Buongiorno, vorrei sapere come un lavoratore debba comportarsi nella seguente situazione:
Per importanti problemi alla schiena, la lavoratrice si sottopone a fine 2018 ad esami RX e RM che certificano un'anterolistesi e ernia a L5-S1.
Presso visita ortopedica, lo specialista scrive di NON SOLLEVARE CARICHI IN FLESSIONE e rimanda la valutazione al neurochirurgo.
Il neurochirurgo propone un monitoraggio ogni 12 mesi in quanto vorrebbe stabilizzare chirurgicamente l'anterolistesi; il neurochirurgo durante le visite periodiche valuterà il livello di anterolistesi per procedere all'intervento chirurgico al grado più corretto possibile della progressione della patologia. Anche il neurochirurgo prescrive di NON SOLLEVARE CARICHI e di NON UTILIZZARE IL CAMICE DI PIOMBO (come dispositivo di protezione alle radiazioni ionizzanti), che la lavoratrice è tenuta a indossare durante alcune delle sue attività.
La lavoratrice è TECNICO SANITARIO DI RADIOLOGIA MEDICA e il camice di piombo e lo spostamento di carichi avviene solo in sala operatoria, mentre nelle altre mansioni preposte non sussiste alcun tipo di problema di movimentazione carichi o camice di piombo.
Il medico del lavoro nel suo giudizio non dà alcun tipo di limitazione, quindi secondo il suo giudizio la lavoratrice può SOLLEVARE CARICHI e UTILIZZARE IL CAMICE DI PIOMBO.
Il ricorso all'ASL conferma quello dichiarato dal medico del lavoro.
Come procedere? La lavoratrice è tenuta a spostare i carichi o è tenuta a evitare i carichi e il camice di piombo come prescritto dallo specialista? In caso di problematiche alla salute sopraggiunte dopo la movimentazione di carichi, chi ne risponde del mancato rispetto della prescrizione dello specialista?
il punto di vista clinico( ortopedico e neurochirurgico ) e l'espressione di consigli clinici non confliggono col GIUDIZIO DI IDONEITA' fondata sul DVR (che i due specilisti ignorano )e su indicazioni di tipo ergonomico che il Medico competente (specialista lui stesso) ben conosce.
l'aver posto il problema sotto il profilo di resposabilità ( che tocca tutti i medici nessuno escluso) sembra sottintendere che i due clinici sono "competenti" più del Medico aziendale.
IN CONLUSIONE NON SI TIENE IN CONTO CHE VI SI SCONTRANO DUE PROFESSIONALITA' (L'UNA CLINICA E L'ALTRA PREVENTIVA AMBIENTALE E MEDICO LEGALE)
iL GIUDIZIO FINALE HA VALORE, I CONSIGLI CLINICI SONO INVECE PARZIALI
Camice piombato: tra i 5 e i 7kg di peso distribuiti su spalle e colonna (quindi meno per distretto). Non conosco a mia memoria situazione che a tali condizioni possa determinare un aggravamento di qualsivoglia patologia. Se vogliamo attenerci alle indicazioni, molto prudenti (per chi?), del neurochirurgo allora tanto vale dire che non è idoneo a fare il TSRM per quanto riguarda l'uso del DPI. Quindi urge variazione della qualifica con accessori.
Sulla MMC ovvero per quanto riguarda il DL 81 occorrerebbero più elementi, che sicuramente avra' avuto l'ATS in sede di ricorso.
Sintesi: nessun DPI ha mai fatto venire o aggravato malattie professionali (ma figuriamoci). Per il resto fa da guida il DVR
La storia sembra costruita per non lasciare dubbi sull'identità del colpevole di negligenza, incompetenza nonchè potenziale responsabile di gravi e irreversibili lesioni. Poi però si apprende che anche l' OdV ha condiviso il giudizio del MC. Pare improbabile che nel territorio vi sia tale concentrazione di medici del lavoro irresponsabili ed è quindi lecito sospettare che altri elementi non riportati siano stati rilevanti nell'emettere il giudizio. Ipotizzo possa trattarsi di diverse valutazioni cliniche (gli "specialisti" citati erano stati consultati direttamente dall'interessata o avevano espresso una valutazione richiesta dal MC?). Certamente gli "specialisti" non erano in grado di tenere conto della valutazione dei rischi (come già detto da altri Colleghi)
Un altro elemento "culturale" che ho notato con disappunto è la qualifica di "specialista" attribuita a ortopedico e neurochirurgo in contrapposizione al MC, apparentemente senza arte nè parte.
In conclusione credo sia rischioso esprimere giudizi senza essere a conoscenza di tutti gli elementi del caso da affrontare
Bhè accade normalmente che gli specialisti diano consigli che a volte ci fanno comodo, a volte meno. Rientra nella discrezionalità. Dire (cit. ortopedico) non sollevare carichi in flessione mi pare un consiglio generico che equivale a quella di un cardiologo che dice smetta di fumare o riduca il colesterolo.
Giusto che lo dica, sarà poi il MC a tradurlo o a calarlo nel giudizio di idoneità (in questo caso non l'ha "calato").
Del NCH mi pare "strana" questa attenzione sul camice piombato, mah...
Non vedo alla fine motivi di impasse per il lavoratore: MC e ASL hanno espresso il loro giudizio: idoneo senza alcuna limitazione = può fare tutto. L'ultima frase è già materia da causa legale quindi andrebbe posta in tale ambito.
Salve, ho il problema opposto.. sono un TSRM che deve affrontare una visita medica pre assuntiva presso una nuova struttura. 2 anni fa sono stata operata con microdiscectomia per un'ernia discale lombare. Ora sto bene, mai più fatto un giorno di malattia. Ho paura che il medico.competente quando saprà dell' intervento non mi darà mai l'idoneità piena. Bensì con limitazioni. E ciò ho paura possa pregiudicare la mia assunzione. Io voglio la piena idoneita. Ci sono delle linee guida a riguardo? Spero mi aiuterete
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