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scarpe antinfortunistiche...gestione

Questo argomento ha avuto 27 risposte ed è stato letto 23907 volte.

diotallevi

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103
  • scarpe antinfortunistiche...gestione
  • (21/03/2008 19:12)

Seguo una grossa azienda di circa 850 dipendenti, il DVR prevede l'uso delle scarpe antinfortunistiche in relazione al pericolo schiaccimento.
Mi ritrovo a gestire problemi di algie pedidee quotidianamente e ormai per me è divenuto un vero incubo tra lamentele, certificati, visite su richiesta; ho deciso quindi di prendere in mano la situazione:
- incontro con RLS ed RSU per chiedere il loro aiuto nella sensibilizzazione all'uso dei DPI e per spiegare che l'uso è obbligatorio nonostante la presentazione di assurde certificazioni mediche che sanciscono l'esenzione(ho deciso di chiamare uno a uno i medici di base per mandarli a f...);
- ho chiesto all'azinda di passare da una scarpa S3 ad una S1 senza lamina (non c'è rischio intrusivo) nella speranza di ridurre le lamentele (non potete immaginare lo sforzo nel convincerli a cambiare 850 scarpe);
- ho attivato una procedura per cui i dipendenti più problematici, su mia indicazione e solo sulla base di dati oggettivi(visita ortopedica + RX e/o ECO), abbiano la possibilità scegliere e comprarsi la scarpa che vogliono, in piena autonomia e senza limiti di spesa, ovviamente a carico dell'azienda.

L'ultimo punto però mi siè ritorto contro, da quando si è diffusa la notizia che su mia indicazione è possibile avere anche scarpe da 100 euro le segnalazione di algie si sono decuplicate e sono iniziate le recriminazioni e le minacce...

La domanda è secondo voi è lecito richiedere scarpe speciali solo sulla base di un dolore riferito ed in assenza di qualsiasi dato oggettivo alla visita (eritemi, edemi, ipercheratosi, disturbi dell'appoggio plantare, dismorfismi)?

ramiste

ramiste
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Catania
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Medico del Lavoro
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847
  • Re: scarpe antinfortunistiche...gestione
  • (21/03/2008 19:49)

No.

nofertiri9

nofertiri9
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1256
  • Re: scarpe antinfortunistiche...gestione
  • (21/03/2008 20:27)

UMMARONN, loro e 'ste scarpe!!!
scalzi, fateli andare scalzi.
Così si fanno un male della miseria sul serio, e però la smettono. Ovviamente, fuori dalla fabbrica.
Non è democratico, ma funziona.
Non ne posso più di sentire di tutto per non usare niente di niente, e poi quando qualcuno si fa male eco che tutti si stracciano vesti e capelli che non c'è cultura della sicurezza. Ma porcaccia miseria!

Nofer
--------------------------------------------------------------------
Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.

billi

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Medico del Lavoro
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645
  • Re: scarpe antinfortunistiche...gestione
  • (21/03/2008 21:15)

Che bello: non sono solo io ad avere problemi con i piedi dei lavoratori. E si che ne abbiamo piene le scarpe, vero Nofer?

Pennacchio

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206
  • Re: scarpe antinfortunistiche...gestione
  • (21/03/2008 22:43)

Seguiamo una via di mezzo. In molti casi ho risolto il problema facendo acquistare all'azienda scarpe con tutte le protezioni previste per la mansione ma solo con tomaia in materiale morbido (vi giuro che esistono sul mercato, costsno solo qualche euro in più ma non certo 100 euro): in realtà alcuni modelli che ho visto in alcune aziende sembrano essere di "legno"!
A volte viene da chiedersi: se una calzatura "civile" discreta costa non meno di 80-100 euro, come si fa ad avere una calzatura da lavoro (con lamina, puntale, sistema antiscivolo, a slaccio rapido, a volte con ghetta, traspirante, in materiale discreto...) a soli 30 euro? Si vuole troppe... Forse sono troppo pro lavoratore.
Una cosa che vieterei, penso sia capitato a tutti, sono i certificati di certi colleghi non medici competenti che certificano di non poter usare calz. antinf.: costringerei i colleghi in questione a pagare ai Lavoratori interessati il salario.

furnom

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Padova
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Medico del Lavoro Competente
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202
  • Re: scarpe antinfortunistiche...gestione
  • (22/03/2008 08:48)

In una grossa realtà di qualche migliaio di persone che seguo abbiamo migliorato il problema in questo modo:
- sono messe a disposizione 6 modelli di calzature antiinfortunistiche, il lavoratore le prova e sceglie quella che gli calza meglio (d’altronde sappiamo che una scarpa che per me può essere comoda per te può non esserlo o farti male perché ti batte in un certo punto del piede, sempre partendo dal presupposto che entrambi abbiamo piedi “sani”). In questo modo oltre il 90% delle lamentele si è risolto. In qualche caso viene anche fornito anche un’altra scarpa di modello diverso in modo che il lavoratore le possa alternare
- nei casi in cui questo non sia sufficiente si procede alla valutazione da parte del fisiatra/ortopedico per avere una valutazione sulla tipologia di piede patologico ma soprattutto una possibile soluzione (plantare XY? Punta larga? Tacco? Suola morbida? Materiale traspirante? ecc.). Nella stragrande maggioranza di questi casi sono i lavoratori che si presentano già con la valutazione specialistica
- convenzione con una sanitaria che costruisca la scarpa su misura di tipo antiinfortunistico con il puntale metallico o in fibra di carbonio ecc. o che predisponga un plantare su misura adattabile alle calzature antiinfortunistiche in dotazione standard. L’importante che sia una sanitaria unica è per potersi rapportare sempre con quel tecnico ortopedico e migliorare la collaborazione
L’anello debole di questa procedura potrebbe emergere per la certificazione della calzaura antiinfortunisitica su misura che è certificata come resistente allo schiacciamento (se non ricordo male fino a 200 Joule) ma non hanno la certificazione EN345 e simili. Fortunatamente questi casi sono veramente pochissimi e comunque mi fanno dormire sonni relativamente tranquilli in quanto comunque la scarpa è antischiacciamento/antinfortunistica.
Valutiamo eventuali alternative: il lavoratore con il piede patologico si tiene la sua calzatura antinfortunistica standard e non rompe (ma non vengo pagato per tutelare anche salute del lavoratore?), il lavoratore fa il giro dei negozi con la speranza di trovare una calzatura che gli vada bene (proibitissimo per legge e non oso immaginare cosa possa procurarsi), cambio mansione (impossibile trovare una mansione in quella realtà che non preveda l’usa della calzatura antiinfortunistica), licenziamento.

furnom

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Provenienza
Padova
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Medico del Lavoro Competente
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202
  • Re: scarpe antinfortunistiche...gestione
  • (22/03/2008 08:56)

Dimenticavo: relativamente alle certificazioni di alcuni nostri colleghi medici di base, ortopedici, fisiatri, dermatologi che scrivono pezzi di carta nei quali “certificano l’esenzione dall’utilizzo delle calzature antinfortunistiche” è da un po’ che penso (ma poi il tempo e la voglia sono sempre tiranni) di scrivere agli ordini dei medici delle province dove esercito informandoli della problematica e pregandoli di scrivere un avviso/articolo nei bollettini che periodicamente ci inviano e/o nella home page del loro sito internet in modo da informare i colleghi sulla questione. Si potrebbe anche preparare un documento congiunto da mandare agli ordini dei medici di tutta Italia: che dite?

ramses

ramses
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774
  • Re: scarpe antinfortunistiche...gestione
  • (22/03/2008 13:14)

Siccome da troppi anni mi sbatto con questa storia delle scarpe, vorrei fissare alcuni punti a cui faccio riferimento.
1° CERTIFICATO DEL CURANTE o chi per esso: guarda caso mi sono sempre arrivati sopratutto in primavera/inizio estate. La spiegazione al lavoratore (quando per fortuna lo porta a me e non all'azienda) è che se documenta di non poter usare i DPI non è idoneo al lavoro e quindi se ne va a casa. Quindi prima di tutto quel certificato io non l'ho mai visto, poi parliamo dei tuoi piedi e relativi problemi, se ci sono.
2° LA SCELTA DELLE SCARPE : evidente il dubbio di Pennacchio (come fanno a costare così poco ? Rispondo: perchè una gran parte sono delle schifezze). La scelta deve tenere conto di almeno un minimo di criterio di confort (o coMfort ?), non è possibile avere scarpe che fanno sudare esageratamente e con il sudore veicolano residui di concia che danno oggettivamente problemi a chi le indossa, oppure tanto rigide da prenderle a martellate. Quindi consigliare al Ddl scarpe almeno decenti, e sul mercato ce ne sono di belle, anche senza costare uno sproposito (personalmente ne ho un paio persino esteticamente belle)
3° I DPI DEVONO ESSERE ADATTATI ALLE ESIGENZE DEL LAVORATORE: a chi ha problemi si deve dare tutto ciò che serve per permettergli di usare questo DPI, perchè oltre la logica lo dice la Legge. Purtroppo arrivano poi i colleghi che protestano perchè Tizio ha le scarpe più belle, ma questo non ci deve creare problema, Tizio ha quelle scarpe perchè l'ho detto io (MC) e non sono tenuto a spiegarti perchè.

Sulle certificazioni poi c'è da fare una considerazione triste, siccome non riguardano solo problemi di piedi e scarpe. Per molti nostri colleghi l'esame di medicina legale è una storia antica che mal si ricordano, ma fra le certificazioni non proprio sincere ( e mettiamola così ...), e la leggerezza con cui si va incontro all'amico/cliente/paziente molti non si rendono conto di offrire un pessimo servizio. Cosa si potrebbe fare ?
Racconto un breve aneddoto personale: certificazione di un curante che giustificava l'abbandono del posto di lavoro di una sua paziente certificando che alla tale ora del tale giorno non era al suo posto in quanto era "al telefono con il medico "! Ho portato questa certificazione all'Ordine ( insieme ad un altro mezzo chilo di certificati x la stessa persona; il pacco era alto oltre 10 cm !!); indovinate cosa è successo ...
Assolutamente niente !:(

Se i Giusti non si oppongono sono già colpevoli ("Gracchus" Babeuf)

GANDALF IL GRIGIO

GANDALF IL GRIGIO
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  • Re: scarpe antinfortunistiche...gestione
  • (22/03/2008 13:37)

E basta, non se ne può più. Posso essere d'accordo con il fatto che molte volte come calzature fanno schifo, ma ci sono molti lavoratori che se ne approfittano e ci marciano, spalleggiati spesso da certificazioni non proprio impeccabili (scusate l'eufemismo). In una azienda abbiamo risolto il problema in modo simole a furnom: ci sono 3/4 modelli con pari caratteristiche, gli operai se le scelgono, le provano per una settimana e poi decidono DEFINITIVAMENTE quale portare. Inoltre abbiamo fatto un incontro con i lavoratori spiegando perchè vanno portate le scarpe e che se non le possono indossarle per problemi se ne vanno a casa: da quel giorno mai avuto più un problema, sarà un caso?

Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"

diotallevi

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  • Re: scarpe antinfortunistiche...gestione
  • (24/03/2008 21:53)

diotallevi il 21/03/2008 07:12 ha scritto:

La domanda è secondo voi è lecito richiedere scarpe speciali solo sulla base di un dolore riferito ed in assenza di qualsiasi dato oggettivo alla visita (eritemi, edemi, ipercheratosi, disturbi dell'appoggio plantare, dismorfismi)?

Scusate se insisto ma oltre a ramiste che lo ha fatto in modo chiaro e coinciso nessuno di voi si è espresso sulla domanda da me posta in chiusura...
Ho avuto un'animosa discussione con dipendente che minaccia denuncia (non so bene per cosa??) perchè il sottoscritto non deve basarsi solo sui referti oggettivi ma anche e solo sui sintomi soggettivi riferiti..
Aggiungo che gli sono già state fornite scarpe diverse dalle standard ma lui vuole essere autorizzato all'acquisto senza limiti di spesa..

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