Cari colleghi, il quesito è un po’ più “igienistico”.
In una ditta che produce di bancali in legno ho effettuato il dosaggio degli anticorpi antitetano in quei 5 dipendenti extracomunitari per i quali era impossibile risalire allo stato vaccinale. I risultati sono i seguenti: 0,12 – 0,20 - 0,30 – 0,30 – 0,40 UI/mL. I valori di riferimento del laboratorio danno come “buona copertura immunitaria” titoli superiori a 0,51 UI/mL; i valori compresi tra 0,11 e 0,50 UI/mL vengono considerati come “copertura parziale”. Come vi comportereste? Esecuzione del richiamo della vaccinazione antitetanica? Oppure informazione al lavoratore che in caso di ferita “sporca” deve effettaure un’attenta pulizia e disinfezione della stessa e rivolgersi al suo medico o in P.S. per effettuare l’inoculazione delle immunoglobuline?
Grazie
Marco F.
furnom il 25/02/2008 04:05 ha scritto:
Cari colleghi, il quesito è un po’ più “igienistico”.
In una ditta che produce di bancali in legno ho effettuato il dosaggio degli anticorpi antitetano in quei 5 dipendenti extracomunitari per i quali era impossibile risalire allo stato vaccinale. I risultati sono i seguenti: 0,12 – 0,20 - 0,30 – 0,30 – 0,40 UI/mL. I valori di riferimento del laboratorio danno come “buona copertura immunitaria” titoli superiori a 0,51 UI/mL; i valori compresi tra 0,11 e 0,50 UI/mL vengono considerati come “copertura parziale”. Come vi comportereste? Esecuzione del richiamo della vaccinazione antitetanica? Oppure informazione al lavoratore che in caso di ferita “sporca” deve effettaure un’attenta pulizia e disinfezione della stessa e rivolgersi al suo medico o in P.S. per effettuare l’inoculazione delle immunoglobuline?
Grazie
Marco F.
Secondo me è sufficiente effettuare un richiamo della vaccinazione, utilizzando un vaccino dT.
Quasi tutti i desideri del povero sono puniti con la prigione (Celine)
Sono d'accordo per il richiamo (anche con Anatetall).
Eviterei di parlare delle gammaglobuline, delle quali tutti hanno paura, per via che si tratta di un emoderivato e questa è l'unica circostanza che riesce a convincere i dipendenti sull'utilità della vaccinazione antitetanica ("...così evitate le gammaglobuline in caso di emergenza...").
Successivamente ripeterei il dosaggio degli anticorpi.
Guido Marchionni
Sono d'accordo.
A tale riguardo, vorrei chiedere se qualcuno è a conoscenza di dove e come è possibile reperire test per la determinazione (anche qualitativa)per anticorpi antitetano su sangue capillare.
Grazie
Tony Porro
furnom il 25/02/2008 04:05 ha scritto:
Cari colleghi, il quesito è un po’ più “igienistico”.
In una ditta che produce di bancali in legno ho effettuato il dosaggio degli anticorpi antitetano in quei 5 dipendenti extracomunitari per i quali era impossibile risalire allo stato vaccinale. I risultati sono i seguenti: 0,12 – 0,20 - 0,30 – 0,30 – 0,40 UI/mL. I valori di riferimento del laboratorio danno come “buona copertura immunitaria” titoli superiori a 0,51 UI/mL; i valori compresi tra 0,11 e 0,50 UI/mL vengono considerati come “copertura parziale”. Come vi comportereste? Esecuzione del richiamo della vaccinazione antitetanica? Oppure informazione al lavoratore che in caso di ferita “sporca” deve effettaure un’attenta pulizia e disinfezione della stessa e rivolgersi al suo medico o in P.S. per effettuare l’inoculazione delle immunoglobuline?
Grazie
Marco F.
Anche a me risultano parametri di riferimento come quelli da te riportati ed ero convinto anch'io di far fare una dose di richiamo ma mi sorgono alcuni dubbi.
Punto uno. La circolare del Ministero della salute n.16 del 11.11.96 riporta a chiare lettere che, con i test in vitro, il titolo protettivo è 0,1 UI/ml.(TITOLO PROTETTIVO). A questo punto il dubbio dovrebbere essere solo: non che fare (il titolo è protettivo quindi non andrebbe fatto niente) ma quando ripetere il dosaggio del titolo (dopo 1 anno, 2 anni o oltre);
Punto due. In un documento dell'Università di Firenze, in merito al titolo, si dice: "...in tutti gli studi effettuati...con qualsiasi metodo di determinazione non è mai stato trovato un caso di tetano in soggetti >o uguale a 0,01".(!!!!!!!). In base al punto due, forse (in vero, il forse andrebbe tolto visto che, almeno nel mio caso, ho sempre trovato titoli superiori ampiamente a 0,01) nessuno dovrebbe ricevere altre dosi di anticorpi dopo un ciclo completo.
Cosa ne pensate? Soprattutto, siete a conoscenza di altri studi?
Un saluto
Sono in attesa di risposta dopo aver inviato e-mail con i miei dubbi a diversi Istituti di Igiene di varie parti d'Italia. Dato che pochi partecipano, Vi farò sapere!
Personalmente non mi preoccuperei troppo per i lavoratori già vaccinati per vari motivi.
1.Se non è cambiato nulla, ricordo quando ho studiato l'immunologia che esiste la memoria immunologica
2. Se vari fonti autorevoli nei confronti del virus dell'epatite B hanno dichiarato che una volta che i lavoratori sono responders al vaccino , non ha più importanza la titolazione, proprio per la mamoria immunologica. Perchè lo stesso principio non può essere applicato contro il clostridium tetani?
3 Vi sembra che il rischio tetano con le attuali misure preventive e protettive sia ancora alto?
4. Se non si mette un limite al di sotto del quale bisogna effettuare il richiamo le case produtrici avrebbero dei crolli nelle vendite.
O mi sbaglio?......
Saluti Gennaro
Gennaro Bilancio
Io personalmente la faccio molto più semplice. Al lavoratore dico: hai la documentazione delle vaccinazioni eseguite? Se si me la porti e verifico in base all'esecuzione del primo ciclo e dei successivi richiami ogni 10 anni. Se non le hai mai fatte inizi (e porti a termine)il ciclo e poi prosegui con un richiamo ogni 10 anni. Infine se sei certo di averle fatte, ma non riesci a documentare quando, mi fai il dosaggio anticorpale: se il risultato è pari a zero virgola zero, fai il ciclo completo; se il risultato è diverso da zero virgola zero, fai subito un richiamo e sei a posto per 10 anni. E si chiude la vicenda!
"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein
Quando portarono i richiami da 5 a 10 anni, i lavori pubblicati all'epoca dimostravano che anche i 10 anni erano estremamente cautelativi. Concordo quindi con Picpus e con Gennaro (bello il nuovo avatar, cos'è?). Io, se l'ultimo richiamo è anche di 11 o 12 anni fa (non mi è capitato di più) senza tante elucubrazioni gli faccio un richiamo e ciao. So, secondo scienza e coscienza ( ), che il soggetto è coperto e questo basta.
Ciao, Nonnogab
"Studia prima la scienza, e poi seguita la pratica, nata da essa scienza. Quelli che s'innamoran di pratica senza scienza son come 'l nocchier ch'entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada"
LEONARDO DA VINCI
Caro Gabriele non so cosa sia il mio avatar, sono amante della natura, anzi penso che più l'uomo si allonatni da essa e più sta male, quando osservo questo avatar esso mi dona serenità e forza, al contrario la radioprotezone e specificatamente la normativa e i concetti sulla dosimetria della contaminazione interna mi sconvolgono le circonvoluzioni cerebrali. Comunque studiando la radioprotezione ho compreso molte altre cose delle medicina del lavoro, questo grazie anche al corso di radioprotezone e alla documentazione che ci avete fornito.
Adesso, prima che sorge il sole vado a correre, per vederlo spunare dietro sua maestà il vesuvio
Saluti Gennaro
Gennaro Bilancio
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