Gentilmente vi chiedo un aiutino...
Il valore di riferimento dell'acido ippurico urinario è espresso in g/g creat, siccome sono in possesso di esami un pò datati il valore del metabolita su indicato è espresso in mg/L, qulacuno sa indicarmi se:
1 esiste una formula per la conversione dei parametri?
2 se sono presenti anche valori espressi in mg/L
Inoltre dovendo valutare l'eventuale sinergismo di azione tra il toluene, lo xilene e il rumore nel determinismo di una ipoacusia neurosensoriale bilaterale con maggiore compromissione delle frequenze medie (tipica localizzazione da esposizione a solventi), chiedo se siete a conoscenza di dati di letteratura che dimostrino un danno dell'organo del corti per un lavoratore esposto a bassi o medi livelli di toluene e xilene con un'esposizione a rumore di 85 dBA?.
Naturalmente il lavoratore risulta sulla carta informato, formato, e addestrato all'uso dei DPI.
Il lavoratore non risulta ipersuscettibile, ne si dedica a sport o hobby rumorosi, ne è esposto a fonti esterne di toluene e xilene.
Primi sintomi risalenti dopo 10 anni di esposizione.
Saluti Gennaro
Gennaro Bilancio
Gennaro il 14/10/2008 12:19 ha scritto:
Gentilmente vi chiedo un aiutino...
Il valore di riferimento dell'acido ippurico urinario è espresso in g/g creat, siccome sono in possesso di esami un pò datati il valore del metabolita su indicato è espresso in mg/L, qulacuno sa indicarmi se:
1 esiste una formula per la conversione dei parametri?
2 se sono presenti anche valori espressi in mg/L
Inoltre dovendo valutare l'eventuale sinergismo di azione tra il toluene, lo xilene e il rumore nel determinismo di una ipoacusia neurosensoriale bilaterale con maggiore compromissione delle frequenze medie (tipica localizzazione da esposizione a solventi), chiedo se siete a conoscenza di dati di letteratura che dimostrino un danno dell'organo del corti per un lavoratore esposto a bassi o medi livelli di toluene e xilene con un'esposizione a rumore di 85 dBA?.
Naturalmente il lavoratore risulta sulla carta informato, formato, e addestrato all'uso dei DPI.
Il lavoratore non risulta ipersuscettibile, ne si dedica a sport o hobby rumorosi, ne è esposto a fonti esterne di toluene e xilene.
Primi sintomi risalenti dopo 10 anni di esposizione.
Saluti Gennaro:)
Ho dimenticato di scrivere, gli esami fonometrici sono carenti per quanto riguarda la scomposizione delle varie bande di frequenze di rumore
Gennaro Bilancio
Caro Gennaro,
Questo è quanto ho trovato in bibliografia, quindi vedrai che le uniche indagini (ma dove farle?) che ti possono aiutare sono i potenziali uditivi evocati e le emissioni otoacustiche.
Ciao, Gab
"Non è provato che il danno anatomico provocato dall’esposizione a tossici sia identico a quello causato dal rumore; anzi, è ovvio che i tossici pervengano generalmente per via ematica provocando danni iniziali alle cellule in prossimità dell’interfaccia cellula/endotelio vasale, quindi sostanzialmente alla base della cellula, diffondendo successivamente nei liquidi labirintici. Il danno da rumore sarebbe invece prevalentemente meccanico e colpirebbe le cellule (cellule ciliate esterne e cellule ciliate interne) nella zona di contatto (o di prossimità) tra stereociglia e membrana tectoria determinando iniziali danni alla sommità della cellula (stereociglia) e ripercussioni sulle strutture anatomiche deputate a regolare l’apertura dei canali di trasduzione, i quali consentono l’ingresso del calcio e del potassio nella cellula e ne determinano la depolarizzazione cioè la trasformazione del segnale meccanico in neuroelettrico. Interferendo sulla dislocazione degli ioni sodio-potassio a livello delle membrane cellulari, questo processo meccanico finisce per condizionare negativamente la formazione del segnale e la sua soglia. Nel caso delle cellule ciliate esterne, l’alterazione della funzionalità della giunzione stereocigliare interferisce sulla contrazione cellulare e sulla capacità da parte della coclea di modulare gli effetti dello stimolo sonoro.
Queste considerazioni sul meccanismo istopatologico del danno da solventi comportano alcune riflessioni; in particolare, sotto il profilo diagnostico, se l’audiometria tonale resta l’approccio diagnostico migliore per una sordità, non è certo il sistema migliore per valutare l’impegno del recettore uditivo periferico, più specificatamente le cellule ciliate esterne. Bisogna ricordare che tali cellule costituiscono il supporto anatomico di un “amplificatore cocleare”, che sono capaci di contrarsi o allungarsi avendo quindi il potere di emettere dei suoni (emissioni otoacustiche) soprattutto quando la fisiologia generale della coclea è perturbata: sono pertanto i generatori di acufeni.
Misurando pertanto le emissioni otoacustiche dei soggetti esposti è possibile valutare la sofferenza delle cellule ciliate esterne dovuta ai solventi. Trattandosi inoltre di sostanze aventi anche un’azione neurotossica, un ulteriore aiuto diagnostico si può avere dalla registrazione dei potenziali uditivi evocati."
"Studia prima la scienza, e poi seguita la pratica, nata da essa scienza. Quelli che s'innamoran di pratica senza scienza son come 'l nocchier ch'entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada"
LEONARDO DA VINCI
Gabriele Campurra il 14/10/2008 04:33 ha scritto:
."
Ti ringrazio mi è molto utile...
meriti un caffè
Gennaro Bilancio
CONAMECO
Gennaro il 14/10/2008 05:54 ha scritto:
Ti ringrazio mi è molto utile...
meriti un caffè:)
Vieni a Palermo????
Coordinamento Nazionale Medici Competenti
CONAMECO il 14/10/2008 05:56 ha scritto:
Vieni a Palermo????
Certo, ecco perchè ti ho detto che ti offro un caffè!
Gennaro Bilancio
Solito errore di login ..... scusate .....
"Studia prima la scienza, e poi seguita la pratica, nata da essa scienza. Quelli che s'innamoran di pratica senza scienza son come 'l nocchier ch'entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada"
LEONARDO DA VINCI
Gabriele Campurra il 14/10/2008 05:58 ha scritto:
Solito errore di login ..... scusate .....
Capita, come abbiamo risposto contemporaneamente
Gennaro Bilancio
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