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Allergia Formaldeide in tecnico sanitario di laboratorio

Questo argomento ha avuto 4 risposte ed è stato letto 7813 volte.

vanderpit

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  • Allergia Formaldeide in tecnico sanitario di laboratorio
  • (20/04/2008 21:07)

Cari Colleghi,

vi descrivo la storia lavorativa di mia moglie:

Nel Novembre 2005 inizia prima come tirocinante nel laboratorio di Anatomia Patologica di una grande clinica convenzionata e poi come borsista nel Febbraio 2006 sempre nello stesso laboratorio.
Nel Settembre 2006 viene assunta a tempo indeterminato nella stessa struttura con mansione di tecnico sanitario di anatomia patologica (CCNL posizione D delle Case di cura - personale non medico).
Nel mese successivo iniziano a manifestarsi degli eczemi pruriginosi prima ai polsi, poi alle dita (manifestazioni di puntini vescicolo-bollosi), poi si va ad irradiare la sintomatologia al tronco, ai piedi, nel cavo ascellare e nella piega interglutea.
Dopo diagnosi errata di una dermatologa (impiegata all'interno della stessa clinica dove lavora mia moglie), che le aveva prescritto la ciclosporina per una possibile psoriasi?
Finalmente dopo altre verifiche eseguiamo nel mese di MARZO 2007 PATCH-TEST e PRICK-test.
Dopo 48 ore dall'applicazione dei cerotti sul dorso della schiena, è stato evidente la presenza del pomfo, che ha dimostrato un'allergia molto positiva alla formaldeide.
Anche ad un altro prodotto disinfettante, utilizzato all'interno del laboratorio che si chiama BIOCLEAR (D-limonene), che le provoca irritazione e nausea.
Non vi dico la terapia di cortisone e antistaminici che ha dovuto fare per rallentare la sintomatologia (che per lei è stata devastante da un punto di vista psicologico e fisico).
Nel Luglio 2007 ci siamo sposati e ha avuto diritto alle ferie matrimoniali che hanno testimoniato un arresto della sintomatologia totale.
Nel Settembre 2007 appena qualche giorno dopo la ripresa dell'attività lavorativa si manifesta nuovamente e in modo più eclatante la sintomatologia eczematosa pruriginosa in tutto il corpo.
Dopo aver parlato con un collega competente di Medicina del Lavoro, prendiamo la decisione di attivare la segnalazione di malattia professionale al datore di Lavoro (per l'INAIL).
Lui ci "consiglia" di pazientare ancora un pò, perchè da li a poche settimane avrebbero aperto i nuovi locali, dove non ci sarebbe stata più la presenza di tale sostanza!!???
Quindi aspettiamo un mese, e mia moglie viene cambiata di mansione e spostata dal laboratorio di anatomia patologica a quello di analisi (che comunque anche nei nuovi locali, rimangono attigui).
Dopo un parziale miglioramento, da Gennaio 2008 ad oggi, riprende la sintomatologia pruriginosa allergica.
Proprio ieri sono venuti dei controlli in clinica per esaminare il laboratorio, ed hanno fatto presente i colleghi competenti alla responsabile di laboratorio che le norme di sicurezza e di prevenzione non sono stati osservati (per quanto riguarda l'utilizzo di guanti in lattice con il talco e non invece guanti anallergici come quelli in polietilene,ecc).
Dopo alcune parole sbagliate della resposanbile, mia moglie interviene comunicando ai medici la sua diagnosi di allergia alla formaldeide diagnosticata un anno addietro.
A quel punto i colleghi le hanno consigliato allora di segnalare tale malattia professionale al medico competente della struttura per avviare le procedure all'INAIL.
Mi chiedo e vi chiedo supporto per quanto riguarda alcuni dubbi che ho:

dopo che mia moglie segnalerà Lunedì prossimo tale malattia, dopo quanto tempo e quali sono le procedure che verranno attivate in merito al caso da parte dell'INAIL?
La sua retribuzione sarà garantita in caso di certificazione dell'INAIL di malattia professionale? sarà conservata la sua retribuzione oppure verrà dimezzata oppure non avrà nulla?
Può chiedere eventualmente i danni (un'indennità per danno biologico oltre che morale e psicologico)?
Per qualsiasi altra informazione o suggerimento/consiglio che avete da darmi, vi prego di farmelo presente in modo che possiamo affrontare al meglio la situazione sopra descritta.
Vi ringrazio di vero cuore per il Vostro aiuto e per la Vostra disponibilità.
Un grazie sincero.

vanderpit

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  • Re: Allergia Formaldeide in tecnico sanitario di laboratorio
  • (24/04/2008 21:07)

nessuno risponde? prego chiedo supporto.

bordini

bordini
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  • Re: Allergia Formaldeide in tecnico sanitario di laboratorio
  • (25/04/2008 15:27)

Cerchero' di risponderti sinteticamente. Una volta aperta la pratica di "sospetta malattia professionale" di solito l'INAIL, almeno in Lombardia, in 1-2 mesi convoca il lavoratore. Dopodiche' dipende da quanto l'Ente ritiene soddisfacente o probante il materiale in suo possesso. Nel caso lo ritenga opportuno puo' richiedere uno o piu' approfondimenti (presso la sua struttura o presso altre aziende ospedaliere, a carico dell'INAIL stessa) per dirimere il dubbio. Nel frattempo le misure di tutela sono demandate alle figure previste dalla Legge (medico competnte, RSPP, ASL, etc..). La retribuzione del lavoratore non viene toccata. Nel caso venga riconosciuta la malattia professionale al lavoratore verra' o liquidata una somma o riconosciuto un assegno mensile (dipende dal punteggio). Se il lavoratore ha intenzione di rivalersi in sede legale (far causa all'azienda per intenderci) puo' farlo ma ovviamente e' una scelta personale che non ricade nelle attribuzioni della medicina del lavoro.
Un consiglio: farsi supportare da un patronato.
Un altro consiglio (personale): lascerei stare l'aspetto della causa legale.

"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)

nofertiri9

nofertiri9
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  • Re: Allergia Formaldeide in tecnico sanitario di laboratorio
  • (25/04/2008 17:30)

è classificata R43, ossia "può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle", la formalina, ossia una soluzione al 37% di formaldeide. Come sosteneva un mio amico dermatologo, il problema con le allergie è che cominciano per una cosa e poi si estendono a un sacco di altre cose, ed anzi lui portava come paragone al merito i litigi nel rapporto di coppia... :)
Ora, io che guardo le cose da un punto di vista non medico, suppongo che in quel laboratorio siano presenti entrambi i fattori che risultano allergenici per la signora. Ora, il D-limonene ha una soglia ambientale di sensibilizzazione, che è fissata in letteratura scientifica tedesca, infatti è un MAK e non un TLV-TWA, ed è di 110 mg/mc. praticamente una nebulizzazione continua e diffusa. Da tener presente che il D-limonene, essendo un terpene con un gran bel profumo di limone(che combinazione!) è additivato assai di frequente a molti detersivi e saponi anche ad uso domestico (per chiarirci, tutti quelli "profumati al limone" ).
Per quanto riguarda la formaldeide, essendo la stessa stata classificata come cancerogena dallo IARC, suppongo ci siano tutti i dati ambientali necessari.
La prima cosa che farà l'Inail, a parte la visita alla signora, sarà chiedere al DdL la documentazione delle valutazioni in tal senso. In caso di dubbio, di solito l'INAIL -tramite il proprio ContARP - procede d'ufficio alle misurazioni del caso. La Malattia professionale è riconosciuta se e solo se si dimostra il nesso causale tra la presenza dell'agente eziologico negli ambienti di lavoro, a maggior ragione se non correttamente valutato e/o prevenuto, e la patologia presente nel lavoratore ad esso esposto.
Condivido dunque con Bordini una notevole cautela nell'instaurazione di giudizio: se per caso l'origine dei mali fosse il detersivo per i piatti e/o uno dei tanti detergenti(igienizzanti per la casa, ampiamente commercializzati, a base di formalina, ovvero ancora la signora sia fumatrice ovvero viva in ambiente con fumatori (nel fumo di sigaretta c'è anche formaldeide!) oppure sia dimostrabile la permanenza costante in un ambiente di vita con mobili nuovi con possibilità di cessione di formaldeide dalle colle di assemblaggio(e là mi sa che ci siamo, se vi siete sposati nel 2007 e giusto durante il viaggio di nozze non ci sono state manifestazioni allergiche), si corre il rischio non solo di perdere la causa, ma di avere una riconvenzionale per danno d'immagine aziendale che può tranquillamente precedere una risoluzione del rapporto di lavoro.
Giusto per capire: ma finchè è stata tirocinante e/o non stabilizzata, proprio nessun sintomino, nemmeno larvato?

Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.

vanderpit

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Catania
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3
  • Re: Allergia Formaldeide in tecnico sanitario di laboratorio
  • (27/04/2008 14:43)

Grazie per le gentili e soddisfacenti risposte.
Il problema della causa legale è legato al fatto che il processatore della formalina non è stato mai messo sotto cappa, i guanti utilizzati erano solo quelli in lattice con il talco dentro, niente mascherine e soprattutto nessun corso sulla sicurezza di laboratorio, ecc,ecc.
Confermo assolutamente che mia moglie non ha mai sofferto di alcun tipo di allergia in precedenza.
E poi rispondo per quanto riguarda il viaggio di nozze....siamo stati fuori solo 1 settimana...lei ha avuto un arresto della sintomatologia per tutto il mese di Agosto (che siamo stati in casa nuova)!!!
Il problema si è presentato dopo 2-3 giorni dalla ripresa del lavoro.
Sono un medico anch'io...e determinate cose le capisco e le comprendo.
cari Saluti e Grazie.

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