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Incongruenza medico competente

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Mark85

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Reggio Emilia
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1
  • Incongruenza medico competente
  • (08/07/2020 23:15)

Salve, vi scrivo perché ho un enorme problema sul posto di lavoro e non so come risolverlo. Sono un dipendente della PA ,ho vinto un concorso nel 2014 ,dopo trenta giorni dalla mia assunzione la collega che avevo di fronte ha iniziato a dirmi frasi del tipo"c'è una cosa che mi dà molto fastidio,il tuo odore" , "ci vuole decoro" ,"c'è puzza di marcio qui non si può stare" teneva le finestre aperte anche in pieno inverno, tra i vari sorrisi dei presenti colleghi e via discorrendo. Lamentava con la responsabile che non le passavo i fogli direttamente in mano ma glielo lasciavo sul tavolo, in mia assenza temporanea rispondeva al telefono e non mi rendeva partecipe di chi mi aveva cercato, durante la stesura delle ferie si lamentava della mia mancata collaborazione nell'accordarci tra di noi ,peccato che lei non sia assolutamente interscambiabile con il sottoscritto in quanto a mansioni , quindi io non sotituisco lei e lei non sostituisce me,il problema della sovrapposizione delle ferie non esisteva.
Ho fatto presente le svariate problematiche alla responsabile ma non è mai intervenuta, anzi ,l'ha sempre coperta. Dopo quattro anni non ce la facevo più di sopportare e psicologicamente ero ormai a terra, ho scritto una lettera dove denunciavo tutto questo, l'ho inviata ai dirigenti dell'ente, ai sindacati, all'ufficio personale e ovviamente alla mia responsabile, sperando che stavolta, qualcuno agisse formalmente in mia difesa. Ciò ancora una volta non è avvenuto,tanto che la mia collega,venuta a sapere della mia lettera, mi ha insultato con frasi del tipo"ti darei due sberle" , mi ha controllato con un programma tributario dell'agenzia delle entrate senza ragione affermando che "lei controlla la regolarità delle persone che lavorano in quell'ufficio",e mi ha chiesto perché non me ne ero ancora andato.
La responsabile è arrivata nel bel mezzo del litigio ma anche qui non si è presa carico di nulla. Ho chiesto più volte di essere spostato, mantenendo le mie funzioni in ufficio singolo ,sempre all'interno del nostro settore, che ha una cassaforte e uno sgabuzzino con la cancelleria, mansioni che gestisco solamente io ma quell'ufficio è off limits perché c'è un altra collega che non si vuole spostare.
A questo punto, stravolto, mi sono spostato sempre all'interno del nostro ufficio ,in un ufficio singolo di una collega in ferie,mi è stato ordinato dalla mia responsabile di tornare al mio posto,pena ordine di servizio.
La mia responsabile mi è venuta addirittura a chiedere le carte che comprovassero le richieste di permessi per visita medica ,assurdo, ed io gliele ho anche portate pur di dimostrarle la mia buona fede.
Arrivato esausto da tutte queste vicissitudini, sono arrivato a vomitare in ufficio davanti alla responsabile e un altro collega, RLS della struttura.
Sono rimasto a casa in malattia per ansia e stress per circa un mese e mezzo, con rientri sporadici pur di non accavallare troppo il lavoro arretrato. Avevo richiesto pertanto visita medica straordinaria al fine di esporre la mia problematica . Mi sono rivolto ad uno psichiatra che mi ha redatto una relazione a corredo della mia richiesta di visita all'MC.
Sono stato poi contattato dall'ex datore di lavoro dell'ente (ora in pensione da un mese) e anche dall'MC per esporle la problematica. A settembre 2018 il datore di lavoro ha ordinato il mio spostamento da quell'ufficio in altro ufficio al piano terra con una collega di un altro settore, pur mantenendo le mie funzioni.
Il medico competente mi ha visitato però solamente a novembre perché prima era impegnato, scrivendo sul certificato di idoneità " idoneo alla mansione con limitazione/prescrizione permanente e nelle note ha scritto "ambito lavorativo stabile".
Sono rimasto nell'ufficio al piano terra fino a marzo 2020 poi ho lavorato solamente in smart working causa covid. Preciso che anche nel 2019 la mia responsabile ha avuto parecchi atteggiamenti ostili tutti documentati da svariate mail. Ciononostante,lontano da quell'ambiente, la mia performance lavorativa è migliorata notevolmente ( come ammesso,per assurdo, da lei stessa).
A fine maggio la responsabile mi ha contattato telefonicamente dicendomi che sarei dovuto ritornare nell'ufficio di sopra causa "riorganizzazione post covid" e che la collega che mi aveva insultato sarebbe stata trasferita al piano terra in un ufficio singolo.
Alla notizia ho cominciato a stare male, l'idea di ritornare in quell'ambiente mi opprime ,nonostante la collega sia stata spostata le condizioni non cambiano con una responsabile che ha sempre coperto tutto dandomi persino colpe che non avevo.
Mi sono rivolto all'MC richiedendo di nuovo visita straordinaria . Nel frattempo giusto in quest'ultimo mese ,il datore di lavoro è cambiato ed è diventato il sindaco, che guarda caso ha emesso un provvedimento nei miei confronti dove mi viene ordinato lo spostamento per motivi legati alla tutela della mia salute (visto che gli uffici al piano terra sarebbero destinati prevalentemente al pubblico). La sala dove ho sempre lavorato in questo anno e mezzo è vuota per cinque giorni la settimana ,sarei l'unica persona al suo interno quindi la pericolosità non esiste.
Il medico competente fa spallucce e stavolta non si dimostra ben intenzionato nei miei confronti, sono in malattia dal 3 giugno in modo continuativo ,ma né il datore di lavoro né il medico competente in questo lasso di tempo non mi hanno mai contattato telefonicamente . Anzi, lo stesso medico competente insinua che io sia in malattia in malafede ( come riportato dall'RLS che ci ha parlato al telefono),che quello che ha scritto sul certificato di idoneità un anno e mezzo si riferiva solamente alla presenza della collega che mi aveva insultato e che quindi senza di essa quell'ambiente rispetta la mia salute. Pertanto si rifiuta di farmi la visita medica straordinaria perché secondo lei non vi è motivo .
Non essendo ovviamente d'accordo con questo cambiamento di rotta, mi rivolgo sia allo psichiatra che mi redige una nuova relazione sia ad un medico legale che redige anch'esso una relazione.
Dopo tutto questo, vi chiedo, il medico competente può ignorare anche la relazione dello psichiatra e del medico legale? Visto che soluzioni alternative ci sono(piantine degli uffici alla mano) , ci sono sia sale riunioni inutilizzate sia un ufficio in condivisione con un altra collega,anche i sindacati hanno già sottolineato il fatto che per rispetto della mia salute sarebbe opportuno mantenere la mia postazione pre covid o comunque altra equivalente ma la dirigenza si ostina a volermi riportare in quell'ufficio.
Attualmente sono sotto terapia farmacologica con antidepressivi, mangio una volta al giorno se va bene, passo a dormire maggior parte della giornata e ho una tachicardia perenne,senza contare che dal 2016 mi è stato diagnosticato sul pene un lichen scleroatrofico, probabilmente dovuto alla condizione di stress prolungata nel tempo, che in questo periodo torna a dare molti fastidi a livello di secchezza della pelle e fatica ad urinare.
Tra poche settimane saranno già due mesi che sono a casa in malattia e il medico per normativa dovrebbe visitarmi prima del rientro al lavoro o sbaglio? Può continuare ad infischiarsene nonostante le relazioni dei medici che le ho inviato una settimana fa ?
Grazie mille e scusate per la lunghezza del messaggio

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