Gennaro il 04/11/2008 09:14 ha scritto:
:)...è auspicabile che ciò avvenga e non solo dove la sorveglianza sanitaria è obbligatoria, ma come utile completamento al monitoraggio ambientale.
Comunque tempo fà ho letto un articolo al seguente indirizzo, potrebbe essere utile.
http://prevenzioneoggi.ispesl.it/pdf%5Cric2007_03_3_it.pdf
A me sovviene una domanda con risposta scontata....
un lavoratore che manipola un cancerogeno, ma che ha i valori biologici tipici della popolazione, deve essere classificato come esposto a Cancerogeni?
Entro nella discussione dopo mesi di assenza (mi ero stufato partecipare al "pianto magnum" del forum...)
L'ultimo quesito di Gennaro effetivamente me lo sono posto più volte. Ad esempio:
ditta che rifornisce di carburante le pompe di benzina tramite autobotti; l'autista effettua lo scarico del carburante nel serbatoio principale delle pompe di benzina dal camion, circa 4-5 carichi a turno... ok?
problema:
teoricamente "a ciclo chiuso": il DVR lo dice chiaramente ("non c'è contatto con i vapori di carburante" ... non esiste nemmeno il registro esposti a cancerogeni)
praticamente "non proprio a ciclo chiuso", ossia all'apertura del bocchettone del serbatoio vengono sprigionati i vapori che l'aspirazione non riesce a contenere, a detta dei dipendenti vengono proprio "sparati fuori" i vapori... una volta collegato il collettore effettivamente siamo a ciclo chiuso (PS il carico avviene nella raffineria di Marghera, lo possiamo considerare un ciclo chiuso?)
protocollo sanitario: essendo il benzene un cancerogeno noto personalmente non mi sento di non considerare esposti gli autisti addetti al carico e scarico, anche se esposti a piccole quantità (ma quanto piccole?) di benzene. Pertanto nel protocollo sanitario prevedo gli esami ematochimici annuali e faccio istituire il registro degli esposti a cancerogeni. Faccio presente sul DVR le motivazioni e firmo il tutto (i dip ovviamente sono d'accordo, più di qualcuno si faceva gli esami per conto proprio...)
Cosa ne pensate?
qualcuno potrebbe dirmi di fare il t-t-muconico, ma penso che avrebbe le stesse concentrazioni della pop generale, sarebbe un'arma a doppio taglio, giusto? (non sono esposti...)
Altro discorso simile: i benzinai. In tal caso sono esposti a benzene (il t-t-muconico è comunque, anche se di poco, più elevato delle pop generale)sicuramente di più deggli autisti di cui sopra.
per non parlare di sostanze psicotrope e alcol...
Premesso che non conosco bene il tuo ambiente di lavoro, mi "sbilancio" a scrivere quanto segue:
Visto che:
il rischio di esposizione a cancerogeno è limitato solo nella fase di carico e scarico,
e che ci troviamo (spero) in ambiente aperto,
obbligando:
i lavoratori ad utilizzare gli APVR , adeguati guanti protettivi e tute , il rischio di contatto con l'agente cancerogeno dovrebbe essere azzerato.
Inoltre inserirei per qualche anno nel protocollo di sorveglianza sanitaria il monitoraggio biologico per avere utili informazioni sia sulla la corretta valutazione dei rischi e il rispetto da parte dei lavoratori delle procedure operative di sicurezza , e sia per l'eventuale esclusione di un origine profesionale in caso di malattia. Quindi il trovare valori del monitoraggio biologico simili a quelli della popolazione rappresenta unevento positivo.
A questo punto resta il problema della parte burocratica, sinceramente una volta che la valutazione del rischio mi afferma che non vi è un rischio cancerogeno, una volta che i il monitoraggio biologico mi esclude che i lavoratori non sono esposti, abolirei anche il registro e la cartella sanitaria specifica per i cancerogeni.
Penso che nessuno ti potrà mai contestare.
Gennaro Bilancio
carico e scarico, intendevo solo al momento dell'apertura del bocchettone, quindi pochi secondi
Gennaro Bilancio
Posto solo alcuni riferimenti, ma che riguardano solo i benzinai:
Regione Veneto: http://www.safetynet.it/attach/co...aggiornamento%20linee%20guida.doc
Precedente discussione sul nostro sito: http://www.medicocompetente.it/fo...ead/1844/protocollo-sanitario.htm
Gruppo di lavoro interregionale: http://www.confartigianato.laspezia.it/multimedia//LGUIDABenzine.pdf
Per gli addetti alle autobotti il problema dovrebbe essere ridotto, ma non inesistente. Qualche valore di t-t-muconico lo cercherei, magari trovi qualche sorpresa.
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Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli sono sicuri di ciò che dicono. (Voltaire)
Se può servire alla discussione: nel 1995 il centro di ricerca presso cui lavoro ha pubblicato uno studio sulle concentrazioni di benzene, toluene e xilene in prossimità delle aree di servizio.
Sintetizzo le conclusioni: le concentrazioni nelle aree di servizio erano da 5 a 15 volte più elevate rispetto alle zone circostanti, dipendendo anche dalle condizioni meteo. Di fatto lo studio venne effettuato in 2 città di cui una spagnola ed una belga, i dati mostrarono che a climi più caldi corrispondeva ovviamente una maggiore evaporazione con conseguente livello più alto nell'atmosfera, livello che si manteneva a concentrazioni superiori alle "aree pulite" fino a 100 metri di distanza dall'area di servizio (30 metri nella città con clima più freddo).
Per quanto riguarda il caso in oggetto concordo con quanto consigliato da Gennaro.
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