"Cercasi addetto stampa senza difetti o imperfezioni fisiche” e il bando del Teatro San Carlo di Napoli fa discutere. Nell’avviso di ricerca “per l’eventuale assunzione a tempo indeterminato nel ruolo di Addetto stampa, assistente alla comunicazione ed edizioni” ai candidati, oltre all’idoneità fisica, viene richiesto anche di “essere esenti da difetti o imperfezioni che possano limitare il pieno e incondizionato espletamento delle mansioni previste”. L’annuncio è stato pubblicato sul sito istituzionale del Massimo. Come riporta il Corriere della Sera, il requisito, citato alla lettera C dell’articolo 1 del bando, ha scatenato aspre polemiche ...
La nota prosegue e chi volesse può continuarne la lettura al seguente link del sito Internet Infosannio:
https://infosannio.wordpress.com/...el-teatro-san-carlo-nella-bufera/
Bene, al di là della polemica suscitata e dalle risposte legali (e sindacali) che certamente arriveranno, a mio parere la trovata geniale del bando in questione non sta tanto nel voler evitare imperfezioni fisiche diciamo così "estetiche" o vere e proprie disabilità, ma nel tentativo di evitare invece - sin dall'inizio e senza particolari problematiche o contenziosi - di assumere lavoratori portatori di giudizi di idoneità parziali, in particolare idoneità con limitazioni. D'altra parte questa è una tesi sostenuta da tempo da autorevoli autori che, secondo me non correttamente, sostengono che i giudizi del medico competente dovrebbero essere tutti del tipo ON/OFF (cioè idoneo o inidoneo), evitando di ammettere prescrizioni e/o - soprattutto - limitazioni che diminuirebbero fortemente il potere imprenditoriale e le decisioni sul proficuo utilizzo del lavoratore (tesi ovviamente molto cara alla maggior parte dei datori di lavoro, come sa bene chi svolge quotidianamente la nostra attività professionale).
Mi sbaglierò sicuramente, ma a pensar male ....
Vedremo i futuri sviluppi.
Bisognerebbe conoscere il DvR del Teatro per capire se l'addetto stampa ha obblighi di sorveglianza sanitaria e se quindi sia possibile interpretare la situazione come tentativo di evitare assunzioni di soggetti con idoneità limitate. Il tema è però di interesse generale e merita qualche riflessione. A mio parere una prima discriminate va posta tra soggetti portatori di invalidità legalmente tutelate e soggetti che non presentano il problema. Una seconda discriminante va posta tra prescrizioni (per intenderci "deve utilizzare plantari") e limitazioni (non idoneo a lavoro notturno). Una terza tra soggetti da assumere e soggetti già dipendenti. Nei confronti di un soggetto non invalido che deve essere assunto e sia portatore di una significativa limitazione credo sia difficile sostenere l'obbligo di assunzione. E' possibile che una grande azienda possa adeguatamente utilizzare un elettricista che può lavorare solo a terra o un verniciatore che può usare solo il pennello. Non credo però sia realistico chiederlo alla piccola azienda. Il problema ha anche aspetti che travalicano il rapporto tra singolo lavoratore e azienda. In un ospedale in cui il blocco delle assunzioni ha ridotto il numero di OSS e ha prodotto un incremento dell'età media e delle frequenza di idoneità limitate è difficile sostenere che le rare assunzioni concesse debbano essere fatte indipendentemente dalla presenza di limitazioni. Ne risulterebbero peggiorata l'assistenza ed aggravate le condizioni di lavoro del personale in servizio.
Un ultimo punto: spesso i colleghi sono comprensibilmente restii a scrivere "non idoneo" in assunzione. Talora però si esagera e vengono formulati giudizi del tipo "idoneo alla mansione di muratore con le seguenti limitazioni : no lavoro in quota, no mmc, no contatto con cemento"
mantello il 14/07/2019 12:14 ha scritto:
Bisognerebbe conoscere il DvR del Teatro per capire se l'addetto stampa ha obblighi di sorveglianza sanitaria e se quindi sia possibile interpretare la situazione come tentativo di evitare assunzioni di soggetti con idoneità limitate. Il tema è però di interesse generale e merita qualche riflessione. A mio parere una prima discriminate va posta tra soggetti portatori di invalidità legalmente tutelate e soggetti che non presentano il problema. Una seconda discriminante va posta tra prescrizioni (per intenderci "deve utilizzare plantari") e limitazioni (non idoneo a lavoro notturno). Una terza tra soggetti da assumere e soggetti già dipendenti. Nei confronti di un soggetto non invalido che deve essere assunto e sia portatore di una significativa limitazione credo sia difficile sostenere l'obbligo di assunzione. E' possibile che una grande azienda possa adeguatamente utilizzare un elettricista che può lavorare solo a terra o un verniciatore che può usare solo il pennello. Non credo però sia realistico chiederlo alla piccola azienda. Il problema ha anche aspetti che travalicano il rapporto tra singolo lavoratore e azienda. In un ospedale in cui il blocco delle assunzioni ha ridotto il numero di OSS e ha prodotto un incremento dell'età media e delle frequenza di idoneità limitate è difficile sostenere che le rare assunzioni concesse debbano essere fatte indipendentemente dalla presenza di limitazioni. Ne risulterebbero peggiorata l'assistenza ed aggravate le condizioni di lavoro del personale in servizio.
Un ultimo punto: spesso i colleghi sono comprensibilmente restii a scrivere "non idoneo" in assunzione. Talora però si esagera e vengono formulati giudizi del tipo "idoneo alla mansione di muratore con le seguenti limitazioni : no lavoro in quota, no mmc, no contatto con cemento"
Sono d'accordo con Mantello. Un ulteriore problema è rappresentato poi dalla durata temporale della limitazione. Personalmente riesco a concepire limitazioni anche fortemente impattanti sull'attività lavorativa ma per un periodo limitato (mesi); mi riesce invece difficile digerire limitazioni vita lavorativa natural durante, per cui ci sono lavoratori < 40 anni che hanno la prospettiva di oltre 20 anni di lavoro con performance ridotta di una certa percentuale (spesso molto alta, vicina al 50%) ma con uguale stipendio di un collega equiparabile pienamente idoneo alla mansione... mi sembra quantomeno eticamente scorretto.
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