Buongiorno Colleghi, mi trovo ad aggiornare un piano sanitario di lavoratori che rimuovono amianto compatto dai tetti, senza utilizzo di strumenti di taglio-perforazione elettrici (trapani e seghetti) con uso di tutti i DPI del caso (FFP3, tute monouso ecc). La lavorazione svolta è una delle varie che effettua l'azienda.
Dal confronto con colleghi mi risulta che di fatto NON sono esposti a cancerogeni, qualcuno conosce fonti ufficiali che possano confermare la decisione? Da DVR non sono esposti, ho sempre il dubbio di finire in interpretazioni più restrittive da colleghi della vigilanza.
Quanto al protocollo, pensavo di passare, per cautela, da spirometria basale biennale a test con volume residuo e DLCO biennale, niente radiografie o tac. Niente visita di fine esposizione (o li consideriamo esposti a cancerogeno e quindi si?)
cactus il 28/11/2024 05:57 ha scritto:
Buongiorno Colleghi, mi trovo ad aggiornare un piano sanitario di lavoratori che rimuovono amianto compatto dai tetti, senza utilizzo di strumenti di taglio-perforazione elettrici (trapani e seghetti) con uso di tutti i DPI del caso (FFP3, tute monouso ecc). La lavorazione svolta è una delle varie che effettua l'azienda.
Dal confronto con colleghi mi risulta che di fatto NON sono esposti a cancerogeni, qualcuno conosce fonti ufficiali che possano confermare la decisione? Da DVR non sono esposti, ho sempre il dubbio di finire in interpretazioni più restrittive da colleghi della vigilanza.
Quanto al protocollo, pensavo di passare, per cautela, da spirometria basale biennale a test con volume residuo e DLCO biennale, niente radiografie o tac. Niente visita di fine esposizione (o li consideriamo esposti a cancerogeno e quindi si?)
Guarda, considerando come gira il mondo, io il registro degli esposti lo istituirei. Alla fine nella pratica è solo una bega di carte in più, tanto il protocollo sanitario che hai impostato mi sembra più che sufficiente (e direi che nella questione è la cosa che più conta).
Però, se non lo fai, ci metteresti di più a spiegare perchè non l'hai fatto piuttosto che a farlo.
A pensar male si fa peccato ma ci s'azzecca!
Art.259,260 e 249 del d.l. 81/08
cactus il 28/11/2024 05:57 ha scritto:
Buongiorno Colleghi, mi trovo ad aggiornare un piano sanitario di lavoratori che rimuovono amianto compatto dai tetti, senza utilizzo di strumenti di taglio-perforazione elettrici (trapani e seghetti) con uso di tutti i DPI del caso (FFP3, tute monouso ecc). La lavorazione svolta è una delle varie che effettua l'azienda.
Dal confronto con colleghi mi risulta che di fatto NON sono esposti a cancerogeni, qualcuno conosce fonti ufficiali che possano confermare la decisione? Da DVR non sono esposti, ho sempre il dubbio di finire in interpretazioni più restrittive da colleghi della vigilanza.
Quanto al protocollo, pensavo di passare, per cautela, da spirometria basale biennale a test con volume residuo e DLCO biennale, niente radiografie o tac. Niente visita di fine esposizione (o li consideriamo esposti a cancerogeno e quindi si?)
Ciao Collega. Mi sono appena imbattuto nel tuo stesso problema. Condivido il tuo protocollo sanitario (in particolare niente Rx torace e niente citologia dell'espettorato). Per quanto riguarda il registro di esposizione secondo me è meglio farlo a meno che non siano chiaramente classificabili solo come ESEDI (in questo caso non sarebbe nemmeno richiesto un protocollo così corposo). Da quello che scrivi non direi e mi pare abbiano una esposizione più alta. Quindi, riassumendo, se l'esposizione è più alta di ESEDI ma al di sotto del limite di legge per l'istituzione del registro (definito dall'art. 260 per i soli casi di superamento di 0,01 fibre per cc di aria, cioè un decimo del TLV-TWA, pari a 0,1 fibre per cc di aria) io lo farei comunque per sentirmi tranquillo e non avere eventuali grane con l'organo di vigilanza.
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