole se succede qualcosa....
"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)
In ogni caso il D.lGs. 626/94 al titolo IX non prevede sanzioni per tale inosservanza. Rimane comunque quanto detto precedentemente.
"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)
[grazie intanto per la sollecita risposta.
acclarato che la legge 626 non prevede sanzioni per tale inosservanza;
nell'ipotesi che voglia andare in sala operatoria,sotto la mia personale ed autonoma responsabilità,senza alcuna imposizione da parte del responsabile di struttura, come posso ovviare all'esonero?
E' possibile con una sorta di autodichiarazione di responsabilità soggettiva o meglio di liberatoria per l'azienda ,rendere ciò praticabile?
Mi pare, per rispondere alla prima domanda, che il mancato rispetto del giudizio di idoneità potrebbe comportare una sanzione a carico del datore di lavoro (art 4 comma 5 c )che deve adibire il lavoratore a compiti che siano compatibili con il sua salute e con la sicurezza.
Non voglio entrare nel merito del giudizio (anche se mi pare, in linea generale, ragionevole), ritengo però che in caso di non condivisione il lavoratore debba proporre ricorso all'organo competente e non cercare di eludere il giudizio stesso.
Quanto alla dichiarazione di assunzione di responsabilità potremmo estenderla a tutta la sorveglianza sanitaria: ogni lavoratore può dichiare quello che si sente in grado di fare o di non fare prendendosene la responsabilità. Il prossimo passo sarebbe la patente di guida e (perchè no?) il brevetto di pilota.
Il paragone non è peregrino in quanto l'attività chirurgica non può essere vista solo negli aspetti relativi alla salute dell'operatore ma anche in quelli relativi alla salute del paziente.
Il tema è indubbiamente complesso ed ha importanti implicazioni emotive e professionali. Mi pare assolutamente corretta l'osservazione di chi ha chiesto se ne hai parlato con il MC che ha formulato il giudizio.
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