Si invitano i Colleghi, i RSPP, i RLS a descrivere l&
Potrebbe essere interessante anche cominciare a confrontare i giudizi di idoneità conosciuti in relazione alla tipologia del lavoro e delle patologie. Sono comunque sufficienti le informazioni e la preparazione del Medico Competente per esprimere il giudizio di idoneità al lavoro notturno? Deve essere forse riscritto il capitolo della cronobiologia, della fisiologia del lavoro, del rapporto fra malattie endocrine, metaboliche e cardiovascolari e lavoro notturno? Ci sono sufficienti argomenti per stimolare la discussione......
opero come m.c. di una impresa di pulizia in ambiente sanitario che fornisce anche il personale addetto alla guardiola. essi effettuano il controllo all&
è in terapia con antipertensivi, antirigetto, cortisonici, diuretici.
tuttavia l&
i compiti lavorativi: i turni notturni comportano lavorare da soli e, a volte, dover intervenire nell&
le condizioni di salute: è un&
il lavoro notturno lo è?
secondo me si (anche perchè se così non fosse non avrebbero emanato un apposito decreto).
il soggetto ha fatto ricorso ed i colleghi della asl lo hanno giudicato idoneo ai turni notturni.
un secondo caso di un soggetto appartenente alla stessa azienda e con analoga mansione affetto in passato da ulcera duodenale ed in trattamento ciclico con antih2.
in effetti riferisce, nella settimana del turno notturno, un accentuarsi della pirosi gastrica durante la notte, con ricorso più frequente ad antih2.
a questo punto mi chiedo: se un cardiotrapiantato è idoneo all&
secondo me, nel caso specifico, si. tuttavia per il momento, condizionato dal precedente ricorso, l&
prendo spunto da questi eventi per rilanciare una altro problema.
i ricorsi, nella maggior parte dei casi, vengono effettuati senza un&
secondo voi non sarebbe opportuno una concertazione con il m.c., anche per comprendere il ragionamento, le considerazioni che hanno poi, come atto finale, il giudizio di idoneità?
colleghi m.c., colleghi delle asl, r.l., r.s.p.p. discutiamone!
Riguardo alla lettera del M.c della ditta di pulizie che lavorano anche di notte. Io penso che un cardiopatico trapiantato, se non riferisce una sintomatologia riconducibile al lavoro notturno es. difficoltà a riposare il giorno oppure aumentato affaticamento... può lavorare di notte naturalmente non facendo lavori pesanti e faticosi. Secondo me,invece un ulceroso in fase attiva, non può lavorare di notte almeno temporaneamente.
Vorrei sapere se vengono effettute visite per i lavoratori notturni delle agenzie private di sicurezza.Io l 'ho contattata una e mi è stato detto che loro sono esenti dalla norma.Vi risulta?
Sarebbe anche interessante conoscere l 'opinione dei Colleghi dei Servizi delle ASL (anche se la materia è sotto la vigilanza dell 'Ispettorato del Lavoro) in merito all 'obbligo di inserire il lavoro notturno nel documento di valutazione dei rischi.
A mio avviso, non sussiste dubbio di fronte a soggetti con patologie acute o in fase di riacutizzazione con trattamento farmacologico in atto (es. gastropatie, esofagite, Chron. RCU, ...), ipertesi con documentato scarso controllo terapeutico, diabetici, ecc..., che vanno tutti esentati temporaneamente o permanentemente. Il problema si pone davanti al soggetto che in visita dichiara di non adattarsi alla turnazione e di non riuscire a riposare nelle ore diurne: che fare? Esentarlo subito (attirandosi le ire del datore di lavoro) o aspettare che peggiori tanto da dover ricorrere a terapia ansiolitica/ipnoinducente?
caro fracchiolla, quello che scrivi è giusto: è il problema del valore che diamo alla soggettività nelle nostre conclusioni, nel giudizio di idoneità.
noi medici del lavoro così giocoforza legati a documentare le nostre decisioni il più possibile, attenendoci a linee guida, protocolli, ecc. siamo in difficoltà di fronte al sintomo non oggettivabile.
come ci comportiamo con le lombalgie su base esclusivamente muscolare o con vertigini soggettive i cui relativi accertamenti eseguiti danno risultati nella norma ?
per le sintomatologie riferite senza corrispondente oggettivo in esami complementari (lombalgie, cervicalgie, vertigini con esami radiologici negativi), se clinicamente si può obiettivare, ad. es., una contrattura muscolare o altri segni, sarei sicuramente favorevole ad una limitazione temporanea con consiglio di recarsi dal medico di base per adeguata terapia. I "recidivi", in assenza di rischio specifico (es. posture - movimentazione manuale carichi) li inviterei a seguire congruo periodo di astensione dal lavoro con adeguata terapia e li riterrei comunque idonei.
Parere di un collega dei Servizi (Toscana) sul cardiotrapiantato addetto ai turni di notte.
Se é assunto come invalido/disabile (e il medico competente cerca "copertura legale"), una strada percorribile potrebbe essere (oltre al ricorso all 'organo di vigilanza ex art.17/4, .Lgs.626) un accertamento sanitario ai sensi della L.68/99, art.10 (norme per il diritto al lavoro dei disabili), sulla compatibilità delle mansioni affidate con le condizioni di salute del disabile -specificando le eventuali difficoltà incontrate nell 'inserimento mirato.
Personalmente - se la persona è in buona salute generale e non ha problemi con la terapia immunosoppressiva - non avrei anch 'io problemi particolari a dare a priori una risposta positiva.
Paolo Del Guerra
Condivido i dubbi del collega che ha giudicato non idoneo al lavoro notturno il lavoratore cardiotrapiantato soprattutto perchè, nella qualità di medico competente per il personale di un ospedale, conosco fin troppo bene i "pericoli" ai quali vanno incontro gli operatori del Pronto Soccorso e, ancor più, il personale che vigila all 'ingresso di questo particolare servizio.
Mi sarei comportato nella stessa maniera!!
Vorrei aggiungere, però, altro a questa discussione chiedendo il vostro parere.
Recentemente mi sono dovuto occupare della valutazione di due diversi colleghi medici, di 55 anni, portatori di aneurisma aortico ed affetti da ipertensione arteriosa non perfettamente controllata con i farmaci loro prescritti: l 'uno neonatologo, l 'altro ostetrico ginecologo.
A quest 'ultimo, per la compromissione aterosclerotica dei vasi addominali, è stato giudicato, al momento è stato esclusa la possibilità della correzione chirurgica, mentre l 'altro è in attesa di essere operato.
Al momento, considerato che l 'organizzazione del lavoro nei due reparti non consente una regolare turnazione e che i riposi compensativi sono spesso impegnati con turni di reperibilità pomeridiana e notturna, considerato anche la peculiarità del lavoro svolto (terapia intensiva, interventi chirurgici d 'urgenza, ecc.), ho inteso considerare entrambi non idoeni al lavoro notturno.
Peraltro desidero richiamare la vostra attenzione sulle conseguenze psicologiche che possono seguire il sapere di essere "portatore" di un aneurisma addominale in associazione a fattori di rischio per le complicanze; nel formulare il giudizio idoneità al lavoro notturno, a mio avviso, bisogna tenere conto delle conseguenze che ciò sicuramente comporta in termini di adattamento a condizioni di lavoro para-fisiologiche.
Condividete la mia decisione?
Come comportarsi allorquando il collega, conclusa la convolascenza postoperatoria, rientrerà al lavoro?
Questo post è solo per segnalare che il Collega Riccardo Bassi ha inviato al Sito (La nostra Professione - Contributi degli utenti) il resoconto di un lavoro scientifico presentato di recente ad un Congresso dal titolo : Lavoro notturno e ritmo circadiano del cortisolo.
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