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La posizione della CGIL Medici sull\'art. 1 bis

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La Redazione

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Provenienza
Pisa
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Medico del Lavoro
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  • La posizione della CGIL Medici sull'art. 1 bis
  • (23/01/2002 09:23)

La legge n.1 del 2002 dello Stato Italiano era destinata a fronteggiare il problema drammatico della carenza di personale sanitario non medico nel SSN.



Alcune menti astute sono riuscite ad intrufolare di soppiatto nel grande mare delle previsioni della legge n° 1 del 2002 un piccolo emendamento che è stato recepito come Art. 1-bis e che recita: “Modifica al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 – All’art. 2, comma 1, lettera d) numero 1) del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, dopo le parole “o in clinica del lavoro” sono inserite le seguenti : “o in igiene e medicina preventiva o in medicina legale e delle assicurazioni”.



Quale solida esperienza professionale di medicina del lavoro posseggano igienisti e medici legali, in tutt’altre faccende fin’ora affaccendati, non è dato sapere, ma ecco che con un solo colpo di bacchetta magica sono stati dichiarati “competenti” “per legge”, vanificando anni di impegno sindacale per la tutela delle condizioni di lavoro, permettendo a persone prive di qualunque adeguata preparazione specifica di operare sulla pelle dei lavoratori, in un campo critico e colmo di responsabilità.



L’emendamento è stato imposto a colpi di maggioranza.



Sarebbe interessante che ci spiegassero come mai, nel contesto di una legge sbagliata e nata per fronteggiare il problema drammatico della carenza di personale sanitario non medico nel SSN, sia stato intrufolato un provvedimento non urgente, che non riguarda assolutamente la carenza di personale sanitario non medico nel SSN, che va a modificare – in senso peggiorativo – la normativa di prevenzione, igiene e sicurezza del lavoro, totalmente estranea alla legge in discussione; nel processo è stato anche violato il su nominato art. 2 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, che attribuiva esclusivamente al Ministro della Sanità, di concerto con il Ministro dell’Università, la facoltà di individuare eventuali altre specialità che abilitassero ai compiti di “medico competente”.



Sarebbe interessante che ci spiegassero come mai la maggioranza abbia votato un provvedimento che porterà ad un’inevitabile condanna dell’Italia davanti alla Corte Europea, dato che esso viola la normativa comunitaria che prevede un iter formativo specifico ed autonomo per il medico del lavoro.



Sarebbe illuminante che ci spiegassero come mai gli igienisti ed i medici legali potranno fare i medici del lavoro, ma i medici del lavoro, poveretti, non potranno assolutamente sognarsi di fare gli igienisti o i medici legali.



In realtà non c’è assolutamente nulla da spiegare.



C’è solo da prendere atto che nell’Italia attuale, gruppi di potere con gli appoggi giusti possono imporre al Paese i propri poco legittimi interessi personali con manovre dietro le quinte che vengono disciplinatamente legittimate dai Parlamentari della maggioranza.



C’è da prendere atto che nell’Italia della Confindustria schierata con il Governo, la tutela dei lavoratori è banale trivialità che non necessita di alcuna professionalità e che può essere delegata al primo venuto, meglio se non preparato, così costa di meno, dice sempre di si e non rompe le scatole.



C’è da prendere atto della pericolosissima deriva cui può essere soggetta l’intera professione medica dopo questo precedente.



Ora ogni gruppo di potere si sentirà autorizzato a tentare il colpo di mano per soddisfare propri interessi specifici più o meno (come nel caso in oggetto) legittimi.



Le logiche mercantilistiche imperanti faranno il resto, con la scusa di “aprire alla concorrenza” ed “abbassare i prezzi” e ne soffriranno soprattutto i professionisti seri – pubblici e no – che rischiano di doversi confrontare con operatori di preparazione e serietà tutta da verificare, ma a cui l’appoggio politico giusto consentirà di mettersi sul mercato.



La professione medica rischia di perdere ogni identità ed autonomia e di essere svenduta e data in ostaggio ai padrini politici che verranno ritenuti più potenti ed affidabili, tutti contro tutti, alla caccia di interessi particolari e corporativi, senza alcun riguardo agli interessi generali della Sanità e dei cittadini e senza alcuna pietà per i perdenti, come vogliono le logiche di mercato.



Contro questo stato di cose la nostra O.S. è intenzionata a dare battaglia promuovendo le opportune iniziative a partire dal coinvolgimento di quella rete di professionisti seri che hanno già manifestato il loro profondo dissenso ed il loro rifiuto a mercanteggiare sui temi della salute.



Le conquiste di anni di lotta non possono essere svendute alle pratiche di un governo che pure di acquisire il consenso di una parte corporativa della professione vuole buttare a mare il lavoro di quei medici che con impegno hanno salvaguardato la salute dei lavoratori





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