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Invalidità civile 100% e lavoro

Questo argomento ha avuto 9 risposte ed è stato letto 62182 volte.

dr.alesiani

dr.alesiani
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497
  • Invalidità civile 100% e lavoro
  • (10/06/2008 16:50)

Cari tutti, buona giornata
Sottopongo ai colleghi esperti in legislazione questo caso.
Azienda farmaceutica: un ISF (informatore scientifico del farmaco) assunto 30 anni orsono ( io personalmente non lo conosco e a suo tempo l'azienda non sottoponeva a visita nemmeno preassuntiva, come adesso facciamo anche per gli ISF)
Comunica con l'invio dalla Sicilia,all'ufficio del personale con sede a Roma un certificato della ASL di residenza in cui viene dichiarato per neoplasia operata invalido civile al 100% con accompagno e .... non può lavorare .. ( precisamente cosi!
L'azienda mi chiede cosa si deve fare ed io non sapendo esattamente cosa rispondere butto là che se ha l'accompagno e ..non può lavorare.... NON PUO' LAVORAE rispondo.
Mandiamolo ad una visita collegiale nella propria ASL per la VALIDITA' al lavoro..... Non si può fare.!!!
Dico che vista la situazione e me lo fanno visitare io dirò che non è idoneo al lavoro di ISF e quindi o lo licenziano e/o lui ricorre nei termini di legge e....aspettiamo. Non si può fare....!!
L'azienda chiede lumi alla confindustria ed ha questa risposta : è compito del medico aziendale dire se questo è idoneo al suo lavoro e comunque un invalido civile al 100% ed anche con accompagno non si vede per quale motivo non possa lavorare...etc...etc.....
Io , vista questa risposta non so che pesci prendere e mi rifugio nel vostro aiuto e sapere.......
Ma questi di confindustria se lo immaginano un povero "cristo" forse con poco tempo di vita che si fa accompagnare negli studi medici?!???
BOHHHHH.
Per adesso con l'azienda ho concordato che questo povero figlio si ponga in malattia ed anche se l'ha "terminata" tutta verrà pagato come se fosse in servizio.... l'azienda mi ha accettato la proposta...... meno male! Non ci sono solo cani in giro!!!
Io però sono debitore verso la stessa di un mio parere/intervento...
Che mi dite, ragazzi
ciao

Mario

protomedico

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161
  • Re: Invalidità civile 100% e lavoro
  • (10/06/2008 17:30)

...e mò qui ci vorrebbe un medico legale!!!!!....io sono solo un medico del lavoro, ma il piccolo medicolegale che è dentro di me proverà a risponderti:
1)l'invalidità civile prende come misura di base la "validità", cioè la capacità di lavoro generica (mi pare)
2)il medico del lavoro misura invece la idoneità alla mansione specifica
3)l'INPS misura la capacità lavorativa in mansioni confacenti le proprie attitudini (e se essa è ridotta a 1/3, dà diritto alla pensione in presenza di un minimo contributivo che una volta era di 5 anni, adesso non so).
4)in questo caso è ovvio che il lavoratore si trova in una situazione in cui il problema preminenete non è valutare la sua idoneità alla mansione specifica, bensì valutare a monte la sua abilità al lavoro, cioè valutare se, dopo un congruo periodo di terapia e riposo (fase da superare in stato di "malattia" che è una inabilità temporanea assoluta") , la sua patologia neoplastica può mostrare una remissione clinica e/o una guarigione (!!) e il signore potrà essere di nuovo inserito al lavoro, magari con eventuali prescrizioni e/o limitazioni (questo giudizio è a carico del medico competente) oppure se, data la natura della patologia neoplastica e/o le condizioni generali del paziente, si prevede l'impossibilità di un futuro reinserimento lavorativo: in tal caso bisogna prevedere di attivare l'iter per il (pre)pensionamento per motivi di salute (pensione di inabilità); in quest'ultimo caso, bisogna vedere che cosa prevede il contratto di lavoro degli ISF, quali sono le garanzie contrattuali in caso di assenza dal lavoro prolungata per malattia, quale è l'Ente Previdenziale che li tutela e che cosa prevede per la pensione di inabilità.
non so se ho espresso il mio pensiero in modo intellegibile, (spero tanto di si, tenuto conto che l'argomento è soprattutto medico-legale) ma comunque una cosa emerge a consolazione dei vecchi medici del lavoro: in genere, le situazioni in cui non ci raccapezziamo sono proprio quelle in cui, infatti, il medico del lavoro competente non ha giurisdizione.....come,direi, avviene in questo caso

billi

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  • Re: Invalidità civile 100% e lavoro
  • (10/06/2008 17:49)

Credo che cosi' come stanno le cose (100% piu' accompagnamento) difficilmente si possono trovare attivita' in cui riconvertire il lavoratore (residuo di capacita' lavorativa pari a zero. Credo che, in base al contratto degli ISF bisognera' attivare tutte le procedure per accompagnare il lavoratore alle forme di assistenza previdenziale (prepensionamento per motivi di salute previa visita collegiale)previste dal contratto specifico. Se poi si potesse intravedere un nesso di causa ed effetto perche' non provare con la causa di servizio?

Scalingi@interfree.it

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  • Re: Invalidità civile 100% e lavoro
  • (10/06/2008 20:28)

Mi permetto inserirmi nella discussione per la mia modesta esperienza maturata sia come specialista in Medicina del Lavoro che come Consulente Tecnico di Ufficio del Tribunale.
Sicuramente la terminologia di legge, in uso nella normativa riguardante l'invalidità civile, può indurre in confusione; parlare cioè di attività lavorativa a cui adibire un individuo dichiarato "invalido con totale e permanente inabilità lavorativa al 100%" e per di più "con necessità di assistenza continua non potendo deambulare senza l'aiuto permanente di un accompagnatore e/o con impossibilità a compiere gli atti quotidiani della vita" suona, effettivamente, un pò strano.
Ma il bello della Medicina del Lavoro è anche, e non solo, questo!
Che soddisfazione, per esempio, per un M.C. poter dire di un non vedente, affetto sicuramente da una grave patologia, che è un "Lavoratore idoneo a svolgere la mansione di centralinista"!
Questo per dire che, se la volontà del Lavoratore è di preservare, anche per gli indubbi riflessi psicologici, una attività lavorativa, lo specialista in Medicina del Lavoro, deve mettere in pratica tutte le proprie conoscenze al fine di consentire uno svolgimento di una attività lavorativa consona alle capacità residue del soggetto.
D'altra parte, invece, se si vuole ipotizzare una consulenza per il caso in esame si deve dar fondo a quanto di buono c'è nella normativa al fine di consentire, ad un Lavoratore che per trenta anni ha svolto la propria attività lavorativa, un avvenire, ci auguriamo quanto più lungo possibile, sereno e privo di preoccupazioni soprattutto economiche.
Si potrebbe ricorrere, pertanto, trattandosi di un soggetto con i requisiti contributivi, alla Legge 222/84 mediante il riconoscimento della pensione di inabilità erogata dall'INPS.
Un'altra possibilità, a volte misconosciuta, è quella della Legge Finanziaria del 2000 che offre l'opportunità a coloro i quali detengano una invalidità civile superiore al 75% di ottenere il riconoscimento di due mesi di contributi figurativi per ogni anno fino ad un massimo di cinque; in tal modo, ad esempio, più di un mio Lavoratore, ha raggiunto l'agognata pensione senza avere "danni" di tipo economico.

tonyporro

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  • Re: Invalidità civile 100% e lavoro
  • (10/06/2008 21:12)

Il problema nasce a mio avviso dall'abitudine che molte Commissioni di invalidità civili hanno e cioé di concedere l'assegno di accompagnamento (che presuppone un'inabilità totale e permanente) ai soggetti affetti da patologia tumorale in chemio- o radioterapia, magari fissando una data di revisione al termine della terapia stessa, e senza comunque valutare attentamente l'esistenza di residue capacità lavorative.
Il giudizio di idoneità al lavoro specifico resta comunque compito del Medico competente aziendale se ci sono i presupposti della sorveglianza sanitaria, o comunque di una struttura pubblica di medicina del lavoro a cui il Datore di lavoro può inviare il lavoratore ex L. 300/68.

ramses

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  • Re: Invalidità civile 100% e lavoro
  • (10/06/2008 22:32)

Se un soggetto ha un riconoscimento di invalidità 100%, e magari anche un accompagnamento, ciò dovrebbe significare che il poveretto sta messo piuttosto male dal punto di vista della salute, tanto da non potere (sopratutto se ha l'accompagnamento) svolgere autonomamente le funzioni della vita quotidiana. Concordo sul fatto che possa esservi da parte delle Commissioni una interpretazione "elastica" della questione, ma vorrei condividere un quesito che mi sono posto in situazione analoga:
lo visito, lo ritengo idoneo, anche se con limitazioni, a svolgere una certa mansione; nello svolgimento di quella mansione subisce un danno (infortunio, p. es.); se un magistrato mi chiede come mai l'ho ritenuto idoneo pur sapendo che era invalido 100%, cosa gli rispondo ?
Non voglio dire che se uno è invalido non deve lavorare, che magari ne ha anche bisogno con la pensione che piglia. Però mi stride il 100% con una contemporanea residua capacità lavorativa. Non parliamo poi se ha anche l'accompagnamento, che attesterebbe la condizione peggiore possibile.

Se i Giusti non si oppongono sono già colpevoli ("Gracchus" Babeuf)

Pennacchio

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  • Re: Invalidità civile 100% e lavoro
  • (10/06/2008 22:36)

Ma il Lavoratore è esposto a rischi specifici? Altrimenti qualsiasi giudizio del MC sarebbe privo di valore e potrebbe creare danno allo spesso MC.
Un caso simile (anche se con esposizione a rischi specifici ben definiti) è capitato anche a me. L'accompagnamento scade a luglio petanto ho espresso un giudizio di non idoneità alla mansione fine a luglio con successivo ricontrollo (nonostante il 100% di IC).
Un saluto

frama

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  • Re: Invalidità civile 100% e lavoro
  • (10/06/2008 22:54)

Mi aggiungo alla richiesta di Pennacchio: ma quali sarebbero questi rischi specifici per la quale l'azienda richiede la visita del medico competente e la relativa espressione del giudizio di idoneità?
Chiedere all'azienda quali siano questi rischi (presenti nel DVR?), per tali rischi è necessaria la Sorveglianza sanitaria? Se non sono ravvisabili rischi per la quale necessita la sorveglianza sanitaria l'unica strada è l'art. 5 della legge 300/70 (visita collegiale).

carlpam

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  • Re: Invalidità civile 100% e lavoro
  • (11/06/2008 00:59)

Ho preso alcuni spezzoni di tre interventi per chiarire alcuni aspetti circa l'invalidità permanente: quella temporanea è ovviamente una semplice malattia od infortunio con un termine [Msieur de la Palisse]. Vi è una invalidità civile o generica ed una specifica (inps) per cui - era l'esempio classico al corso di Medicina legale al quint'anno - se un pianista ha un'artrite reumatoide avrà una invalidità civile del 50% fisso, ma una invalidità pensionabile (specifica o inps) del 100%.

Se un soggetto ha un riconoscimento di invalidità 100%, e magari anche un accompagnamento, ciò dovrebbe significare che il poveretto sta messo piuttosto male dal punto di vista della salute, tanto da non potere (sopratutto se ha l'accompagnamento) svolgere autonomamente le funzioni della vita quotidiana.

Aggiungerei - per pura pedanteria - che una invalidità civile con assegno di accompagnamento (che deformazione orribile il termine "accompagno") può essere dato come nell'intervento citato per incapacità di fare i comuni atti della vita (per cui non vi potrà essere alcuna idoneità alla mansione dal MC o dalla commissione ex L300 per le mansioni da affidare all'invalido) ma anche per "l'incapacità di deambulare autonomamente" e in questo caso molti lavori di tipo dirigenziale, amministrativo od impiegatizio non sono per nulla incompatibili.

Concordo sul fatto che possa esservi da parte delle Commissioni una interpretazione "elastica" della questione, ma vorrei condividere un quesito che mi sono posto in situazione analoga:
lo visito, lo ritengo idoneo, anche se con limitazioni, a svolgere una certa mansione; nello svolgimento di quella mansione subisce un danno (infortunio, p. es.); se un magistrato mi chiede come mai l'ho ritenuto idoneo pur sapendo che era invalido 100%, cosa gli rispondo ?
Non voglio dire che se uno è invalido non deve lavorare, che magari ne ha anche bisogno con la pensione che piglia. Però mi stride il 100% con una contemporanea residua capacità lavorativa.
[e qui non sono d'accordo perchè dipende dal lavoro specifico o dal tipo di invalidità]
Non parliamo poi se ha anche l'accompagnamento, che attesterebbe la condizione peggiore possibile.[cite]
Il problema nasce a mio avviso dall'abitudine che molte Commissioni di invalidità civili hanno e cioé di concedere l'assegno di accompagnamento (che presuppone un'inabilità totale e permanente) ai soggetti affetti da patologia tumorale in chemio- o radioterapia, magari fissando una data di revisione al termine della terapia stessa, e senza comunque valutare attentamente l'esistenza di residue capacità lavorative.
[ e qui ampiamente concordo]
Il giudizio di idoneità al lavoro specifico resta comunque compito del Medico competente aziendale se ci sono i presupposti della sorveglianza sanitaria, o comunque di una struttura pubblica di medicina del lavoro a cui il Datore di lavoro può inviare il lavoratore ex L. 300/68.1)l'invalidità civile prende come misura di base la "validità", cioè la capacità di lavoro generica (mi pare)
2)il medico del lavoro misura invece la idoneità alla mansione specifica
3)l'INPS misura la capacità lavorativa in mansioni confacenti le proprie attitudini (e se essa è ridotta a 1/3, dà diritto alla pensione in presenza di un minimo contributivo che una volta era di 5 anni.

devo dirvi che avendo fatto nel passato parte di commissione invalidità civile queste distinzioni era fonte di continue diatribe con i colleghi clinici che di questi problemi non hanno mai capito (o voluto capire) nulla . Val la pena di dire che poi - anni 90- le commissioni le hanno presiedute i medici legali con netto miglioramento del lavoro e che comunque ne facevano di diritto medici del lavoro ed igienisti con utili interventi di tutti.
carlpam
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L'educazione e la cultura consiste nel liberaci da quello che ci hanno insegnato (Mons. de LAS CASAS 1500)

maria_bianchi

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  • Re: Invalidità civile 100% e lavoro
  • (11/06/2008 10:50)

...attenzione!!! Il rischio cui state andando incontro è quello della "discriminazione" nei confronti di un lavoratore con "disabilità".
peraltro da quel che si deduce dai post il lavoratore di cui trattasi non è in sorveglianza sanitaria obbligatoria dal MC.
Alla luce del nuovo decreto il lavortore pò chiedere di essere visitato dal MC che esprime giudizio di idoneità "in scienza e coscienza" relativamente all'analisi tra mansione effettivamente svolta e patologia da cui è affetto.
Il fatto che abbia avuto il riconoscimento di 100% di invalidità con indennità di accompagnamento non è di per sé in contrasto con l'attività lavorativa. Non avete mai incontrato "lavoratori" su sedia a rotelle (100% invalidità+ indennità acc.to)?
Da quanto scritto non trattandosi di un pubblico dipenendente non è possibile adire all'istituto della dipendenza da causa di servizio. Ricordiamoci comunque che il DLgs 276/03 prevede anche per i dipenenti settore "privato" di poter usufruire di 30 gg/anno di assenza dal lavoro per patologia neoplastica per la quale si è avuta un riconoscimento superiore al 50% di invalidità.
Sempre se trattasi di un dipendente settore "privato" può comunque presentare domanda all'INPS per assegno o pensione di inabilità. Il primo è compatibile cojn il lavoro e dà diritto ad un assegno mensile la cui entità dipende dai contributi versati, la seconda è incompatibile con il lavoro.

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