cari colleghi
vi sarà sicuramente già capitato di dover elaborare (che parolona!) protocolli sanitari per telefono con l'RSPP dall'altra parte della cornetta che vi "legge" a sommi capi i rischi valutati sul DVR....e fin qui tutto bene (più o meno)
il problema è un altro: che faccio se il DVR non è aggiornato o peggio non c'è? e l'RSPP è latitante? ovvero esiste ma è della serie "chi l'ha visto"? sono comunque autorizzata/obbligata a fare visite, soprattutto nel caso di sorveglianze scadute da mesi (anche se ereditate dal collega che mi ha preceduta in azienda)?
potrei fare dei protocolli sanitari provvisori in attesa della valutazione vera e propria, specificando che mi riservo di modificarli a valutazione avvenuta? (e sperando che avvenga)
scusate la banale domanda ma ho cominciato a lavorare da poco e qualche consiglio squisitamente pratico è molto gradito.
grazie e buon anno a tutti!!! auguriamoci che sia un 2008 con Decreti Legge più chiari....RSPP più presenti....UPG meno prepotenti....ecc ecc :)
mah..il problema non è di poco conto. Di primo impulso ti direi di non prendere la ditta. A parte questo, anche a me è capitato di vedere DVR vecchi o, peggio ancora, praticamente inutilizzabili perchè di fatto non dicono niente oppure DVR assenti (è il caso di ditte con meno di 10 dipendenti in cui è sufficiente l'autocertificazione del DDL che però spesso non ha la più pallida idea di cosa si parli). A volte poi capita di ritrovare un DVR senza che sia stato minimamente consultato. Va beh...cosa fare? In certi casi (anche se non è proprio ortodosso), mi faccio un bel giretto in azienda e valuto io quali sono i rischi cui i dipendenti sono esposti e di conseguenza stilo il protocollo sanitario (anche in eccesso di prudenza!). Se i fattori di rischio da me valutati verranno giudicati eccessivi (ma finora non mi è mai capitato) che me lo vengano a dire e forse verrà fuori un DVR reale e serio.... Quello che invece ti consiglerei di non fare, è sottoporre i lavoratori a visita senza prima aver approntato un protocollo sanitario con i relativi fattori di rischio presenti (sempre secondo te, poi quando sarà il momento ne parlerai con il DDL e/o il RSPP per aggiornare o fare il DVR)
mah..il problema non è di poco conto. Di primo impulso ti direi di non prendere la ditta. A parte questo, anche a me è capitato di vedere DVR vecchi o, peggio ancora, praticamente inutilizzabili perchè di fatto non dicono niente oppure DVR assenti (è il caso di ditte con meno di 10 dipendenti in cui è sufficiente l'autocertificazione del DDL che però spesso non ha la più pallida idea di cosa si parli). A volte poi capita di ritrovare un DVR senza che sia stato minimamente consultato. Va beh...cosa fare? In certi casi (anche se non è proprio ortodosso), mi faccio un bel giretto in azienda e valuto io quali sono i rischi cui i dipendenti sono esposti e di conseguenza stilo il protocollo sanitario (anche in eccesso di prudenza!). Se i fattori di rischio da me valutati verranno giudicati eccessivi (ma finora non mi è mai capitato) che me lo vengano a dire e forse verrà fuori un DVR reale e serio.... Quello che invece ti consiglerei di non fare, è sottoporre i lavoratori a visita senza prima aver approntato un protocollo sanitario con i relativi fattori di rischio presenti (sempre secondo te, poi quando sarà il momento ne parlerai con il DDL e/o il RSPP per aggiornare o fare il DVR)
grazie Raspanti per la risposta....e mi sorge subito un'altra domanda: devo obbligatoriamente mettere anche i rischi sul mio protocollo sanitario scritto? non bastano mansione, descrizione protocollo e periodicità? lo chiedo perchè ho visto protocolli sanitari sia senza che con specificati i rischi professionali.
grazie ancora
paola
una_fan_di_bernardino il 30/12/2007 10:31 ha scritto:
grazie Raspanti per la risposta....e mi sorge subito un'altra domanda: devo obbligatoriamente mettere anche i rischi sul mio protocollo sanitario scritto? non bastano mansione, descrizione protocollo e periodicità? lo chiedo perchè ho visto protocolli sanitari sia senza che con specificati i rischi professionali.
grazie ancora
paola
Io nel protocollo sanitario ci scrivo: mansione, fattori di rischio (della mansione), tipo di accertamenti da effettuare e periodicità degli stessi. D'altra parte l'art 17 comma 1 lettera d) dice che il MC "istituisce ed aggiorna....una cartella sanitaria e di rischio" per cui, nella cartella sanitaria di ogni dipendente, oltre alla mansione che svolge, devi indicare anche i fattori di rischio cui è esposto....allora perchè non indicarli anche nel protocollo sanitario? Questo è come faccio io, non so gli altri colleghi se fanno diversamente...
Buon Giorno
Oltre a qaunto da voi scritto nel programma di sorveglianza sanitaria ci vedo anche:
1 l'inserimento dei riferimenti legislativi cui l'obbligo della visita medica rientra
2 i potenziali danni alla salute che possono derivare dall'esposizione ai rischi specifici.
In questo modo oltre a rendere trasparente il programma di sorveglianza sanitaria, chi legge si trova nella condizione di capire il perchè si fanno determinati esami.
Lo stesso deve essere incluso nel documento di valutazione dei rischi per darne un taglio saniatrio (spesso le VDR sono solo relazioni tecniche, senza indicazioni sui danni alla salute).
Questa può essere anche una delle prove che dimostri che il MC ha partecipato alla valutazione dei rischi.
Almeno così la penso.......
PS Per una fan di Bernardino: Penso che non bisogna avere paura degli UPG, magari l'UPG può anche effettuare una prescrizione che si risolve con un pò di soldini, ma bisogna preoccuparsi delle eventuali malattie professionali e cause penali che si può andare incontro, non svolgendo adeguatamente il proprio lavoro, naturalmente quando ho scritto non vuole essere 1 offesa, ma anche in questo caso un personale pensiero.
Saluti E Buon 2008
Gennaro
Gennaro Bilancio
Cara fan di bernardino, tu metti il dito in una piaga ormai fistolizzata... di DVR un tanto a kilo e di RSPP "semel in anno" sono ormai piene le fosse, e ahimé mi sa che non è nemmeno più solo un modo di dire.
L'approccio di raspanti è a mio avviso più che condivisibile, fosse solo per chiarirsi subito con il DdL: "se credi che io scriva tanto per scrivere, ti sbagli e di grosso". In effetti, non so come funziona adesso, ma quando feci io il diploma posta lauream in medicina aziendale (alla fin fine, 3 ore a settimana per 8 mesi) ci sviscerarono -anche con dovizia- le principali produzioni industriali e ci spiegarono lavorazione per lavorazione quali erano i rischi prevalenti, 303 alla mano. E perchè c'era il 303/56, sempre lodato sia.
Quindi, in linea teorica, se sei un Medico del Lavoro dovresti avere un'infarinatura più che congrua sui potenziali rischi, ma comunque farsi un giro e andare a dare un'occhiata ti può essere non solo di aiuto pratico, ma diciamo schiettamente che è un tuo compito precipuo e normativo, cito D.Lgs. 626/94, art. 17, c. 1 lettera h), la cui inosservanza è sanzionata (cfr. art. 92). Questo, a parte l'ovvietà che si impara assai di più in mezz'ora di fabbrica che non in una settimana sui libri. Vero è che dovresti fare 'sta benedetta visita ai luoghi di lavoro con il RSPP, ma se non c'è non lo si può inventare e/o materializzare. Per gli adempimenti "cartacei", ripeto che sono più che concorde con la linea di raspanti.
Buon anno e soprattutto Buon Lavoro!
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Ritengo anch'io fondamentale il sopralluogo per rendersi conto di tutto. Però il mc non può sostituirsi alla valutazione QUANTITATIVA dei rischi, che, se per alcune tipologie di rischio può fare anche il mc (MMC, mov. ripetitivi...), per altre (quasi tutte) necessita di Igienisti Industriali (nofer) o di un mc particolarmente dedicato alla materia.
Paradossalmente il settore "più semplice" (è anche il settore dove manca sempre il DVR, al massimo c'è il Piano di sicurezza) perchè ci sono molti riferimenti in letteratura compresi anche alcuni dati di tipo quantitativo per mansione (grossolani ma indicativi: vedi rumore e 494): anche in questi casi, tuttavia, richiedo sempre al Datore di lavoro una ponderazione dei rischi evidenziati (che spesso non ottengo).
In realtà il problema maggiore non è individuare i rischi ma quantizzarli. Sapere il livello di rischio serve per fare prevenzione ma anche per fini medico legali.
Esempi.
Il referto di m.p. va fatto solo in presenza di esposizione a rischio (occorre sapere durata di esposizione ed entità) ed in casi che possono presentare i caratteri di un delitto per il quale si debba procedere d’ufficio.
Non conoscendo, per esempio, il livello di esposizione a rumore di un muratore che alla mia audiometria risulta ipoacusico come mi comporto? Forse in questo caso(Le tabelle del Comitato paritetico di Torino lo danno per certo) il Lex,8h è inferiore a 85 dBA: a questo punto, tranne i casi previsiti, non dovevo fare l'audiometria e quindi il referto.
Non conoscendo l'indice di MMC non posso essere specifico in merito ad un eventuale giudizio di idoneità con prescrizioni/limitazioni e non posso valutare il nesso di causa di eventuali patololgie del rachide.
Certo concordo con Pennacchio, secondo un personale pensiero aggiungo solo che il mc non deve limitarsi ad avere il numeretto, ma oltre a verificare se il metodo utilizzato per valutarlo sia appropriato per quell'attività, deve anche capire quali sono i punti critici che danno al valore un contributo più alto.
Per fare un esempio, ritornando al Rumore già citato precedentemente , oltre a verificare il metodo utilizzato per valutare i livelli di esposizione e se la strumentazione sia idonea (taratura ecc), cìè la necessità di verificare quale frequenza o frequenze danno un contributo maggiore (questo manca spesso nelle valutazioni). In questo modo posso stilare un programma di sorveglianza sanitaria più preciso, infatti a certe frequenze corrispondono oltre al danno all'organo dell'uditivo anche specifici danni extrauditivi corrispondenti a quella frequenza.
Come già hanno fatto notare Nofer e 1 altro collega, conoscere la frequenza è importante per andare a valutare danni uditivi che si verificano a frequenze che normalmente non sono considerate dalla letteratura, o sono interessate meno frequentemente (vedi 8Khz).
Anche per la MMC e gli altri rischi è la stessa cosa, avere un valore di 2 nel caso del metodo di valutazione NIOSH e non conoscere come avviene la movimentazione manuale dei carichi può fuorviare nell'espressione del giudizio di idoneità.
O mi sbaglio?
Saluti Gennaro
Gennaro Bilancio
Gennaro, ti voglio benissimo quando dici così!!!
Spero - prima o poi - di beccarti come "contro parte" che magari se ci mettiamo in 2 a dire, da parti solo teoricamente diverse, le stesse cose a un DdL: può pure essere che quello finalmente si convince, che prevenzione è un cacchio e carte su carte sono un altro cacchio! tenendo sempre presente che il cacchio è un fiore, per la precisione quello di campo lanuginoso che quando ci soffi sopra si sperdono tutti i batuffoletti, mi permetterei anche di aggiungere che il secondo tipo, ovvero le "carte su carte" quelle sì sono solo soldi buttati, perchè fanno sembrare ma non aiutano a risolvere davvero niente, anzi a volte sono addirittura depistanti. E sin qui, purtroppo, come con la solita putualità segnala pennacchio, hai voglia di dire agli imprenditori di risulta che serve una corretta valutazione, quelli cercheranno sempre -tranne pochi come si è detto - chi gli fa "la carta" richiesta al prezzo minore.
haehhhh (=sospirone): e speriamo che nel 2008 si inizi a fare sul serio, in queste cose! Alla fine, non è mai tardi per cominciare qualcosa di buono.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
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