Alla" incirca 7 mesi fa ho visitato una Vigilessa operante in un comune per la quale ho indicato delle prescrizioni generiche correlate ad alcuni episodi di lombosciatalgia...fin qui nulla da evidenziare ...tutto scorre. Pochi giorni fa però sono stato avvisato dal comune che la stessa Vigilessa avrebbe, attualmente, delle reazioni emotive poco " adatte" al lavoro, è nervosa, risponde male ai colleghi e ai superiori, si irrita facilmente... mi viene chiesto se posso fare qualcosa, se posso rivisitarla nonostante non sia scaduta ancora l' idoneitá. Poichè non esiste una norma che consideri la visita su richiesta del datore di lavoro, nè tantomeno, ho avuto richiesta alcuna dalla stessa lavoratrice, mi chiedevo se l' unica opzione plausibile fosse far effettuare al comune visita per commissione ex art 300, in maniera tale che in loco fosse dato un giudizio su tale linea comportamentale della Vigilessa. Se così fosse, quale iter dovrebbe seguire il comune per tale tipo di richiesta? Cosa ne pensate? Grazie!
Situazione non inconsueta: il lavoratore adotta comportamenti ritenuti (a ragione o a torto) non consoni e si tenta di coinvolgere il MC. In generale credo che i comportamenti che integrano violazioni disciplinari o che intralcino il corretto funzionamento dei servizi debbano essere gestiti come fatti disciplinarmente rilevanti e non sanitarizzati "a prescindere". Personalmente sono sempre stato disponibile a interventi informali per ridurre i livelli di tensione (non sempre insorti per responsabilità del lavoratore). Tuttavia formulo giudizi di idoneità solo se le visite sono effettuate nel rispetto delle norme che regolano la SS e se eventuali prescrizioni/limitazioni sono relative a FdR per cui è effettuata la SS.
Nulla impedisce che il medico competente, ricevuti segnali di questo tipo (ma il discorso resta valido anche più in generale) si attivi per accertare se le condizioni lavorative (ambientali e organizzative) possano presentare elementi che giustifichino tali comportamenti anomali. Magari sentendo in merito anche la persona interessata, non trattandosi (in questo caso) di una visita medica ma di una indagine finalizzata ad evidenziare uno o più fattori di rischio. Se il problema è causato dal lavoro, sarà forse possibile porvi rimedio e normalizzare la situazione (non sempre, purtroppo. Anzi, spesso si finisce per far emergere situazioni che covano da tempo e sono di difficile soluzione). Se invece risulta che il problema è della lavoratrice, se ne dovrebbe occupare la commissione, a meno che non sia la dipendente stessa a chiedere l'aiuto del medico competente, magari per segnalare una situazione conflittuale con i colleghi (e in tal caso, non raramente, se non gli riesce il miracolo, il medico rischia di cacciarsi in un ginepraio, arrivando a giocarsi anche quel po' di fiducia che poteva essersi conquistata presso i lavoratori).
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