Cosa ne pensate, vanno organizzati corsi di ostetricia in ufficio??
« 1.1. In alternativa a quanto disposto
dal comma 1, è riconosciuta alle lavoratrici
la facoltà di astenersi dal lavoro esclusiva?mente dopo l’evento del parto entro i cin?que mesi successivi allo stesso, a condi?zione che il medico specialista del Servizio
sanitario nazionale o con esso convenzio?nato e il medico competente ai fini della
prevenzione e tutela della salute nei luoghi
di lavoro attestino che tale opzione non
arrechi pregiudizio alla salute della ge?stante e del nascituro ».
Sinora si poteva rimanere sono all ottavo mese per rientrare al quarto postpartum.ora la lavoratrice ha la facolta di chiudere di lavorare sono al nono e di rientrare dopo il quinto postpartum.anche prima ,se presente,era indispensabile il giudizio del medico competente.non ravvedo grossi cambiamenti...anzi la mamma avrà un mese in più per godersi il bambino.rammentando che ne può usufruire,in alternativa il padre e anche i genitori adottivi.aggiusterei il DVR.
Battuta a parte (ci mancherebbe pure il corso sull'emergenza parto in ufficio) anche io non credo cambierà granchè ????????
giancarlo il 08/01/2019 05:17 ha scritto:
Sinora si poteva rimanere sono all ottavo mese per rientrare al quarto postpartum.ora la lavoratrice ha la facolta di chiudere di lavorare sono al nono e di rientrare dopo il quinto postpartum.anche prima ,se presente,era indispensabile il giudizio del medico competente.non ravvedo grossi cambiamenti...anzi la mamma avrà un mese in più per godersi il bambino.rammentando che ne può usufruire,in alternativa il padre e anche i genitori adottivi.aggiusterei il DVR.
Quindi tu saresti sereno a dare il tuo placet anche per il nono mese?
Ti ricordo che ci si deve esprimere anche circa il raggiungimento del posto di lavoro, che, a differenza degli anni 50/60 non è più così spesso sotto casa.....
Mi è successo di non dare il "benestare" in quanto il viaggio prevedeva un percorso in treno e poi in autobus. Ne ho parlato con la futura mamma che alla fine mi ha dato ragione. Il problema può essere legato al fatto che dobbiamo "indagare" noi come la dipendente raggiunge il posto di lavoro (in auto, in treno, la portano, guida lei...) ... devo farmi firmare una certificazione di dove abita e come arriva al lavoro per pararmi il c*** ?
PS ovviamente una futura mamma dovrebbe pensare autonomamente alla sua salute e a quella del futuro figlio, ma si sa... premi produzione, chiusura dei bilanci, proteste dei DL... non sempre è così
Non sono d accordo nel ricomprendere tra i rischi lavorativi i viaggi tra casa e luogo di lavoro .Attualmente nel DVR li inserisci?E se si quali soluzioni applichi per ridurre o eliminare tali rischi?Comunque se a tuo parere,premesso che il ginecologo escludi gravidanza a rischio,l attività lavorativa esponga la lavoratrice (o il lavoratore ) a rischi per se o per il nascituro e non ci siano soluzioni alternative che riducano o eliminino questi rischi,darai parere negativo.
Purtroppo pero' il tragitto rientra tra gli aspetti (credo fosse una circolare ministeriale del 2000) da valutare come precondizione per il rilascio del nulla osta
Conte_Vlad_III il 10/01/2019 08:14 ha scritto:
Purtroppo pero' il tragitto rientra tra gli aspetti (credo fosse una circolare ministeriale del 2000) da valutare come precondizione per il rilascio del nulla osta
Appunto..... Io intendevo commentare sulla necessità di legiferare ulteriormente su un aspetto che già era rodato e credo funzionasse bene anche con le impiegate.... Già mi vedo a cercare di far ragionare una donna circa il fatto che fare un tragitto su un qualsiasi mezzo a 2/3 giorni dal parto e stare a lavorare 8 ore non sia proprio l'ideale.....
Rcorda il 10/01/2019 01:28 ha scritto:
Appunto..... Io intendevo commentare sulla necessità di legiferare ulteriormente su un aspetto che già era rodato e credo funzionasse bene anche con le impiegate.... Già mi vedo a cercare di far ragionare una donna circa il fatto che fare un tragitto su un qualsiasi mezzo a 2/3 giorni dal parto e stare a lavorare 8 ore non sia proprio l'ideale.....
Eccola: https://www.cliclavoro.gov.it/Nor...olare_MLPS_7_luglio_2000_n.43.pdf
Concordo sul fatto che essendo oltretutto un mix di norme, alcune anche vecchiotte, e circolari forse un qualcosa di riepilogativo (magari anche attualizzato) non guasterebbe.
Ultimamente mi è capitata due volte questa cosa. L'Ispettorato del Lavoro, in entrambi i casi di Pavia, ha negato la richiesta di astensione dal lavoro fino a 7 mesi dopo il parto ex art. 7 D.Lgs 151/2001 e in più hanno richiesto espressamente un parere del Medico Competente sull'idoneità lavorativa attuale della dipendente. Domanda: esiste un riferimento legislativo (non comunicato nella istanza negata) in base al quale chiedono questo? Cosa può fare il Medico Competente se non ribadire e confermare quanto emerso dal DVR gestanti aziendale dove risulta chiara l'incompatibilità tra i fattori di rischio della mansione in questione e il periodo di allattamento fino ai 7 mesi?
MedicoCompetente.it - Copyright 2001-2024 Tutti i diritti riservati - Partita IVA IT01138680507
Privacy | Contatti