Mi hanno parlato di un soggetto (che non ho ancora visto ma che dovrei visitare tra non molto) che PARE abbia i seguenti problemi: alcolismo, recente riscontro di angioma cavernoso cerebrale, pseudoassenze di tipo comiziale lesionale (attualmente in terapia con ff antiepilettici). PARE che tale soggetto sia tuttora lavoratore turnista con notte e che guidi ancora l'auto. Dato che lo vedrò nella veste di specialista ambulatoriale di neurologia, dopo invio del curante, chiedo: come posso neutralizzarlo, seguendo le vie legali?
Scusa, cosa intendi per neutralizzarlo?
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
...mi è partito l'invio..
dunque dicevo...cosa intendi per "neutralizzarlo"? e poi ti hanno parlato in che senso? hai una documentazione scritta?
servirebbero più informazioni pewr poter giudicare o dare un consiglio
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
billi
Ma che vuol dire il termine "neutralizzarlo"? Tu al massimo come specialista in neurologia puoi limitarti a fare una diagnosi ed a stabilire una terapia: sara' compito delle figure mediche preposte (MC, Commissioni ASl etc.) prendere eventuali provvedimenti ove ne venga riconosciuta l'opportunita'.
Potresti nel tuo parere neurologico dare indicazioni su cosa ritieni in questo momento potenzialmente in grado di peggiorare il quadro clinico e/o la compliance verso la terapia. Descrivi l'obbiettività neurologica in modo che che le eventuali successive figure (vedi per esempio medico competente) possa utilizzarle per definire delle limitazioni. Ritieni che un'attività notturna sia controindicata perche' in grado di peggiorare il quadro..scrivilo. Segnala l'eventuale necessità di instaurare terapie e la periodicità dei controlli neurologici che ritieni opportuni. Per quanto riguarda patente e idoneità lavorativa saranno altre figure, se il paziente vorrà mostrare quanto scriverai, a prendere le ulteriori decisioni. Poi se ci dai qualche informazione in piu'...
"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)
bordini il 23/05/2008 06:33 ha scritto:
Potresti nel tuo parere neurologico dare indicazioni su cosa ritieni in questo momento potenzialmente in grado di peggiorare il quadro clinico e/o la compliance verso la terapia. Descrivi l'obbiettività neurologica in modo che che le eventuali successive figure (vedi per esempio medico competente) possa utilizzarle per definire delle limitazioni. Ritieni che un'attività notturna sia controindicata perche' in grado di peggiorare il quadro..scrivilo. Segnala l'eventuale necessità di instaurare terapie e la periodicità dei controlli neurologici che ritieni opportuni. Per quanto riguarda patente e idoneità lavorativa saranno altre figure, se il paziente vorrà mostrare quanto scriverai, a prendere le ulteriori decisioni. Poi se ci dai qualche informazione in piu'...
Il punto è proprio questo. Oltre a fare ovviamente quello che è di mia competenza in quanto specialista neurologo (referti, terapie, controlli ravvicinati etc etc etc), mi chiedo quali siano le modalità per far in modo che il soggetto ARRIVI a una delle figure di cui si parlava: medico di azienda, legale etc. Non essendomi stato inviato dal datore di lavoro o dal medico competente, temo di avere le mani legate: è un vecchio problema, me ne rendo conto, speravo che qualcuno avesse una buona idea. Per rispondere agli altri colleghi, "me ne hanno parlato" significa che ho avuto qs informazioni dalla moglie (mia paziente), la quale è confusa perchè capisce che il marito ha seri problemi "ma nessuno sembra fare nulla per impedirgli di costituire potenziale danno" (vedi guida, turni etc). Cercherà di convincerlo a farsi seguire nel nostro ambulatorio di neurologia, ed è proprio in previsione di questo che chiedo consigli!
secondo me,in questi casi, tu sei tenuto all'obbligo del segreto professionale e ,per questo in caso di danni provocati, nessuno ti potrà contestare nulla. Questo proprio per salvaguardare il diritto alle cure delle persone che dovessero temere di perdere il posto di lavoro a causa delle malattie da cui sono affetti. Resta però il fatto che tu , qualora dovessi ritenere che l'interesse per la pubbilca incolumità dovesse divenire prevalente, invocando il principio della giusta causa di rivelazione del segreto, potresti segnalare a chi ritieni opportuno il caso in questione,proprio allo scopo di impedire il verificarsi di danni alla pubblica incolumità. Sulla valutazione della ricorrenza o meno della giusta causa hai piena discrezionalità fermo restando il fatto che tale valutazione potrebbe essere in futuro sindacata e rivalutata da parte della autorità giudiziaria.
tapand
Francamente non vedo grandi soluzioni se il lavoratore decide, nonostante i tuoi consigli, di non informare gli "operatori della prevenzione" (chiamiamo cosi' le varie figure). Sul discorso del segreto professionale e pubblica incolumità non so che consigliarti...personalmente se è solo lavoratore turnista ( a meno che non sia addetto al controllo radar di un aeroporto o di una centrale nucleare...ovviamente estremizzo) non segnalerei nulla. Intendiamoci..parere personale!
"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)
Quando si parla di rivelazione di segreto professionale si entra in un ambito decisamente scottante. Io ritengo che ciò debba avvenire solo in casi eccezionali quando, cioè, il rischio per la pubblica incolumità è praticamente certo (ad es. per trasmissione di contagio per via aerea). Quando il pericolo non è "imminente" e "di estrema gravità", io ritengo che il segreto professionale non vada rivelato.
Vorrei poi anche ricordare che un nostro collega, per aver denunciato un suo paziente che gli aveva confidato di aver commesso abusi sessuali su bambini, si è trovato a dover affrontare gente che gli contestava la violazione del segreto professionale (evito qualsiasi commento)
Ringrazio i colleghi per i pareri. Il tema è sicuramente non nuovo ed estremamente serio, anche perchè tuttora orfano di una soluzione strutturata. Al convegno di Pavia di venerdì 30 maggio (sulla sonnolenza, vedere in Eventi) è previsto l'intervento di un medico legale che affronterà la questione per quanto riguarda la sonnolenza, che crea ENORMI problemi a noi sonnologi che ci troviamo quasi quotidianamente a valutare lavoratori sonnolenti (anche tanto!!) che andrebbero fermati, almeno temporaneamente, ma che sono intoccabili nel momento in cui NON INVIATI dal medico competente o del lavoro ma dal loro medico di base o addirittura da se stessi.
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