L’art. 39 del D.Lgs.81 prevede “L’attività di medico competente è svolta secondo i principi della medicina del lavoro e del codice etico della Commissione internazionale di salute occupazionale (ICOH)”.
Tra i doveri degli operatori di medicina del lavoro figura il seguente:
“5. In caso di rifiuto o di mancanza di volontà di provvedere adeguatamente a rimuovere un rischio
eccessivo o a porre rimedio ad una situazione che sia manifestamente pericolosa per la salute o la
sicurezza, gli OML dovranno esprimere per iscritto in modo chiaro e con la massima urgenza la loro
preoccupazione al dirigente responsabile, sottolineando la necessità di tenere in dovuto conto le conoscenze
scientifiche e di applicare in modo corretto gli standard sanitari, compresi i limiti di esposizione,
e richiamando il datore di lavoro ai suoi obblighi nell’applicazione della legge e dei regolamenti in difesa della salute dei propri dipendenti. I lavoratori interessati e i loro rappresentanti nell’impresa dovranno essere informati e, ove necessario, si dovranno avviare contatti con l’autorità competente”
Mi sembra di capire che tale articolo non è solo una raccomandazione deontologica ma “obbligo di Legge”.
Premesso che questo articolo mi piace molto e, nella miseria che ogni giorno viviamo, ripropone con forza il valore morale e sociale del nostro lavoro, mi pongo (se ne avessimo tutti il coraggio o forse solo la possibilità) le implicazioni operative rispetto all’altro obbligo di partecipare alla valutazione del rischio. Alla fine questo Decreto tanto criticato apre spiragli e prospettive da non perdere.
Concordo totalmente sull'importanza dell'art. 39 che ci consente - come già ho avuto modo di dire in altra occasione - di appropriarci una volta per tutte del nostro vero ruolo e della nostra "mission" e di imporla con intelligenza e fermezza a tutti gli altri attori della sicurezza (datore di lavoro, RSPP, tecnici della sicurezza ....), la maggior dei quali si ostina ad attribuirci l'angusto ruolo di "visitificio" e a tenerci sempre più lontano anche dalla partecipazione attiva alla effettuazione del d.v.r. che nell'ipotesi migliore ci viene proposto, a cose già fatte, per apporci la nostra firma - nel rispetto della normativa.
Il vero somaro non è l'asino che sa di essere tale, ma quello che si crede un cavallo (o tenta di apparire).
(MdP)
Nessuno lo vuole capire: finchè nel nostro campo vigerà il subappalto a terzi e quarti e lo sfruttamento indiscriminato di tutte le figure professionali, ingegneri, medici, tecnici (leggi centri o società di servizi) non ci potrà essere qualità nè dignità professionale.
Ci sarà soltanto un servizio formale (spesso neanche la forma è salvaguardata) che non vale a nulla nella pratica (visite a ufo, dvr e pos copia-incolla, e così via). Questo circuito implementa la figura del medico "visitaro" allontanando sempre di più quello che dovrebbe essere l'optimum, e cioè il medico come "consulente aziendale". E il cane continua a mordersi la coda.
Mi piovono lamentele di colleghi nei confronti di altri colleghi che propongono consulenze alle aziende a prezzi "bassi". Io rispondo: se proprio devi fare il medico "visitaro" meglio andare a 50euro a visita direttamente dall'azienda che a 20-30euro a visita presso la società di servizi. Guadagni meglio ed hai più libertà professionale (per lo meno non sei legato ai protocolli da supermercato ed al padroncino della società di servizi di turno).
E stiamo ancora a parlare di codice etico!
Saluti.
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