L'articolo è ripreso e commentato da Diario della Prevenzione:
http://www.diario-prevenzione.net...p?name=News&file=article&sid=1199
La redazione di MedicoCompetente.it
L'articolo pone un tema, quello dei conflitti di interesse nella medicina del lavoro, che non può definirsi inedito, ma non è certo risolto. Gli autori osservano che i medici del lavoro francesi, essendo finanziati indirettamente dai datori di lavoro, non mantengono quell'indipendenza di giudizio che sarebbe indispensabile. La proposta di riservare un 50% dei ruoli dirigenziali nelle organizzazioni di medicina del lavoro a rappresentanti dei lavoratori non sembra da sola in grado di modificare le abitudini dei medici francesi. Mutatis mutandis, la situazione italiana, con i medici competenti che dipendono direttamente dai datori di lavoro, potrebbe essere peggiore.
A mio parere, il problema del conflitto di interesse può essere affrontato solo partendo da una precisa definizione dei compiti del medico competente, che non si riducono alla certificazione dell'assenza di malattie professionali. E' chiaro che il medico-notaio, capace solo di certificare l'idoneità, sarà tanto più ricercato (e pagato) quanto meno competente e più bravo a "non vedere". Tutt'altro discorso, mi pare, se il medico è chiamato a garantire il miglioramento continuo delle condizioni di salute dei lavoratori, attraverso periodiche verifiche o audit (come nel metodo A.S.I.A.). L'intervento dei lavoratori sarebbe molto più utile se puntasse alla verifica dell'operato del medico, piuttosto che ai posti in consiglio di amministrazione. Per i quali, da vecchio sindacalista, non ho particolare entusiasmo.
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