Non so da dove cominciare, non riesco a trovare le parole per esprimere il mio sconcerto di fronte a quanto successo e che vado brevemente a narrare.
Nel mese di settembre ho visitato dei lavoratori di una “nuova” ditta, nuova per me si intende, perché trattasi di struttura esistente già da anni, con regolare (?) sorveglianza sanitaria, operante nel settore dei rifiuti solidi urbani, ed in particolare nella produzione di CDR (combustibile da rifiuto). Si presenta quindi a visita un operaio addetto alla manutenzione delle linee di produzione (una specie di girone infernale dove al posto delle fiamme c’è la mondezza…) con qualche “problemino di salute” di cui trovo una blandissima traccia nelle cartelle precedenti; gli chiedo di produrre la certificazione medica comprovante il suo stato di salute/malattia, e mi trovo davanti le seguenti cose:1) tre diconsi tre ernie discali improntanti le radici nervose e sintomatiche; 2) ipertensione arteriosa; 3) una piastrinopenia di ndd, trattata da anni con cortisonici. La cosa più interessante di quest’ultima patologia sono, oltre alle 30.000 piastrine riscontrate all’emocromo, i 30 mg di cortisone che assume quotidianamente, e la certificazione di uno specialista ematologo di fama internazionale, datata circa due anni prima, che “sconsigliava vivamente” le attività che potessero comportare traumatismi. Mi riprendo dallo shock e lo faccio non idoneo alla mansione specifica, informandolo nello stesso momento e per iscritto della possibilità di fare ricorso contro il mio giudizio entro 30 giorni. Il lavoratore, esercitando in pieno i suoi diritti, fa il ricorso e la USL competente lo fa (udite, udite) IDONEO ALLA MANSIONE SENZA PRESCRIZIONI!!!!!!!!!!
Ora mi pongo alcune domande: E’ normale mandare a lavorare un cristiano con tre ernie discali, iperteso, immunodepresso da CS, con 30000 piastrine in un ambiente di lavoro con scarso ricambio di aria, con temperature che in estate superano spesso i 35 gradi con elevato tasso di umidità, con rischio biologico elevato, e facilità di traumatismi di varia entità?.... sono deficiente io? ….mi sfugge qualcosa? Voi cosa avreste fatto? …..e soprattutto, questo lavoratore, adesso, considerando che nella ditta non c’è magazzino e che il soggetto non è “adatto” ai lavori di ufficio, cosa lo metto fare?
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
Buon Giorno
Condivido il tuo giudizio di idoneità.
Saluti Gennaro
Gennaro Bilancio
HELP!
Condivido in pieno, ma sono senza parole (strano per me!).
Cmq, buona giornata a tutti i mattinieri (es. Gennaro!), Gab
"Studia prima la scienza, e poi seguita la pratica, nata da essa scienza. Quelli che s'innamoran di pratica senza scienza son come 'l nocchier ch'entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada"
LEONARDO DA VINCI
L'A.S.L. territorialmente competente l'ha fatto idoneo?, Ne prendi atto, citi e riporti gli estremi della loro idoneità in cartella e sul Tuo giudizio di idoneità. Ubi maior... e se accadrà qualche cosa il giudizio di idoneità non è stato da te imposto ma a te imposto. Presumo che il giudizio espresso a seguito di ricorso annulli quello del Medico Compentente.
Brutto non riuscire a dormire nemmanco il sabato....
maccagniriccardo il 01/12/2007 07:51 ha scritto:
L'A.S.L. territorialmente competente l'ha fatto idoneo?, Ne prendi atto, citi e riporti gli estremi della loro idoneità in cartella e sul Tuo giudizio di idoneità. Ubi maior... e se accadrà qualche cosa il giudizio di idoneità non è stato da te imposto ma a te imposto. Presumo che il giudizio espresso a seguito di ricorso annulli quello del Medico Compentente.
Brutto non riuscire a dormire nemmanco il sabato....
Si, ma alla prossima periodica che fai? L'essere umano è "un continuo divenire" (mazza che citazione ....!!!). Allora la responsabilità sarà nuovamente tua e solo tua.
Ma possibile che io non abbia niente di maglio da fare il sabato mattina?
Ribuongiorno a tutti, Gab
"Studia prima la scienza, e poi seguita la pratica, nata da essa scienza. Quelli che s'innamoran di pratica senza scienza son come 'l nocchier ch'entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada"
LEONARDO DA VINCI
meglio e non "maglio"
"Studia prima la scienza, e poi seguita la pratica, nata da essa scienza. Quelli che s'innamoran di pratica senza scienza son come 'l nocchier ch'entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada"
LEONARDO DA VINCI
Va be' sarò ipocrita ma comunque guadagno un anno e ho comunque più tempo per trovare soluzioni e magari rapportarmi con la mia ASL cercando di avere "un sereno scambio di opinioni" sul caso e trovare una quadra.
Buon fine settimana di non lavoro a tutti.
Si, hai ragione.
Mo' vado, ciao a tutti. Gab
"Studia prima la scienza, e poi seguita la pratica, nata da essa scienza. Quelli che s'innamoran di pratica senza scienza son come 'l nocchier ch'entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada"
LEONARDO DA VINCI
GANDALF IL GRIGIO il 01/12/2007 02:34 ha scritto:
Non so da dove cominciare, non riesco a trovare le parole per esprimere il mio sconcerto di fronte a quanto successo e che vado brevemente a narrare.
Nel mese di settembre ho visitato dei lavoratori di una “nuova” ditta, nuova per me si intende, perché trattasi di struttura esistente già da anni, con regolare (?) sorveglianza sanitaria, operante nel settore dei rifiuti solidi urbani, ed in particolare nella produzione di CDR (combustibile da rifiuto). Si presenta quindi a visita un operaio addetto alla manutenzione delle linee di produzione (una specie di girone infernale dove al posto delle fiamme c’è la mondezza…) con qualche “problemino di salute” di cui trovo una blandissima traccia nelle cartelle precedenti; gli chiedo di produrre la certificazione medica comprovante il suo stato di salute/malattia, e mi trovo davanti le seguenti cose:1) tre diconsi tre ernie discali improntanti le radici nervose e sintomatiche; 2) ipertensione arteriosa; 3) una piastrinopenia di ndd, trattata da anni con cortisonici. La cosa più interessante di quest’ultima patologia sono, oltre alle 30.000 piastrine riscontrate all’emocromo, i 30 mg di cortisone che assume quotidianamente, e la certificazione di uno specialista ematologo di fama internazionale, datata circa due anni prima, che “sconsigliava vivamente” le attività che potessero comportare traumatismi. Mi riprendo dallo shock e lo faccio non idoneo alla mansione specifica, informandolo nello stesso momento e per iscritto della possibilità di fare ricorso contro il mio giudizio entro 30 giorni. Il lavoratore, esercitando in pieno i suoi diritti, fa il ricorso e la USL competente lo fa (udite, udite) IDONEO ALLA MANSIONE SENZA PRESCRIZIONI!!!!!!!!!!
Ora mi pongo alcune domande: E’ normale mandare a lavorare un cristiano con tre ernie discali, iperteso, immunodepresso da CS, con 30000 piastrine in un ambiente di lavoro con scarso ricambio di aria, con temperature che in estate superano spesso i 35 gradi con elevato tasso di umidità, con rischio biologico elevato, e facilità di traumatismi di varia entità?.... sono deficiente io? ….mi sfugge qualcosa? Voi cosa avreste fatto? …..e soprattutto, questo lavoratore, adesso, considerando che nella ditta non c’è magazzino e che il soggetto non è “adatto” ai lavori di ufficio, cosa lo metto fare?
Da quello che hai descritto, credo tu abbia fatto la cosa giusta. D'altronde in una situazione del genere rilasciare una idoneità con limitazioni forse non avrebbe ragion d'essere, nel senso che le limitazioni sarebbero tali e tante che equivarrebbe a una non idoneità. Se poi la commissione della USL (una sorta di "corte d'appello") lo ha fatto idoneo in toto....beh, ne prendi atto...a ognuno le proprie responsabilità! Il problema, come è già stato fatto notare, è alla prossima visita periodica. Se la situazione sarà come adesso, io lo rifarei non idoneo e lui farà di nuovo ricorso, poi si vedrà....tu hai fatto quello che ritieni giusto.....Riguardo poi al "cosa lo metto a fare", beh, non è un problema di poco conto, ma volendo fare il cinico, ti potrei rispondere come rispose anni fa un magistrato ad un convegno: dottore, a lei spetta salvaguardare lo stato di salute del lavoratore, se vuole fare l'assistente sociale, cambi lavoro.........con ciò, al di là degli aspetti prettamente legali, credo sia giusto (io cerco di farlo) cercare un colloquio con il ddl per ricollocare il lavoratore. Non sempre è facile e possibile, ma in effetti (se ci pensi bene) il nostro compito è primariamente salvaguardare lo stato di salute....
raspanti il 01/12/2007 11:14 ha scritto:
Da quello che hai descritto, credo tu abbia fatto la cosa giusta. D'altronde in una situazione del genere rilasciare una idoneità con limitazioni forse non avrebbe ragion d'essere, nel senso che le limitazioni sarebbero tali e tante che equivarrebbe a una non idoneità. Se poi la commissione della USL (una sorta di "corte d'appello") lo ha fatto idoneo in toto....beh, ne prendi atto...a ognuno le proprie responsabilità! Il problema, come è già stato fatto notare, è alla prossima visita periodica. Se la situazione sarà come adesso, io lo rifarei non idoneo e lui farà di nuovo ricorso, poi si vedrà....tu hai fatto quello che ritieni giusto.....Riguardo poi al "cosa lo metto a fare", beh, non è un problema di poco conto, ma volendo fare il cinico, ti potrei rispondere come rispose anni fa un magistrato ad un convegno: dottore, a lei spetta salvaguardare lo stato di salute del lavoratore, se vuole fare l'assistente sociale, cambi lavoro.........con ciò, al di là degli aspetti prettamente legali, credo sia giusto (io cerco di farlo) cercare un colloquio con il ddl per ricollocare il lavoratore. Non sempre è facile e possibile, ma in effetti (se ci pensi bene) il nostro compito è primariamente salvaguardare lo stato di salute....
Egregi Dottori,
chiedo scusa per questa "invasione di campo" (non sono un medico) ma, pur seguendo questo forum abitualmente come spettatore, sul presente argomento non riesco a resistere alla tentazione di fare delle considerazioni.
Pur non avedo prestato il giuramento di Ippocrate, anche il mio lavoro incide, talvolta pesantemente, su altre persone.
E' ben vero che le mie azioni sono determinate da norme di legge che mi lasciano ben poca discrezionalità ma il trincerarsi dietro il "non faccio l'assistente sociale" senza cercare di attagliare la norma alla situazione contingente nell'ambito delle possibilità lasciate dalla norma stessa, mi sembra troppo facile.
Summa lex, summa iniuria.
Il Vostro compito è tutelare la salute del lavoratore: presuppongo anche quella psicologica, dunque. E che stato di salute può avere un disgraziato che, oltre a portarsi dietro una situazione patologica piuttosto pesante, magari anche non più giovanissimo, si ritrova da un giorno all'altro senza lavoro e, conseguentemente, senza mezzi di sostentamento?
Trovare una soluzione mediata tra quelle che sono le responsabilità professionali e quelle morali che ognuno di noi, in quanto essere umano, ha, non solo credo sia giusto, penso sia doveroso.
Altrimenti la tutela della salute del lavoratore rischia di diventare uno strumento a disposizione del datore di lavoro per "svecchiare il parco macchine" o per "tagliare i rami secchi", tanto per usare due luoghi comuni.
Distinti saluti a tutti.
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