Secondo il Piano nazionale vaccini 2005-2007 la vaccinazione contro l'epatite virale B è raccomandata, e offerta gratuitamente, agli operatori sanitari e al personale di assistenza degli ospedali e delle case di cura private.
Il quesito che pongo alla vostra attenzione è relativo al giudizio di idoneità alla mansione specifica per medici ed infermieri che operano in reparti dove quello biologico rappresenti un rischio specifico: qualora il lavoratore non ottemperi alla prescrizione della vaccinazione è giustificata valutazione di inidoneità alla mansione, con le inevitabili conseguenze oppure è sufficiente l’idoneità con prescrizione della vaccinazione, lasciando al datore di lavoro la decisione sul lavoratore?
Bhe' insomma....e' raccomandata non obbligatoria. Fai firmare che rifiuta la vaccinazione in modo che risulti agli atti anche il tuo intervento di informazione/formazione...e chiusa li'. Non farei (e non faccio) oltre...se uno non vuole...
"L’oro non è tutto. Ci sono anche i diamanti". (Paperon De’ Paperoni)
bordini il 19/09/2008 08:32 ha scritto:
Bhe' insomma....e' raccomandata non obbligatoria. Fai firmare che rifiuta la vaccinazione in modo che risulti agli atti anche il tuo intervento di informazione/formazione...e chiusa li'. Non farei (e non faccio) oltre...se uno non vuole...:)
pierorusso il 19/09/2008 09:45 ha scritto:
Certo che non è possibile costringere un lavoratore a sottoporsi ad una vaccinazione senza il suo consenso.
Però , se a seguito della valutazione dei rischi, si evidenzia la necessità della vaccinazione come misura preventiva ed il medico competente la prescrive , il datore di lavoro può tranquillamente adibire il lavoratore che non vuole ottemperare a tale richiesta ad una lavorazione a rischio? a mio avviso no -
neanche se il lavoratore firma una dichiarazione di rifiuto.
In casi simili mi comporto in questa maniera: evidenzio sul certificato di idoneità (che comunque rilascio) la necessità della vaccinazione , e se dopo qualche tempo il lavoratore non si sottopone al vaccino , comunico al datore di lavoro di non adibire il lavoratore al rischio specifico in questione , prescrizione che a volte potrebbe corrispondere ad una non idoneità
E' vero che la vaccinazione raccomandata non è obbligatoria... E' vero anche che trattandosi di personale sanitario, già prima della nostra informazione e formazione dovrebbero avere almeno un'idea di vantaggi e svantaggi della vaccinazione e della non vaccinazione... Tuttavia, mi ripeto: qualcuno dovrebbe spiegarmi, possibilmente per iscritto, cosa succede al Datore di lavoro e al Medico Competente (l'interessato che rifiuta consapevolmente lo sa già), qualora il lavoratore, professionalmente esposto e non vaccinato si prenda la malattia per la quale rifiuta la vaccinazione proposta! In mancanza di tali spiegazioni scritte, il mio modesto parere è che il soggetto non sia idoneo alla mansione che lo espone al rischio.
"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein
Il problema è che c'è un conflitto normativo fra l'obbligo di vaccinazione e il disposto del codice civile sugli atti di disponibilità del proprio corpo, cioè il consenso informato.
Personalmente, io ti dico che devi fare la vaccinazione, ti spiego documentatamente perchè poi accetto quello che decidi.
Non ti posso costringere, e se ti do una non idoneità sono certo che qualcuno mi sconfessa, quindi...
Se i Giusti non si oppongono sono già colpevoli ("Gracchus" Babeuf)
Rimane sempre il problema di cosa succede al MC ed al datore se il lavoratore non vaccinato si becca la malattia! ( e speriamo che la racconti!). A questa domanda vorrei una risposta che faccia stare tranquillo.
"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein
Credo che nel caso di malattia sia il MC sia il Ddl debbano dimostrare senz'altro di aver fatto il possibile perchè a suo tempo il tipo si vaccinasse, per la questione dell'idoneità o meno, purtroppo siamo solo ai pareri. Secondo me a rigore dovresti allontanarlo dalla mansione a rischio, ma se lo fai di certo nessuno accetta come motivazione "mancata profilassi", salvo ovviamente casi molto particolari. Affrontando il problema per quanto riguarda ad esempio l'antitetanica nell'ambito delle attività di riparazione navale, tempo addietro, ci siamo posti il problema che se si desse tale inidoneità in concreto avremmo (stima ottimistica) il 50-60% di non-idonei. Oggi con molti immigrati sarebbe probabilmente una percentuale maggiore. Ma le navi le dobbiamo far viaggiare comunque, quindi come si fa ?
Se i Giusti non si oppongono sono già colpevoli ("Gracchus" Babeuf)
SEguo da una decina di anni delle coop sociali che fanno assistenza a disabili fisici e psichici (tra cui moltissimi sono ex tossici con due di tutto...) e per l'epatite B mi sono organizzato così (naturalmente in accordo con il SPP): censimento della popolazione a rischio, incontri di informazione e formazione sulle malttie infettive (con ampi accenni alle modalità di protezione individuale), esami ematochimici per scrinare coloro già immuni, invioa distretto competente per vaccinazione. A tutti è stato sottoposto un modulo di consenso informato alla vaccinazione, nel quale potevano anche indicare il rifiuto a vaccinarsi.
Credo che in questo modo sia tutelato sia il medico che il ddl.
Sergio Truppe
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"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di provincia, ma bordello"
A mio avviso se il DVR evidenzia un rischio, il medico competente non può certo far finta di nulla; personalmente per giudicare idoneo pretendo la copertura immunologica; il dipendente è ovviamente liberissimo di non sottoporsi a vaccinazione ma il sottoscritto è altrettanto libero di porre un giudizio di idoneità con limitazione per le manovre cruenti a rischio. Se il dipendente non concorda farà ricorso avverso al mio giudizio.
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