Chiedo lumi e aiuto, brevemente: signori esposti a stirene.
Come dicevo ieri in un altro post, mi hanno chiesto di dosare mandelico e fenigliossilico a inizio e fine turno. E però, io non faccio parte di quelli che mettono a fare le analisi, e poi tornano a vedere "la macchina che ha detto". No, io guardo i cromatogrammi.
E i cromatogrammi di fine turno dicono inequivocabilmente che oltre i canonici mandelico e fenilgliossilico c'è anche fenietilenglicole, che si chiama anche gicole stirenico, un incremento quasi da paura dell'ippurico e tracce sia di acido benzoico che un altro picco che ancora non sono riuscita a identificare. Ora, tutte le cose in più che ho detto sono effettivamente tappe del percorso catabolico dello stirene. E però, tutti ma proprio tutti partono dall'ossido di stirene, che è il primo passaggio.
Vengo al punto: l'ossido di stirene, detto anche stirene 7-8 epossido, è un cancerogeno 2A iarc.
Ma non è "in aria", si forma nei signori. Io sono in condizioni, perchè lo so fare, di farmi una bella conversione dal peso alle moli di tutto quello che ho detto, e quindi di risalire alla dose interna di Ossido di Stirene. E se riesco a procurarmi lo standard, forse il picco non identificato potrebbe essere proprio ossido di stirene.
Fare tutti questi calcoli mi direbbe ognuno degli esposti quanto ha avuto in corpo di un sospetto cancerogeno. Non ho trovato in letteratura assolutamente nulla su questi cataboliti intermedi, ovvero sulla loro eventuale valenza come IBE. E io però li ho trovati!
Secondo voi, mi limito a dare i dati di ciò che mi hanno chiesto, o mi applico ???
Mi limito a dire "ecco i risultati" o - DdL permettendo - erco di capire perchè questi esposti a stirene hanno questi cataboliti ed altri di altre fabbriche no?
Qualcuno di voi ha avuto mai delle segnalazioni in merito?
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Sinceramente andrei avanti....
Personalmente andrei a vedere se quel picco non ancora identificato fosse l'ossido di etilene......e in caso di positività valutare la dose anche tenendo contro dei fattori di confondimento come il fumo di sigarette o l'alimentazione.
Inoltre mi chiederei perchè ho un picco alto di acido ippurico se normalmente solo una piccola parte di esso si forma dalla via metabolica? Cioè.....oltre allo stirene c'è anche 1 esposizione a toluene? o dipende da altri fattori di confondimento?
Ti ringrazio per la tua presenza in medico competente, peccato che ci sono pochi consulenti come te in circolo!
Buona Pasqua
Gennaro Bilancio
Nofer concordo con Gennaro e (vigliaccamente) non oso dire di più per paura di dire str.....e! Anzi confesso che ho seguito tutti i vostri ragionamenti e ..... mi è venuto il mal di testa!
Genna' ho saputo che stanno iniziando a convocare per gli esami di MA!
Ribuonapasqua, Nonnogab
"Studia prima la scienza, e poi seguita la pratica, nata da essa scienza. Quelli che s'innamoran di pratica senza scienza son come 'l nocchier ch'entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada"
LEONARDO DA VINCI
Anche a me è arrivata la convocazione per il 7 maggio
Comunque ci vedremo a paestum
Buona Pasqua:)
Gennaro Bilancio
Bene, finalmente qualcosa di serio, vediamo un pò...oso addentrarmi in considerazioni tossico-metaboliche, sperando di non dire grosse ca....e!
Personalmente continuerei, anche perchè c'è più di qualcosa che mi sfugge. Credo che, prima di tutto, sarebbe opportuno sapere il dato di monitoraggio ambientale per lo stirene e per gli altri eventuali solventi, perchè non credo che siano esposti solo a stirene. E' anche vero che se dipendesse dall'ossido di stirene potrebbe spiegarsi tutto. Hai modo di verificare se per caso quel picco fosse costituito da acidi mercapturici (che però mi pare di ricordare che rappresentino non più del 4/5 per cento dell'escrezoine totale dei metaboliti) o dal 4-vinilferolo, vecchio indicatore di esposizione oramai in disuso?
Insisto però sul fatto che, una volta depurato il dato dai possibili fattori di cnfondimento voluttuari e/o alimentari, la quadratura del cerchio la si fa solo confrontando il dato ambientale con quello analitico.
Facci sapere.
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
ok, grazie tanto per cominciare: mi sento meno sola lungo la strada che vado a intraprendere.
Aggiungo delle considerazioni. Già un paio di anni fa, in questa stessa azienda io ebbi modo di notare (ci ho fatto pure un lavoretto al congresso della mia associazione) che gli incrementi IT-FT maggiori non ce li avevo nelle postazioni con maggiore concentrazione di stirene (fatte io analisi, da fine 2005 tutti sotto il TLV-TWA) ma li trovavo dove c'era maggiore tenore di polveri. Anche queste più che ampiamente nei TLV. E sta cosa mi sembrò strana. L'azienda è molto disponibile in merito alla sicurezza, tutti hanno delle ottime mascherine semifacciali con filtri FF3, possono cambiare filtri ogni quanto gli pare, usano i guanti, e sono loro fornite anche delle tute in tyvek. E però... Le mascherine le tengono, ma spesso usano le tute come pantaloni, nel senso che se le legano alla vita e nella parte superiore hanno i loro "panni" sia pur "di lavoro", come diciamo a napoli.
Io ho ipotizzato che le particelle di polvere fungano da veicolante dei vapori di stirene, che secondo me si ricondensano proprio attorno alle polveri silicatiche (non silicee, eh, silicatiche!), e finisce che ste polveri impregnano i tessuti e quindi i "panni da lavoro", da dove -sempre secondo la mia teoria - lo stirene viene assorbito per via cutanea. Vorrei provare a vedere se l'azienda mi fa fare del pads-test di dose cutanea, ma magari questo in un secondo momento.
Per ora, in più a quello che ho detto prima, ed a proposito dell'acido ippurico, rispolvero i vss. ricordi di tossicologia: l'acido mandelico può "andare" a fenigliossico per deidrogenazione, oppure a alcol benzilico per decarbossilazione. L'alcol benzilico, che è assai instabile, si ossida in brevissimo ad acido benzoico che, come sapete, si coniuga con la glicina e diventa acido ippurico.
La mia ipotesi, sapendo che i livelli di stirene sono mediamente nella norma, è che ci sia un sovrassorbimento per via cutanea. Negli altri posti in cui si lavora con lo stirene, per esempio tutto il comparto vetroresina, gli addetti alla spalmatura sono bardati come astronauti, perchè lavorano nel guscio delle future imbarcazioni e là dentro altro che TLV rispettato, di solito! Però, sono coperti, ed anzi spesso anche impermeabilizzati.
Questi, invece, lavorano in ambiente direi "pulito" (oh, be', ovviamente si fa per dire) e quindi secondo me siccome non sentono tanto la puzza ogni tanto si sbracano ed è lì che "il nemico" li sorprende. Ho una prova indiretta: quando i miei sono andati, più di una volta, a fare i rilievi ambientali, e hanno tenuto addosso tutto il tempo anche la tuta di tyvek, quando sono tornati qui alle 4-5 di pomeriggio li mandavo in bagno e gli ho fatto anche a loro fenigliossilico e mandelico: sempre inferiore ai miei limiti di rilevabilità analitica, che per dirlo sono di circa 3 mg/l. Una volta, che stavo con loro, però io facevo la splendida senza tuta (ma andavo e venivo dagli uffici, ) a fine turno pure mi sono trovata quasi 90 mg/g CreaU di mandelico, ma di fenigliossilico nemmeno a parlarne. Me lo sono spisciato con calma la mattina successiva, in pieno accordo con la letteratura secondo cui la trasformazione/degradazione da mandelico a fenigliossilico inizia dalle 3 alle 19-20 ore dopo l'esposizione a stirene.
Se il problema è, come io già credo, le polveri, mi sa che dovremo metterci a studiare tutt'un altro sistema di abbattimento. A parte fargli tenere le tute e picchiarli selvaggiamente se se le tolgono!
Vi tengo informati.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
Nofer, che argomento! Ti ringrazio, anche a nome della collega che chiedeva a tutti noi consigli sulla professione: la Medicina del Lavoro non è, quindi, solo leggi, mercato... è anche ( e ancora) una cosa nobile. Grazie, ancora per il quesito.
Non mi permetto di entrare più di tanto in argomento, esprimo, a caldo, solo poche riflessioni:
1. essendoci ottime correlazioni ( a detta di tutti gli organismi) tra mandelico e fenilgliossilico e livelli aerodispersi di stirene, in presenza di valori normali dei biomarcatori, in quanto ad esposizione a stirene, uno potrebbe anche fermarsi (sono un praticone!) oppure mi vado a fare lo stirene ematico ( di cui esistono BEI se non sbaglio). Altre sostanze (come dice Gennaro)?: mi sono capitati casi di ac ippurico elevato in verniciatori "a polvere" che occasionalmente eseguivano lavori di verniciatura a solventi (durante il sopralluogo ho scoperto che usavano maschere solo per polveri P2 niente A..);
2. per lo stirene epossido non conosco nemmeno io indici di riferimento, quindi cercandolo come fai a confrontarlo;
3. Essendo lo stirene epossido l'intermedio responsabile di gran parte degli effetti tossici dello stirene si può andare a vedere anche la presenza di effetti. Mi ricordo che al Policlinico seguimmo dei casi di lav. esposti a stirene con piastrinopenia.
Una considerazione anche sui DPI: nell'analisi di alcuni casi con metanolo urinario elevato (caso reale da me seguito) venne alla luce che i guanti utilizzati erano praticamente inutili: nella scelta successiva di guanti diversi si evidenziò che esistevano sul mercato guanti (se non sbaglio in neoprene) che al massimo proteggevano le lavoratrici dall'assorbimento per un tempo non superiore alle 2 ore (tempo massimo con le mani nelle vasche contenenti il prodotto); questo per dire che spesso come da te riferito l'assorbimento cutaneo risulta trascurato.
Un saluto
Non voglio uscire dall'argomento principale, voglio solo ribadire e rafforzare quello che avete detto: cioè che spesso l'assorbimento per via cutanea viene sottovalutato così come la scelta e la cura del DPI. Infatti non di rado si vedono DPI conservati in modo indecente e che rappresentano essi stessi dei pericoli perchè sporchi e impreganti dell'agente chimico di cui doverebbero proteggere. Così come spesso viene sottovalutato la scelta dei guanti che nel caso specifico da agenti chimici dovrebbero essere in nitrile. Non sempre inoltre viene rispettato il tempo di utilizzo consigliato dal produttore.
Scusate se sono uscito un pò dall'argomento, ma mi sembrava importante rafforzare il vostro concetto.
Saluti Gennaro
Gennaro Bilancio
Rileggendo mi sono accorto che manca la frase finale........
Che il monitoraggio biologico dovrebbe essere sempre inserito nei protocolli di sorveglianza sanitaria, naturalmente bisogna anche sapere interpretare i risultati.
Gennaro Bilancio
caro carmine, nel senso di pennacchio, e purtroppo io non sono nemmeno il lab di riferimento, faccio per loro solo ambientali e le tossicologiche. Credimi, pagherei io l'azienda pur di vedere io gli emocromi di questi (e dico il vetrino, mica solo con il contaglobuli!), o di fargli io le transaminasi e le ggt. E però, già mi è andata di lusso che il DdL ci tiene alle ambientali e che ha capito che gli IBE sono una cosa importante: comunque, confermo, proprio perchè le ho fatte io, che in aria non c'è assolutamente toluene, nemmeno per prossimo e nemmeno per degradazione. Però, a volte per alcune attività di pulizia usano dell'acetone, che ho letto (ma mica mi ricordo dove e quando) pare enfatizzi il metabolimo dello stirene. Mi farò un bel quadro di riepilogo dei signori che mi presentano le varie particolarità e poi chiederò che cosa hanno fatto quel giorno. Siccome è un'azienda piuttosto organizzata, con procedure precisine assai,è probabile che io riesca a risalire e magari ne ricavo qualcosa.
Approfitto per ringraziare tutti delle parole cortesissime che avete per me, davvero mi rincuora non sapete quanto. Perchè io in questo lavoro ci credo, e soffro ignobilmente quando mi rendo conto che ne stanno facendo solo un fatto di business. Ma mi dico io, e lo sfizio di capire perchè, no?
Ci stiamo perdendo il gusto di vivere...
Nofer
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