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Assenza per infortunio: no limit ?

Questo argomento ha avuto 12 risposte ed è stato letto 23676 volte.

Dr.Amy

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  • Assenza per infortunio: no limit ?
  • (27/09/2008 22:28)

Diverse volte in un'anno sono stata contatta da un DL in merito ad un lungo periodo di assenza di un lavoratore che a causa di infortunio in itinere è stato 10 mesi a casa.
Diagnosi: "contusione alla coscia"
Alla scadenza del certificato, mandava quello continuativo e così via....
Finalmente doveva rientrare ma... si è ammalato! ... e quindi sono partiti i certificati INSP (siamo al terzo mese)...
Ovviamente il DL oltre lo sfogo mi chimava convinto che io potesse fare qualcosa ....
Io potevo solo capirlo, ascoltarlo, ma poi....

Se c'è l'Inail, c'è il collega dell'INAIL...
Se è sotto INSP, ci sono i colleghi dell'INSP
Ah, già, c'è il curante... ma c'è la privacy quindi, quello che parliamo tra noi colleghi, rimane tra di noi... al D.L nemmeno una parola ....
Che dire ? Ci vuole pazienza.... e tanta !
Come gestire questo tipo di stress? ... Altro che questionari !!!

DR. AMY

"Un giorno senza sorriso è un giorno perso".
Charlie Chaplin

frama

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  • Re: Assenza per infortunio: no limit ?
  • (28/09/2008 00:03)

Bisognerebbe tornare indietro e cambiare sistema. Pagare la malattia soltanto un 30% o non pagarla affatto.
Mi è capitato di una ausiliaria che è riuscita a fare 2 anni e mezzo di malattia in soli 3 anni (gli altri sei mesi tra ferie e aspettativa). Alcuni furbi approfittano di queste inefficienze dell'ente pubblico (INPS, INAIL;).
Vi è mai capitato di vedere qualcuno che è in malattia e/o infortunio e poi puntualmente la sera lavora in un pub oppure fa da buttafuori in discoteca (in nero naturalmente!) per arrotondare.
Un impiegato è riuscito a farsi prescrivere dal medico quasi 9 mesi di malattia mentre era in carcere per spaccio e detenzione di stupefacenti (si vergognava di farlo sapere ai colleghi, ..) ogni mese mandava la madre dalla sua dottoressa che gli prolungava la malattia perchè poverino era talmente depresso che non riusciva a mettere FUORI neanche il naso, e come poteva?
Vi ricordate la dottoressa (urologa) che era in malattia e che "striscia la notizia" l'aveva colta in castagna grazie a qualche collega che si era imbufalito perchè era malata per l'ospedale in cui lavorava però non lo era quando di sera lavorava presso uno studio privato, prescrivendo su un ricettario firmato da altro collega, partecipava a programmi televisivi e era puntualmente in vacanza a fare vela.
I datori di lavoro chiedono il nostro aiuto perchè non sanno cosa inventarsi, a volte richiedono disperatamente persino visite al Collegio con la speranza che gli venga consegnato un verdetto del tipo "non idoneo a lavorare" (miraggio)e quindi un motivo per liberarsene.

maalox

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  • Re: Assenza per infortunio: no limit ?
  • (28/09/2008 08:47)

in alcuni casi è un massacro .... tutti evadono quello che possono, i dipendenti il lavoro, i datori di lavoro le tasse ed assumono in nero, ci vorrebbe più serietà, e le leggi certo non aiutano chi deve vigilare sugli abusi.
per quanto riguarda il carcerato con certificato medico credo che se li facesse fare perchè l'essere recluso di per sè non è una giustificazione del fatto che non puoi andare al lavoro,e quindi dopo tre giorni di assenza dal lavoro (in questo caso ingiustificata), puoi essere licenziato. Penso anche che essendo questo un malvivente tutti si siano ben guardati dal contestare qulcosa.

Dr.Amy

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  • Re: Assenza per infortunio: no limit ?
  • (28/09/2008 10:38)

frama il 28/09/2008 12:03 ha scritto:
Bisognerebbe tornare indietro e cambiare sistema. Pagare la malattia soltanto un 30% o non pagarla affatto.
Mi è capitato di una ausiliaria che è riuscita a fare 2 anni e mezzo di malattia in soli 3 anni (gli altri sei mesi tra ferie e aspettativa). Alcuni furbi approfittano di queste inefficienze dell'ente pubblico (INPS, INAIL;).
Vi è mai capitato di vedere qualcuno che è in malattia e/o infortunio e poi puntualmente la sera lavora in un pub oppure fa da buttafuori in discoteca (in nero naturalmente!) per arrotondare.
....

Purtroppo mi è capitato più di una volta.
Sotto infortunio non ci sono controlli quindi... via libera alla vita mondana !
Sotto l'INSP a mio giudizio andrebbero levate le fasce orarie...

Farei a sopresa e quando mi pare, se sei malato, stai a casa..
Certo ci vuole la giusta misura come per tutte le cose.
Per certe patologie, pur non essendo compatibili con il lavoro, non è necessario il riposo a letto. Ad esempio un'operatore d'impianto non può per ovv motivi andare a lavorare se ha la gamba ingessata ma... può andare a mangiare la pizza con le stampelle...
Ci vorrebero quindi dei filtri razionali ma ... visto che la razionalità è soggettiva, per cambiare qualcosa verrebbero fuori tabelle, articoli, ecc, ecc.
I cambiamenti fanno sempre paura ... e quindi, rimane tutto così... un vero disastro che alla fine, a quanto pare sta bene a tutti.
Tranne al DL che paga il premio !!!

Per fortuna, da come la vedo io, i disonesti nel mondo sono in minoranza :)

Buona domenica a tutti!

DR. AMY

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nofertiri9

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  • Re: Assenza per infortunio: no limit ?
  • (28/09/2008 11:38)

il problema serio è che l'assenza per infortunio non rientra tra le assenze per malattia normali per cui esiste il cosiddetto "comporto", ossia il limite massimo di assenza. Che se da un lato è giusto (non solo io DdL per colpa tua mi sono ciaccato, ma poi mi licenzi pure se non posso lavorare a causa tua!) dall'altro è una tragedia.
E non parliamo delle lavoratrici in gravidanza "difficile": quale ginecologo di quale ASL direbbe ad una donna in stato interessante "torna a lavorare, sfaticata!". Ed anche le assenze per gravidanza non rientrano nel comporto, e non sono "controllabili", un avolta che la DPL ha detta che quella può starsene lontana dal lavoro, pure se va a farsi un viaggio in francia nessuno può parlare, a meno di non beccarla in flagrante...
L'unica è fare un esposto per sos. truffa ai danni di istituto assicuratore presso la Procura; ma questo poi crea un'ulteriore sequela infinita di fastidi al DdL, perchè se è vero, come è vero, che adesso può far pedinare il lavoratore da un'agenzia ufficiale, e quindi rivalersi contro lo stesso per l'aggravio di spese che quel comportamento può provocare (dalla chiamata di sostituzione sino allo straordinario degli altri dipendenti per supplire la carenza di produzione) quando si arriva in mano ai giudici di solito il lavoratore finisce con avera la meglio.

credo di aver detto già anche qui nel forum che personalmente sono assolutamente contraria alla copertura economica di tipo pubblico delle assenze, sia per malattia che per infortunio, lascerei personalmente fuori solo le degenze ospedaliere e il normale periodo di "convalescenza" escluse le complicazioni -sempre tranne quelle spedalizzate-, e da anni sostengo che è l'esistenza stessa dell'INAIL a produrre certi "infortuni".
quanto al caso del carcerato malato, io direi che quello sì che è un caso da denunia, al medico perchè ha fatto un falso certificato (non vedo proprio come possa averlo visitato!) e al carcerato per truffa, nonchè alla madre per concorso.

Nofer
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Ognuno di noi, da solo, non vale nulla.

ramses

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  • Re: Assenza per infortunio: no limit ?
  • (28/09/2008 12:29)

La copertura economica dei periodi di malattia è stata una grande conquista sociale, vorrei farvi notare che ci sono anche persone che si ammalano per davvero (ohibò), e che comunque devono mangiare, quindi la solidarietà in sede di principio è stata riconosciuta come fondamento del vivere in una collettività.
Quale è quindi il problema ?
Il problema è che c'è gente che "ci marcia", stando all'interno di regole che lo consentono.
Tanti anni fa facevo il "controllore" per l'INPS (INPS, Amy, INPS), e lasciai perdere quando l'istituto mi chiese di GIUSTIFICARMI CON LORO per aver rimandato un vero farabutto a lavorare, dopo avere per anni subito il fatto che mi dicessero in che giorno (qualche volta "a che ora"!!) andare a fare visita di controllo.
Il meccanismo è stupido. Dovetti andare a vedere uno che era al 7° (SETTIMO!!) tentato suicidio, gente che era a casa con gambe rotte, o reduce da importanti interventi chirurgici. Uno che non trovai in casa ma arrivò poco dopo mi disse: " dottore, ero a fare la chemio (era vero), scriva che non c'ero, voglio vedere cosa mi dicono". Tenere conto che l'INPS conosce le diagnosi di malattia.
Allora è troppo facile dire "togliamo tutto a tutti", sopratutto da parte di chi non ha, come noi, queste possibilità.
Subisco anch'io gli stress dai Ddl cui accenna Amy, ma rispondo che bisogna cambiare il modo di gestire i controlli, non certo abolire tutto.
Per esempio, se uno fa l'impiegato e si è rotto la falangetta del mignolino della mano sinistra secondo me DEVE ANDARE A LAVORARE, tanto non gli crea impedimento o dolore. Ma se uno si è rotto il femore e fa l'operaio edile deve godere della solidarietà sociale.
Proviamo invece a fare un discorso sulle schifezze che fanno molti nostri colleghi MMG. Io ho visto un certificato a giustificazione dell'abbandono del posto di lavoro "perchè stando male era al telefono con il medico curante" !! Ho portato questo certificato, insieme a un mezzo chilo (esagero di poco !) di altri redatti nell'arco di pochi mesi dallo stesso medico alla stessa persona, all'allora Presidente dell'Ordine provinciale: NON E' SUCCESSO ASSOLUTAMENTE NIENTE! E lo so perchè me lo riferì il Presidente stesso.
Allora, colleghi, lo so che riflettere è faticoso e richiede tempo, ma ogni tanto bisognerebbe provarci.

Se i Giusti non si oppongono sono già colpevoli ("Gracchus" Babeuf)

Dr.Amy

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  • Re: Assenza per infortunio: no limit ?
  • (28/09/2008 13:22)

RAMSES:
Nessuno ha parlato di levare le conquiste dei lavoratori ...
Ma di cambiare i sistemi di controllo per evitare certe cose che succedono alla faccia dei lavoratori...
Se ci hai lavorato , chi meglio di te per confermare ?
C'è bisogno di controllare il depresso con 7 suicidi alle spalle provati e documentati), o il lavoratore che ha un "cancro" e fa chemioterapia?
Non c'è modo di filtrare certe cose...?
L'INPS o lo manda il DL (in caso di tumore non credo che lo faccia) o va per propria iniziativa...
Allora chiariscimi questa parte che mi manca:
L'INPS che criterio utilizza per mandare l'ispettore a casa?
Non ha un certificato con la diagnosi della malattia, i giorni di assenza, ecc ?
Non c'è modo di filtrare ed evitare certi spiacevoli incidenti (diciamo delusioni) ?

Saluti
Amy

PS: Istituto Nazionale Previdenza Sociale ... ho sempre fatto confussione (INSP / INPS ... sorry :(
Forse per il fatto degli INSPectores (ispettori)...ciao

DR. AMY

"Un giorno senza sorriso è un giorno perso".
Charlie Chaplin

carlitos way

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  • Re: Assenza per infortunio: no limit ?
  • (28/09/2008 14:24)

L'argomento è molto interessante e di non facile trattazione, provo a dare il mio piccolo contributo.
Premesso che il sistema prevenzionistico e pprevidenzialistico italiano sia uno dei migliori a garanzia e tutela del lavoro e dei lavoratori inquadrando il tutto in un contesto socio-politico-economico e professionale complesso, diciamo di alto valore sociale in merito ai diritti, un pò meno riguardi i doveri. Purtroppo la furfanteria di alcuni và a scapito di tutti. Il DL Brunetta, odiosissimo decreto, mi è sembrata una provocazione in un sistema che non è più sostenibile. L'ideale che furbi e farabutti e impostori non esistano ma visto che ci sono il Governo e i sindacati dovrebbero addivenire a soluzioni serie e condivise per arginare un mare in piena che costa allo stato e alle imprese un sacco di soldi, improduttività e danni alle persone serie (malati veri, infirtuni seri e reali etc..). Per quanto attiene il versante INAIL posso dire che nel corso di anni di carriera ho visto cose interessanti ma tante altre deplorevoli (prognosi elevate, continui di malattia assurdi, valutazioni di DB poco chiari o seri, talora revisioni assurde es. per le ipoacusie neurosensoriali, opposizione a malattie francamente di origine prevalentemente professionali etc.. uno zibaldone incredibile). Il versante INAIL andrebbe rivisto certamente, ma è un pò come una catena di montaggio come dire..il sistema si autoalimenta. Quante valutazioni incongrue partono dai PS ospedalieri, per carità possiamo capire i colleghi, spesso giovani, che operano in condizioni di emergenza presso i PS e quindi devono badare oltre che alle cose molto serie e emergenze varie anche falsi infortuni o piccoli infortuni in confronto dei quali, pur di liberarsene, tendono a largheggiare con la prognosi. Poi subentra l'INAIL che in alcuni casi prosegue quanto iniziato dal collega del PS e in altri, operando come tra figli e figliatsri, stringe molto o largheggia e così via. Per le malattie professionali la questione si complica ulteriormente. Da un lato c'è un palese e diffuso misconoscimento di tante patologie lavoro-correlate (problema culturale e professionale) e spesso le persone, quelle veramente malate, devono ricorrere siltanto a patronati seri per un adeguato riconoscimento. L'aspetto malattie professionali andrebbe rivisto anche alla luce delle recenti normative (vedi niove tabelle INAIL e elenco malattie da denunciare all'ASL..che confusione che si fa ancora: urge urge urge evento informativo-formativo e aggiornamento continuo per medici del lavoro, medici di base, medici ospedalieri etc..). Per quanto riguarda il versante INPS, beh, la situazione si colora di grottesco. L'INPS è certamente un grande istituto ma andrebbe, amio avviso, modernizzato e snellito potenziando alcuni settori rendendo efficaci e veramente operativi team di medici di controllo con mandati certi e pagandoli il giusto. Poi ci sarebbe l'argom,ento commissioni meiche INPS e L. 222/84 ma lasciamo stare per ora..la trattiamo in un'altra occasione. In merito alle lu nghe mlattie generiche di un lavoratore, effettivamente il DL pù farci poco se non interviene lo Stato con provevdimenti seri e condivisi con i sindacati. Nel caso specifico il Medico Competente, all'atto della visita periodica, durante l'anamnesi dovrebbe chiedere al labvoratore quali malattie ha contratto nell'ultimo anno e verificare se influenti sul giudizio alla amnsione specifica o se trattasi di malattie comuni di nessuna pertinenza. Visto che il lavoratore dovrebbe firmare in calce alla visita (ho sempre fatto così personalmente) dove evidentemente sottoscrive quanto dichiara all'anamnesi, si assume enormi responsabilità se dichiara il falso (circa le dichiarazioni mendaci la dicitura ex DPR andrebbe, a mio avviso, indicata e fatta sottoscrivere). Alcuni anno orsono, il DL di un'azienda per la quale lavoravo, mi chiese un consiglio circa come regolarsi con un lavoratore che, affetto da lievi alterazioni dell'umore e forse con lieve forma di psicopatia, bighellonava in azienda, spesso in malattia etc... Alla visita periodica mostrava un discreto compenso, fisicamente a posto e presentava sovente certificati sia del medico curante che del servizio di igiene mentale dove si evidenziavano modesti quadri di alterazioni psichiche. Una delle ultime volte chiesi al lavoratore se intendeva sottoporsi a visita specialistica presso UO Psichiatria universitaria e presi accordi con il collega chiedendo di inquadrarlo per bene considerando, inoltre, la mansione del lavoratore. In quel caso nemmeno l'università è riuscita a darci un aiuto concreto e allora, dopo aver emesso il mio giudizio di idoneità con limitazioni, consigliai al DL di chiedere una verifica delle condizioni del lavoratore attraverso l'istituto dell'art. 5 Legge 300/70. Non so se è stato il tutto professionalmente corretto, ma so che tale commissione ha redatto un'idoneità generica con particolari limitazioni per cui il lavoratore in questione, inviato per cure presso un centro specializzato, è stato declassato ad altra mansione peraltro a part-time dopo adeguato confronto con i sindacati. Dimenticavo che un anno consigliali al DL di proporre ricorso nei confronti del mio giudizio al fine di verificare la valutazione della commissione asl c/o servizio di medicina del lavoro..volete sapere come è andata?: confermarono il mio giudizio (che furbi vero..).
In tutto ciò secondo me latitano gli ordini professionali con linee di indirizzo che dovrebbero indicare ai poveri medici in circolazione.
Come si può constatare il tema è complesso e necessita di tavoli di discussione ampi ad hoc. Faccio una proposta, impegnandomi personalmente e con chi vuole collaboare con me, interessando sempre la redazione e l'amico alfonso per il coordinamento dell'iniziativa che sto per illistrare:
A. Costituiamo un ristretto gruppo di lavoro con eventuali sottogruppi all'interno dei quali vedo bene la presenza sia di medici del lavoro che medici legali e anche un medico di base, integrandolo/i, all'occorrenza, con un legale e/o sindacalista e/o datore di lavoro (contatti con confindustria?)>>>> Il macroargomento potrebbe essere "Gli aspetti medico-legali nell'attività del medico del lavoro/competente" dove poi dipartono i microargomenti(si fa per dire micro) es. INPS - INAIL - Causa di servizio - certificazioni - valutazioni complesse e consulenza ai DL..etc..
Caro alfonso osno disponibile, possiamo integrarci con l'Istituto di medicina legale di Pisa oltre che quello di medicina del Lavoro. Per quanto riguarda colleghi INAIL-INPS e ordine fei medici etc..ci pensiamo subito dopo. Incontriamoci e pianifichiamo lo studio. Il tutto potrebbe condurre all'elaborazione di proposte, linee guida, comportamentali etc..
Chi vuole collaborare è ben accetto centrando su Pisa dalfonso, per ora, la sede iniziale pilota dello studio che ho proposto. Ovviamente il tutto è subordinato alla valutazione di alfonso cristaudo.
Il tutto potrebbe avere una valenza scientifica importante.
Mi scuso per l'eccesso di logorroicità ma avrei voluto dire tante cose.
Grazie ancora alla redazione che ci dà questa possibilità
Carlitos

Ama l'amore ma non amare la donna o cadrai sotto il suo possesso

nofertiri9

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  • Re: Assenza per infortunio: no limit ?
  • (28/09/2008 15:51)

mi rendo conto che al buon ramses si siano drizzati i capelli sul cranio, a leggere ciò che ho scritto, ma proprio nelle sue parole e nei suoi racconti c'è una delle origini della mia drasticissima posizione attuale. E quindi tento di chiarirla meglio.
Pur nelle tante, enormi varietà di situazioni, io ritengo che la retribuzione delle giornate di malattia dovrebbe essere non automatica ma "a condizione". Tanto per cominciare, subordinata a richiesta del lavoratore, sottoscritta per la causa dal medico di famiglia o altro sanitario. Penso che molti MMG (mi piace sta sigla, la adotto) che ora come ora li chiami e ti lasciano il certificato in portineria, ma se dovessero scrivere che ti hanno visitato e davvero non sei compatibile con il lavoro però hai diritto alla paga, penso che moltissime lombalgie o cefalee, giusto per dire, guarirebbero d'incanto. Ovvio che sto pensando fondamentalmente a soggetti con mansioni impiegatizie: giusto per informarmi, ma chi di voi fa lib prof, se ha mal di testa ma ha anche da fare in fabbrica che fa? rimanda le visite o la riunione oppure prende 20 gocce di novalgina o il tradizionale nimesulide e scende a "laurà"? Ecco, io dico che anche l'impiegato delle poste o del comune si prendesse le gocce e andasse a lavorare.
Ciò, a monte.
A valle, sappiamo credo tutti che chi ha da fare qualche "servizietto", tipo parlare con gli insegnanti del figlio o accompagnare la madre o la moglie dal medico o andare a discutere con i vigili per una multa di una macchina venduta 5 anni prima, anzichè prendere correttamente un permesso orario o la giornata di ferie "si prenda la malattia". questo comportamento può dipendere dal fatto che in azienda non si danno permessi o ferie fuori programma, oppure -più spesso - per tenersi intero il monte ore dei permessi, spesso corrisposti in denaro per diversi contratti se non fruiti, oppure per non "sprecare le ferie".

Dunque, io dico che i primi 3 giorni di malattia, anzichè interamente a carico del DdL, non vengano pagati, a meno che non si tratti dei primi 3 giorni di una malattia "vera", sulla quale l'INPS per principio dovrebbe vigilare. Come diceva proprio ramses, con medici seri e ben pagati. Infatti, la stessa INPS non avrebbe modo di effettuare controlli in questo lasso di tempo, dovendo ricevere via posta il certificato, se non l'avvisa il DdL. Non dimenticate che l'INAM di buona memoria controllava persino la gente in ospedale, e non perchè non si fidasse del lavoratore, ma non si fidava prevalentemente dell'Ospedale: ma parliamo di prima del SSN.
Già con l'infortunio, tornando al quesito sollevato da Dr. Amy, è evidente che, se per una contusione, si arriva a 11 mesi di infortunio qualcuno che ci ha marciato c'era anche nell'inail, a sua volta partendo dal principio che "paga l'Inail". Non so se sapete che il reato di malversazione è stato abrogato: e si definisce (definiva) malversazione il fatto di far spendere alla PA, per beneficio proprio o di altri, soldi che la PA non avrebbe dovuto spendere. Fa parte della tecnica di "riduzione dei reati" adottata negli ultimi anni... Mentre però la malversazione era facilmente provabile foss'altro per negligenza, la truffa o il falso lo sono molto di meno, specie in campo sanitario. Io dico al mio medico che ho mal di schiena, magari lo faccio pure fesso (o ci provo) che se mi visita e mi tocca la CV mi lamento assai, ma se io faccio la dattilografa o la centralinista, e non ho un lavoro che mi impegna particolarmente la CV, mi sa che posso andare a lavorare lo stesso.
Mettiamoci ora nei panni del MMG che mi si trova davanti. Se io ho già "fatto festa", tutt'al più mi dice "signora, la prossima volta il certificato non glielo faccio", ben sapendo che a questo corrisponderà perdere la quota mia e di tutta la mia famiglia. Non mi sentirei di condannarlo per questo: ma a volte basta avere il medico scelto dalla propria farmacia, per bypassare il problema.
Brunetta ha fatto, secondo me, una manovra di facciata, è ben altro il sistema per verificare chi ciurla e chi no. Appunto, una contusione che non guarisce in 11 mesi "fa strano" E peraltro potrebbe anche "coprire" persino altri acciacchi che il lavoratore non vuole nemmeno far ipotizzare, ma che magari è il caso di sapere/conoscere.
Certo, inviare il controllo ad un malato di tumore o in chemio, o a uno con diagnosi di frattura di qualche osso serio è secondo me meno prioritario che non mandarlo ad un nominativo che negli ultimi 6 mesi ha cumulato 50 giorni a spizzichi e bocconi per lombalgia. Ma le assenze per lombalgie potrebbero essere dovute ad una effettiva patologia del rachide che potrebbe anche essere dovuta al lavoro: chi controlla questo? che ne sanno i medici di controllo di MdL e/o di quali patologie possono essere work-related? Secondo voi, si sono lette le tabelle dell'Inail, quelle nuove o anche quelle di 4 anni fa?
Uno può avere benissimo un acciacco, ma non è detto mica che questo acciacco lo metta in condizioni di non lavorare: dipende dall'acciacco e dal lavoro. Ma gli acciacchi brutti, quelli che nessuno se la sente di andare a lavorare, è difficile che in 24-72 ore passino. Faccio qualche esempio che ancora me le ricordo: colica renale, sinusite acuta, bronchite acuta. E come vedete, non ci ho messo le fratture, che sono facilmente documentabili, basta una radiografia se non c'è il gesso. E io credo proprio che nessuno si tenga un gesso 30-40 giorni o si tolga l'appendice o la cistifellea solo per "fregare" il proprio DdL !!!
Mi si può obiettare che proprio io, femminuccia, dovrei avere un briciolo di comprensione per il fatto che in età fertile può capitare che qualche volta si stia davvero di schifo e si resti a casa a letto con una borsa dell'acqua calda sulla pancia. Certo che ce l'ho! ma 3-4 giorni al mese tutti i santi mesi, e cacchio fatti curare, prenditi una pillola, fa' qualcosa ma scendi a lavorare!
Se sei un maschietto, c'è sicuro qualcosa che non va, e a maggior ragione è il caso di indagare e curarsi.

Carlitos mette il dito nella piaga, anzi meglio a dire nelle piaghe. Io sono sempre dell'avviso che non servono nuove leggi-regole ma andremmo meglio se tutti o almeno la maggioranza rispettassero quelle che già ci sono.

anche io ho visto delle decisioni inail quanto meno discutibili (un cuoco con ipoacusia pantonale da otosclerosi indennizzato per otopatia da rumore, nella stessa azienda un minatore martellista con retrazione dell'aponeurosi palmare giudicato idoneo e non indennizzabile quelle più degne di menzione) ma errare è umano, si dice.

é questa perseveranza da parte di taluni, che io ritengo diabolica! E non mi si dica che abbiamo armi spuntate: l'unica arma seria è la volontà di non adagiarsi perchè "così fa tutti".

Nofer
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sermed

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  • Re: Assenza per infortunio: no limit ?
  • (28/09/2008 16:18)

Un solo piccolo contributo per quanto riguarda il MMG. Per fare una diagnosi, tutti sanno che servono un'anamnesi ed una visita. Eliminiamo pure dal novero dei considerati tutti coloro che la "visita" la fanno solo telefonicamente: saranno sempre dalla parte del torto. Come pure certe reiterazioni di malattia bibliche senza richieste di ulteriori accertamenti. Ma con una visita anche accurata, il MMG si trova spesso di fronte ad un'anamnesi falsa: ho mal di schiena, non posso piegare il dito senza vedere le stelle, mi gira la testa... Conoscendo i propri assistiti, il Medico potrà sicuramente sospettare di essere preso in giro, ma come per chi gridava "al lupo, al lupo", potrà sempre capitare che anche il più bugiardo abbia qualcosa di serio. Ora, sapendo che almeno un 10% di bugiardi cronici prima o poi si ammala, può in coscienza il Medico arrogarsi il diritto di inviare al lavoro una persona ammalata per non farsi fregare dalle altre 9? Dico questo perché a me è capitato, agli inizi della carriera, di essere "fregato" da una paziente appena rientrata dalla maternità. Il Datore di lavoro mi telefonò che la signora aveva preannunciato e minacciato che si sarebbe inventata la malattia (vertigini). Dopo 15 giorni mi si presentò la sorella di questa con le stesse vertigini: la inviai subito ad una visita neurologica urgente (allora le urgenze passavano subito...) e, essendo nella norma il referto del neurologo, la spedii al lavoro. Dopo 8 giorni svenne per strada, fu ricoverata e fu diagnosticata un forma epilettica. Dopo circa 25 anni l'episodio mi brucia ancora. Per cui dico: ben vengano filtri per le malattie più evidenti, cui è doveroso dare la massima copertura sociale, ma altrettanto siano benvenuti quei provvedimenti che rendano non necessario il certificato di malattia del Medico curante, soprattutto per quelle patologie facilmente simulabili.

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