Che esperienze avete circa questi occhiali "riposanti" per videoterminalisti: sono stato sollecitato in proposito da due dipendenti, peraltro con ottima vista.
Riporto qui appresso le note che ho ricavato da due pagine internet pubblicitarie:
"Lenti antiriflesso neutre
Occhiali con montatura metallica color bronzo e con protezioni laterali trasparenti.
Sviluppati per ambienti con elevata luminanza dove vi sono sorgenti emittenti di raggi ultravioletti ed infrarossi e per operatori di videoterminali.
La sperimentazione ha dimostrato che questi occhiali sono di grande utilità in quanto riducono le componenti spettrali più nocive; riducono l’illuminamento e la luminanza sia sul piano di lavoro che sullo schermo; assorbono totalmente le radiazioni UV fino a 400 nm ed inoltre consentono all’occhio di percepire in uguale misura o in alcuni casi di migliorare i contrasti e sottopongono nel suo complesso l’occhio ad un minor grado di astenopia cioè alla sindrome derivante da affaticamento visivo.
Disponibile nelle versioni: con lenti in policarbonato a norma EN 166; con lente videoterminale azzurra o rosa e con lenti correttive."
e ancora da un altro sito:
"La lente da vista è di per sè una lente filtrante (non al massimo livello) alla gamma dei 400 Nm (Ultravioletta) e se unita all'antiriflesso, la capacità di filtraggio è ottima.
Si può aggiungere il classico trattamento giallino che filtra la gamma cromatica blu che è quella che dà problemi di visione al videoterminale e non quella dei raggi UV come è da credenza comune.
Per il PC in genere si utilizzano degli occhiali con lenti neutre gialle.
Aiutano un pochino a non stressare gli occhi e se si ha un monitor LCD (a cristalli liquidi) è il massimo per la protezione degli occhi, infatti i monitor CRT (i classici bombardoni) hanno l'emissione dal tubo catodico posteriore verso lo schermo di raggi ed avendo il refresh basso, danno un continuo stress visivo agli occhi che devono adattarsi al ricambio di immagine continua."
Vi ringrazio per i contributi.
Guido Marchionni
L'argomento é stimolante, perché viene riproposto periodicamente dalla pratica quotidiana.
Credo tuttavia che non dobbiamo perdere di vista la nostra 'stella polare', vale a dire l'evidenza della letteratura scientifica. E, a quanto mi risulta, corsi di aggiornamento degli ultimi anni compresi, non emerge nulla di dimostrato a favore di un occhiale specifico 'da videoterminale'.
Personalmente ho potuto constatare in diversi addetti l'abbandono di lenti 'neutre', dopo una breve periodo di attività lavorativa senza correzione, mentre in qualche caso si é manifestato un 'effetto placebo', su soggetti, controllati anche da oculista, che riferivano beneficio da lenti 'neutre' (misurate personalmente con il frontifocometro) e prive di qualsiasi 'optional'.
Ottima invenzione degli ottici, da quello che noto nelle mie esperienze quotidiane con i videoterminalisti.
A persone giovani, con vista perfetta, che non accusano alcun disturbo anche in situazione di lavoro, vengono imposti da ottici "di fiducia" costosissimi occhiali (magari all'ultima moda),con la pretesa delle prorpietà riposanti (anzi, qualcuno si è spinto oltre, arrivando a dire all'ignaro cliente che gli occhiali per il VDT sono obbligatori ! ).
Purtroppo la colpa è anche nostra, perchè se la nostra informazione fallisce, e non riusciamo a spiegare ai lavoratori la differenza tra l'oculista e l'ottico, cosa pretendiamo ?
paldoctor il 30/10/2007 01:27 ha scritto:
Ottima invenzione degli ottici, da quello che noto nelle mie esperienze quotidiane con i videoterminalisti.
...
Purtroppo la colpa è anche nostra, perchè se la nostra informazione fallisce, e non riusciamo a spiegare ai lavoratori la differenza tra l'oculista e l'ottico, cosa pretendiamo ?
Non per la mia solita "vis polemica", ma fino a che anzichè mandare il lavoratore da un signor specialista in oculistica si continuerà a fare quello che viene chiamato "screening visivo", con quegli aggeggetti che stanno ad apparecchi oculistici come il microscopino da meno di 200 euro -che ho preso a mio nipote di 4 anni- sta al mio Leitz di laboratorio, questo sarà sempre probabile.
Personalmene, dissento in maniera notevole dal criterio di "lenti neutre". O sono almeno del tipo "antiriflesso" (che torna comodissimo specie quando c'è illuminazione con i lamellari), oppure servono solo agli ottici e gravano indebitamente sulle spese del DdL. Ricordo infatti che qualora ci sia da parte Vs. MMCC l'espressione di un giudizio del tipo "idoneo con prescizione dell'uso di lenti", le lenti stesse devono a tutti gli effetti intendersi come DPI specifici, e pertanto a carico del DdL. La montatura, no, ma le lenti sì. e pure a 20 euro a lavoratore, mi sembra stupido ed anzi lazzaronesco.
Quanto all'effetto placebo... sono certa che una monetizzazione del tipo "indennità per uso VDT", come c'era una volta per la dattilografia, sarebbe assai più "placebante". Io mi ci gioco parecchio che una bella banconota da 50 euro in più al mese sarebbe assai, ma assai più riposante di tutte le lenti neutre di questo mondo.
P.S.: non ci fate caso, con gli anni, l'età, le condizioni atmosferiche etc. etc., la mia acidità arriva a livelli davvero pregevoli.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
nofertiri9 il 31/10/2007 12:09 ha scritto:
Non per la mia solita "vis polemica", ma fino a che anzichè mandare il lavoratore da un signor specialista in oculistica si continuerà a fare quello che viene chiamato "screening visivo", con quegli aggeggetti che stanno ad apparecchi oculistici come il microscopino da meno di 200 euro -che ho preso a mio nipote di 4 anni- sta al mio Leitz di laboratorio, questo sarà sempre probabile.
Personalmene, dissento in maniera notevole dal criterio di "lenti neutre". O sono almeno del tipo "antiriflesso" (che torna comodissimo specie quando c'è illuminazione con i lamellari), oppure servono solo agli ottici e gravano indebitamente sulle spese del DdL. Ricordo infatti che qualora ci sia da parte Vs. MMCC l'espressione di un giudizio del tipo "idoneo con prescizione dell'uso di lenti", le lenti stesse devono a tutti gli effetti intendersi come DPI specifici, e pertanto a carico del DdL. La montatura, no, ma le lenti sì. e pure a 20 euro a lavoratore, mi sembra stupido ed anzi lazzaronesco.
Quanto all'effetto placebo... sono certa che una monetizzazione del tipo "indennità per uso VDT", come c'era una volta per la dattilografia, sarebbe assai più "placebante". Io mi ci gioco parecchio che una bella banconota da 50 euro in più al mese sarebbe assai, ma assai più riposante di tutte le lenti neutre di questo mondo.
P.S.: non ci fate caso, con gli anni, l'età, le condizioni atmosferiche etc. etc., la mia acidità arriva a livelli davvero pregevoli.
Mi dispiace dover dissentire con Nofertiri9, che non ho ancora capito per inciso che tipo di lavoro svolga (è importante saperlo se uno/una ritiene di poter interpretare così finemente le normative relative alla medicina del lavoro anche più di un medico competente...).
Non è affatto vero che scrivere idoneo con prescrizione dell'uso di lenti significa dover fornire dei DPI specifici a carico del DDL; si cadrebbe infatti nell'assurdità che per ogni correzione di miopia o di astigmatismo o di ipermetropia o di presbiopia, tutti difetti in genere preesistenti , e comunque non imputabili al lavoro, si debba gravare sulle aziende. Quello che è giusto è giusto. Esistono numerose pubblicazioni che sottolineano come per DPI specifici si intenda quei mezzi correttivi per l'occhio senza i quali il lavoratore non può svolgere, e solo in ambito lavorativo, una certa mansione (per esempio, ausili per ipovedenti, ingranditori, lenti "speciali" ).
Non facciamo per favore, colleghi medici e non medici, a cui sta a cuore quello che facciamo, di ogni cosa un motivo di rivendicazione pseudo-sindacale o filosofica spicciola. Con molta stima per la passione, in ogni caso.
Per dovere di chiarezza verso colleghi e non che leggono il forum, va ribadito che, per interpretazione ormai univoca (di una normativa non chiarissima), si intende dispositivo speciale quell'occhiale, o lente, dedicato esclusivamente all'uso confortevole del videoterminale e per il quale il MC prevederà 'l'obbligo' dell'uso, poiché fornito dal DL. Generalmente per le lenti di uso routinario in ambito extraprofessionale, utili 'anche' nell'uso del pc, si parla di 'prescrizione' da parte del MC.
Concordo invece la critica sulle modalità di screening condotto dal Medico Cometente, anzi a volte neanche effettuato e delegato automaticamente allo specialista oculista: credo che in questo caso possiamo/dobbiamo fare di più e meglio.
ripeto, solo a chiariment oper paldoctor, che sono Igienista Industriale, e mi occupo (e mi interesso anche molto) di problemi inerenti la sicurezza ma soprattutto la salute sul lavoro e l'influenza delle varie attività antropiche sull'ambiente. A livello di studi, sono Biologa con un ormai anziano master in Medicina Aziendale (parliamo di 24 anni fa, ormai, e 32 di laurea), e ho seguito il nascere, il crescere, l'evolversi e talvolta il morire di tutta la Normativa nazionale in materia di Sanità e ambiente. Quando mi sono laureata, ovviamente con una tesi in Igiene Industriale/ambientale, c'erano solo il 303/56 e associati, il 1124/65 e ovviamente il 547/55. Ma le malattie professionali esistevano già, come ben sapete, e in quei tempi nelle facoltà di medicina si usava ancora parlare dei rischi legati alle specifiche professionalità, dalla siderurgia all'ebanisteria, dalla produzione di materie plastiche alla carpenteria pesante sino alla leptospirosi per i fognaiuoli. Non c'erano le USL né le ASL, di sistema sanitaio nazionale si è iniziato a parlare solo alla fine del 1978 (con la 833/78), ed erano le varie Casse Mutue che si accolavano l'onere economico delle spese sanitarie; per i disoccupati ed i poverelli ci pensava prima solo il Comune (se eri iscritto nel c.d. elenco dei poveri) o l'INAM quando venne inventata la CIG, ossia dopo il 1970, e solo per i ricoveri ospedalieri ovvero il Medico Condotto Comunale per la Medicina che ggi chiamiamo di Base. Al lato economico degli infortuni e delle MP ci pensava l'INAIL già dal 1935 (eh, già...), e quando un operaio si doveva ricoverare per un incidente c'era un grande scambio epistolare tra INAM ed INAIL per sapere a chi toccassero le spese di ricovero, quindi con inchiesta sulle cause dell'infortunio etc. C'era ancora l'ENPI, per la tutela dei lavoratori con le visite preventive, e di 626 non si parlava neppure in mente dei. Ma già da quel tempo, se un impiegato amministrativo era miope o astigmatico, o anche un operaio, e di computer da tavolo come quelli di oggi ti assicuro che negli anni 70 non si aveva idea, ti posso assicurare che il costo delle sole lenti era a carico delle varie Casse Mutue; io all'epoca ero miopissima (operata solo nel 1990) e ti assicuro che sia l'ente dove lavoravo che l'ente da cui ero assistita rimborsavano il costo delle lenti, in regime di assistenza indiretta, a presentazione di prescrizione oculistica e di regolare fattura dell'ottico. Ed anche l'INAM, che però aveva convenzionato alcuni ottici alla bisogna, che quindi le passava in assistenza diretta. Con la riforma Sanitaria del 78, queste prestazioni parasanitarie vennero per lo più sospese, ad eccezione di taluni distretti, e l'onere del costo delle lenti per i diversamente vedenti (...) restò anch'esso sospeso fino al definitivo scioglimento degli Enti assistenziali. Con l'introduzione del 626/94, il concetto che i DPI erano a carico del DdL fu chiarito ben esplicitamente, e nei vari CCNL di conseguenza fu recepito. Orbene, se io senza occhiali non ci vedo bene, e per fare il mio lavoro in sicurezza ho bisogno delle lenti correttive di quel che sia, per evidenti motivi di sicurezza e salute le lenti correttive costituiscono a tutti gli effetti un DPI, se il MC le prescrive. Diciamo che ciò può intendersi come il primo blando cenno della tutela della salute degli "ipersuscettibili individuali", e sull'argomento si è espresso anche il Ministero del lavoro con la circolare n. 30 del 5 marzo 1998 spiegando che:
"Con la locuzione «dispositivi speciali di correzione», di cui all'art.55, comma 5, del d.lgs. n. 626/94, si devono intendere quei particolari dispositivi che consentono di eseguire in buone condizioni il lavoro al videoterminale quando si rivelino non adatti i dispositivi normali di correzione, cioe' quelli usati dal lavoratore nella vita quotidiana.
Ne deriva che, nell'ipotesi i cui il «dispositivo speciali di correzione» sia integrato nel normale dispositivo di correzione, il datore di lavoro e' tenuto a pagare il solo costo relativo alla correzione speciale."
Vedi bene che se un sacripante di dipendente ha ad esempio un lieve grado di astigmatismo anche ad un solo occhio, diciamo pure 0,50, che gli consentono di vedere 10/10 nel quotidiano ma che ha senza meno bisogno di lenti per ridurre le forie al PC, il costo delle lenti è a carico del DdL.
Da qui, la mia contrarietà alle c.d. "lenti neutre", e il mio parere favorevole ad esempio per qulle del tipo antiriflesso, pur se non graduate.
Mi sento di dover inoltre copiaincollare a seguito quanto contenuto nel Documento n.6 delle Linee guida all'applicazione del D.Lgs. 626/94 emanate dal Coordinamento Stato Regioni in merito al tipo di SS per gli addetti a VDT:
"- Le visite mediche da effettuare prima dell'adibizione a VDT o in sede di prima
applicazione includano ... *anamnesi ergoftalmologica*esame della refrazione
ed eventuale correzione *esame degli anness, del segmento anteriore e posteriore
*valutazione delle forie,stereopsi e PPC *valutazione del senso cromatico ed eventualmente esame ortottico completo, esame del film lacrimale e tonometria.
- In sede di visite successive sarà compito del MC, effettuato un adeguato raccordo anamnestico, individuare l'insieme di procedure cliniche o strumentali idoneo a monitorare nel tempo le condizioni degli apparati visivo e muscoloscheletrico."
E non mi venite a dire che questo si può fare con gli aggeggetti, perchè magari non sono medico ma nemmeno stupida.
Mi trovavo, qualche tempo fa, a chiacchierare con un emimente Prof Univ titolare di MdL, un vero genio dei meccanismi tossicocinetici, che però non ne sapeva una ceppa di normativa. E poichè siamo in rapporti direi cordiali, mi sono permessa di chiedergli "Scusami, Pinco, ma a parte le scienziaterie, tu come insegni ai tuoi discenti a fare il loro mestiere una volta specilizzati, se non gli date almeno qualche blanda dritta di normativa applicabile???". Pinco mi guardò un po' stralunato e perplesso, mi sorrise e rispose che poi che c'entra, quella è un'altra cosa dalla Medicina del Lavoro. Ebbene, io non la vedo così, ecco tutto.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Cara Nofer, ti leggo sempre con immenso piacere, ma oggi ho alcuni commenti, o forse non ho capito bene.
Innanzitutto cosa c'entra ricordare le Casse Mutue nell'ambito della Medicina del Lavoro? Se allora davano tutto (ricordo che giovanissimo medico ero costretto a prescrivere l'Amaro Medicinale Giuliani!!!) e adesso il SSN da quasi niente, non è colpa del Ddl, né se ne può fare lui carico.
La Circolare, come tu giustamente ricordi, specifica perfettamente che gli occhiali per VDT vanno forniti dal Ddl solo quando quelli utiizzati normalmente per la vita di tutti i giorni. Infatti io normalmente preciso che gli occhiali speciali per VDT (su precrizione di un Oculista e non di una "macchinetta"!) vanno intesi come DPI e come tali lasciati sul posto di lavoro (non credo che un operaio si porti ad esempio una cuffia o una maschera a casa)!
Se fosse altrimenti bisognerebbe fornire ausili a qualunque "diversamente abile" (ma che vuol dire? comunque ora quando mi dicono che sono un po' grasso, io preciso che sono un "diversamente magro").
Quindi se io nel giudizio di idoneità prescrivo delle lenti, vanno intese quelle "tipo DPI", negli altri casi non prescrivo nulla: se no ti dovrei obbligare anche ad utilizzarle nel tragitto casa-lavoro (incidente in itinere.....).
Poi infine citi le lenti anti riflesso: ma perché? I riflessi NON CI DEVONO ESSERE, e se ci sono va modificato il posto di lavoro. Per favore non torniamo ai vecchi e inutili schermi antiriflesso (che peggioravano la definizione del video) o peggio alle sfere autoadesive contenenti "terre rare" che eliminavano tutte le "radiazioni residue" (per fortuna non quelle nella banda 400 - 760 nm, se no non avremmo visto un accidente).
Comunque, cara Nofer è sempre un grande piacere leggerti e ricordare i tempi del 303, quando l'aggettivo "competente" voleva significare: "speriamo che ci capisca qualcosa!!". Ma forse in certi casi anche oggi è così.
"Studia prima la scienza, e poi seguita la pratica, nata da essa scienza. Quelli che s'innamoran di pratica senza scienza son come 'l nocchier ch'entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada"
LEONARDO DA VINCI
Gabriele Campurra il 03/11/2007 06:11 ha scritto:
Poi infine citi le lenti anti riflesso: ma perché? I riflessi NON CI DEVONO ESSERE, e se ci sono va modificato il posto di lavoro.
Prima di ogni cosa, grazie delle parole gentilissime che hai nei miei confronti. e poi mi spiego: io non mi riferivo all'eventuale riflesso dello schermo (che come dici tu giustamente NON ci deve essere), ma da ex-portatrice di occhiali pensavo all'effettivo, fastidiosissimo riflesso che si fa nelle lenti un po' spesse anche dall'illuminazione normale.
Qualche rara volta che mi hanno fatto fare delle valutazioni con misurazione di luminanza e di illuminazione delle postazioni VDT, spesso mi sono trovata a dover risistemare, o consigliare di risistemare, i colori di windows, che spesso i lavoratori non si rendono conto che è il contrasto a stancare. E hai voglia di stare a spiegare, trovi sempre quello che dice: "io voglio la predefinita verde!". Quelli che trovo spesso terribili, da questo punto di vista, sono i software gestionali che si comperano: per motivi puramente commerciali, i programmatori mettono colori accattivanti alla demo che però quando ci lavori puoi anche imprecare in aramaico antico.
Ed è esattamente per quelle situazioni, che ritengo il lavoratore possa -sempre in determinati casi di illuminazione generale- trovare un qualche beneficio dalle lenti antiriflesso.
Ma mi trovi del tutto contraria alla "prescrizione generalizzata", sarebbe come obbligare tutti a prendere un certo antibiotico tutti i giorni: ai malati con l'acciacco di destinazione elettiva magari farebbe bene, ma di certo farebbe malissimo a tutti gli altri che sono di certo la stragrande maggioranza.
Nofer
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