cari amici del forum, ho da poco scoperto che in zona c'è un medico del lavoro, che da alcuni anni esercita regolarmente la libera professione, assunto da qualche mese presso lo spesal dello stesso territorio dove esercita. svoglge attività di ufficio e quando la prefettura lo richiede fa anche da ispettore. possono concigliare le due cose, per quello che io so.. NO!!! poi chiaritemi voi le idee. grazie
mino
Deceto Legislativo n.81/2008, art. 39 comma 3: No, non può.
Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.
E secondo me è un errore (uno dei tanti dell'infamissimo cosottantuno)!
Ho letto su questo forum pareri diversi dal mio, ma resto convinto che se un medico dell'organo di vigilanza fa un pò anche il medico competente (ovviamente fuori dalle proprie competenze territoriali) riesce poi a valutare meglio l'operato dei colleghgi durante l'attività di controllo.
Cerco di spiegarmi meglio: se uno vive sulla propria pelle i problemi del medico competente riesce meglio a capire le scelte dei colleghi quando si trova a valutarli; decisamente non mi sembra una buona idea avere impedito la libera professione.
Che cosa vuol dire "O da una parte o dall'altra? Uno contro l'altro?" Mi sembra un pò superato, della serie: mai col padrone!
Mi auguro che anche questa assurdità possa essere eliminata.
Concordo con il collega Perina, ma aggiungo qualche riflessione. Dunque:
1 se è vero che il medico “ispettore” può essere aiutato a comprendere meglio meccanismi ed impostazioni vari dei colleghi “sorveglianti”, è altresì vero che il medico dei “servizi”, svolgendo l’ attività di mc porta con se anni di esperienze ed un bagaglio culturale che non ritengo plausibile disperdere; sicuramente anni di confronto con i colleghi mi hanno imposto e consentito di affrontare ed approfondire le tematiche della nostra professione con una visione interdisciplinare che mi guida durante la mia attività quotidiana (io sono uno di quelli che non rientra nei servizi giacchè impegnato come mc della ASL) ;
2. ovviamente il d.lgs 81/2008 proibisce a chi svolge compiti di vigilanza di effettuare le funzioni di vigilanza su tutto il territorio nazionale; qui mi va di sottolineare (vado a mente) che mentre il “626” stabiliva la incompatibilità in campo alle funzioni individuali (…qualora esplichi attività di vigilanza…), il “de..cretino”, come qualcuno lo ha indicato su questo sito, precisa che non può svolgere l’ attività di medico competente, ad alcun titolo ed in alcuna parte del territorio nazionale, il dipendente di una struttura pubblica assegnato ad un ufficio che svolge compiti di vigilanza !!!! (quindi basta anche essere semplicemente assegnato ad un ufficio con compiti.., senza svolgerli);
3. ma è sicuro che con questo stratagemma non abbiano sacrificato la possibilità di coprire il territorio con le professionalità più qualificate (ML) e lasciato ulteriore spazio agli “igienisti”? ( e meno male che questo cosottantuno porta la firma del governo di centrosinistra).
Un saluto a tutti.
Guido Perina il 18/09/2008 09:04 ha scritto:
Ho letto su questo forum pareri diversi dal mio, ma resto convinto che se un medico dell'organo di vigilanza fa un pò anche il medico competente riesce poi a valutare meglio l'operato dei colleghgi durante l'attività di controllo.
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Condivido il tuo pensiero solo che l'attività di medico competente deve essere stata effettuata prima dell'attività tipica di Vigilanza.
Non ammetto che un UPG di un Servizio di Vigilanza possa fare anche il medico competente.
Saluti Gennaro
Gennaro Bilancio
Mi inserisco nell'argomento informandovi che almeno in Lombardia c'è una situazione di totale e arbitraria intepretazione sulla incompatibilità delle funzioni di vigilanza con l'attività di medico competente.
Per alcune ASL l'incompatibilità sussite solo per i medici dello PSAL (il servizio di vigilanza per la tutela dei luoghi di lavoro) mentre per altre l'interpretazione è più estensiva (vale a dire anche per chi controlla i requisiti di accreditamento delle strutture sanitarie o effettua attività di vigilanza sugli alimenti o esercita altre attività di vigilanza).
So di una ASL che si avvale per la vigilanza di medici competenti con contratto SUMAI e che, essendo medici non dipendenti, ha ritenuto che non siano incompatibili e che possono svolgere funzioni di medico competente.
In questa situazione di ordinaria follia è possibile che il legislatore faccia chiarezza su quali funzioni di vigilanza sono ritenute incompatibili o si deve continuare con il libero arbitrio di ogni ASL e con medici avvantaggiati o penalizzati a seconda di dove gli tocca lavorare?
ho letto attentamente le Vs. risposte, a mio umile parere, sono convinto che chi ha esperienza di libera professione sicuramente può essere più preparato a fare vigilanza... ora vi pongo una domanda, se io sono un'azienda che è in cerca di un medico competente, nell'indagine di mercato secondo voi la scelta cadrà sulla professionalità di un semplice libero professionista, oppure, conviene scegliere un medico strutturato nello spesal? fino a quando la libera professione si esercita in territorio non di competenza, va bene... altrimenti indubbiamente c'è un conflitto di interesse... in seguito vi fornirò un articolo di un quotidiano locale, ci sono stati degli arresti proprio per dei grossissimi conflitti di interesse di ispettori che avevano aziende di consulenza per la sicurezza....
mino
Gennaro il 19/09/2008 11:13 ha scritto:
Condivido il tuo pensiero solo che l'attività di medico competente deve essere stata effettuata prima dell'attività tipica di Vigilanza.
Non ammetto che un UPG di un Servizio di Vigilanza possa fare anche il medico competente.
Saluti Gennaro:)
E perchè? Secondo me la vecchia 626 (mi morderei le mani quando penso che mi lamentavo!) dava la corretta interpretazione: non puoi essere controllore e insieme controllato, per cui se vuoi fare il medico competente lo fai al di fuori del tuo ambito lavorativo.
Cordialità.
Guido Perina
Guido Perina il 19/09/2008 01:50 ha scritto:
E perchè? Secondo me la vecchia 626 (mi morderei le mani quando penso che mi lamentavo!) dava la corretta interpretazione: non puoi essere controllore e insieme controllato, per cui se vuoi fare il medico competente lo fai al di fuori del tuo ambito lavorativo.
Cordialità.
Guido Perina
perfetto.... è qullo che sostengo, farlo fuori dal territorio di competenza dello spesal per il quale si lavora va bene... ma in nessun modo è possibile che si svolga la libera professione dove si è controllori... e comunque a prescindere dalle nostre convinzioni, nell'ottantuno è chiaramente ribadito che chi è ispettore non può fare libera professione in ambito nazionale, perciò, lottare insieme per far si che modifichino l'articolo e tornare al concetto della 626, che si può fare libera profesione in territorio non di competenza, va bene, ma nel frattempo questo non è possibile
mino
Guido Perina il 19/09/2008 01:50 ha scritto:
E perchè? Secondo me la vecchia 626 (mi morderei le mani quando penso che mi lamentavo!) dava la corretta interpretazione: non puoi essere controllore e insieme controllato, per cui se vuoi fare il medico competente lo fai al di fuori del tuo ambito lavorativo.
Cordialità.
Guido Perina
Non direi.... il vecchio decreto Legislativo 626/94 stabiliva: che chi esplicava attività di vigilanza non poteva svolgere l'attività di medico competente, senza stabilire i limiti territoriali.
Quindi si sono formate 2 correnti di pensiero, quelli che dicevano che non era possibile effettuare l'attività di sorveglianza sanitaria su tutto il territorio nazionale e chi invece affermava che bastava spostarsi nel territorio di un'altra ASL
Pensando male e mettendomi nei panni di un UPG ASLINO potrei chiamare il collega dell'ASL di confine e mettermi d'accordo affinchè non mi rechi fastidio e viceversa......
Capisco che è un cattivo pensiero, lo so che non è così, ma poteva capitare una situazione simile.
Saluti Gennaro
Gennaro Bilancio
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