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Scarpe antinfortunistiche e giudizio di idoneità

Questo argomento ha avuto 9 risposte ed è stato letto 15541 volte.

rossogl

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  • Scarpe antinfortunistiche e giudizio di idoneità
  • (19/11/2008 16:35)

Premesso che spero di non aprire un nuovo thread già aperto in passato, desidero tuttavia sottoporvi un caso che mi è recentemente capitato per avere una vostra opinione:
Un lavoratore, durante lavori di posa di un pavimento, viene sorpreso dall’RLS e RSPP mentre lavora senza scarpe antinfortunistiche. Si rifiuta di indossarle e il giorno successivo si presenta con dichiarazione del Curante che vi cito testualmente: “dichiaro che TIZIO è affetto da patologia infiammatoria dei piedi e pertanto non può indossare le scarpe antinfortunistiche quando deve effettuare lavori che comportano il piegamento dei piedi”. Ovviamente l’RLS e il datore di lavoro mi hanno prontamente telefonato per chiedermi come comportarsi.
A parte la certificazione a dir poco “discutibile”, pensavo di procedere come segue:
-Pavento al lavoratore la possibilità di richiedere una visita medica ai sensi dell’art.41 comma 2 lettera c (informazione peraltro già data in occasione di sorveglianza medica avvenuta da poco, e senza alcun riscontro di “patologia infiammatoria dei piedi”), informandolo del fatto che una certificazione del Curante non ha validità (da sola) per il DL 81/08.
-Se il lavoratore accetta, chiedo di presentarmi tutta la documentazione che dimostri una effettiva “patologia infiammatoria dei piedi” in occasione di tale visita. Nel frattempo lo sospendo dell’attività a rischio di traumi aa inf.
-Se esiste una patologia, allora possiamo cercare un altro tipo di scarpa antinf adeguata alla problematica… ma se non esiste? Devo farlo non idoneo, almeno temporaneamente se la pato non è cronica!
Vi chiedo un’opinione e degli eventuali suggerimenti.
Grazie a tutti
Gian Luca

francosic

francosic
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  • Re: Scarpe antinfortunistiche e giudizio di idoneità
  • (19/11/2008 19:16)

Non è detto che sia obbligatorio l'uso delle scarpe antinfortunistiche nella posa di un pavimento (suppongo si tratti di piastrelle più o meno grandi e pesanti).Suggerirei di chiedere all'RSPP se ha utilizzato l'all. VIII dell'81/08. Potrebbe essere che organizzandosi un po' meglio, in una prima fase il lavoratore si prepara i pacchi di piastrelle (utilizzando le scarpe antinfortunistiche) e durante la posa ne fa a meno. Anche perchè effettivamente utilizzare normali scarpe antinfortunistiche in ginocchio e coi piedi piegati, è proprio un supplizio!

gianlucalasagni

gianlucalasagni
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  • Re: Scarpe antinfortunistiche e giudizio di idoneità
  • (19/11/2008 19:28)

Io per il discorso scarpe mi comporto così.
Se il Documento di Valutazione del Rischio per una determinata mansione evidenzia la necessità di utilizzare da parte del lavoratore le scarpe antiinfortunistiche, il lavoratore le deve necessariamente portare. Punto e basta.
Se il lavoratore è o diventa portatore di patologie che controindicano temporaneamente o permanentemente l'uso delle calzature antiinfortunistiche, il lavoratore per me è temporaneamente o permanentemente NON IDONEO a tutte le mansioni che prevedono l'uso di calzature antiinfortunistiche, per cui se è possibile, compatibilmente con le esigenze e l'organizzazione aziendale, verrà adibito (sempre temporaneamente o permanentemente) ad altre mansioni compatibili (per cui non è obbligatorio l'uso dei DPI in questione). Se ciò non è possibile, il lavoratore è NON IDONEO.
Se il lavoratore necessita di un paio di calzature diverse da quelle fornite dall'Azienda, perchè portatore di patologie (documentate)
che richiedono l'uso di calzature (antiinfortunistiche) con caratteristiche particolari (ad es. pianta più larga, più leggere, ecc.), io certifico che è IDONEO CON PRESCRIZIONI e "necessita di calzature antiinfortunistiche alternative rispetto a quelle fornite dall'Azienda".
Tutte le mie valutazioni si attivano eventualmente SOLO dopo che il lavoratore mi richiede una visita medica, dando per scontato che chi non chiede una visita medica non ha problemi e quindi deve indossare i DPI che gli vengono forniti. Ricordo che il lavoratore è obbligato per legge a indossare i DPI e il DDL/dirigente/preposto ha l'obbligo di vigilare che essi vengano indossati.
In sede di visita medica, relativamente alle scarpe antiinfortunistiche, tendo a trascurare i cerificati dei medici curanti o comunque le cosiddette "esenzioni", che in base a quanto detto prima chiaramente per me non esistono.
Prendo ovviamente in considerazione patologie documentate da colleghi specialisti, o anche i certificati dei medici curanti quando li ritengo "adeguati" e quindi supportati da riferimenti a visite specialistiche o esami diagnostici o comunque quando contengono diagnosi di patologie precise e "verosimili".

medlavorotar

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  • Re: Scarpe antinfortunistiche e giudizio di idoneità
  • (19/11/2008 20:23)

Sono d'accordo nel fatto che qualsiasi evento che non permetta l'uso di scarpe antinfortunistiche in luoghi ove queste siano obbligatorie il lavoratore debba essere ritenuto TEMPORANEAMENTE O PERMANENTEMENTE INIDONEO .Ciò dipende dalla patologia accusata nel non uso.
Condivido che i certificati dei medici curanti debbano avere valore solo se accompagnati da documentazione sanitarie (accertamenti vari e consulenze specialistiche) e che il lavoratore richieda la vista del medico aziendale qualora ritenga di non indossare i DPI.
Il problema che vorrei portare in discussione è questo:
Qualora il soggetto lavoratore risultasse inidoneo temporaneamente all'uso di scarpe antinfortunistiche per patologie sovravvenute indipendenti dalle calzature antinfortunistiche ,l'assenza dal lavoro deve essere certificata dal medico curante e inviata dal lavoratore allINPS per l'indennizzo del periodo di malattia oppure è il datore di lavoro che deve inviare all'INPS la certificazione di temporanea inidoneità rilasciata dal medico competente per l'indennizzo del lavoratore non temporaneamente idoneo all'uso del DPI?

"vi sono due obiettivi nella vita:
primo- ottenere ciò che vuoi e poi godertelo.
SOLO I PIU' SAGGI RIESCONO A PERSEGUIRE IL SECONDO." ---Logan Smith

gianlucalasagni

gianlucalasagni
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  • Re: Scarpe antinfortunistiche e giudizio di idoneità
  • (19/11/2008 20:51)

medlavorotar il 19/11/2008 08:23 ha scritto:
Sono d'accordo nel fatto che qualsiasi evento che non permetta l'uso di scarpe antinfortunistiche in luoghi ove queste siano obbligatorie il lavoratore debba essere ritenuto TEMPORANEAMENTE O PERMANENTEMENTE INIDONEO .Ciò dipende dalla patologia accusata nel non uso.
Condivido che i certificati dei medici curanti debbano avere valore solo se accompagnati da documentazione sanitarie (accertamenti vari e consulenze specialistiche) e che il lavoratore richieda la vista del medico aziendale qualora ritenga di non indossare i DPI.
Il problema che vorrei portare in discussione è questo:
Qualora il soggetto lavoratore risultasse inidoneo temporaneamente all'uso di scarpe antinfortunistiche per patologie sovravvenute indipendenti dalle calzature antinfortunistiche ,l'assenza dal lavoro deve essere certificata dal medico curante e inviata dal lavoratore allINPS per l'indennizzo del periodo di malattia oppure è il datore di lavoro che deve inviare all'INPS la certificazione di temporanea inidoneità rilasciata dal medico competente per l'indennizzo del lavoratore non temporaneamente idoneo all'uso del DPI?

Premetto che non mi è capitato fino ad ora un caso del genere. Nei pochi casi in cui un lavoratore è risultato a mio parere temporaneamente non idoneo all'uso delle calzature antiinfortunistiche sono sempre riuscito a far spostare (temporaneamente) il lavoratore stesso ad altre mansioni compatibili. Nella maggior parte dei casi mi capita che il lavoratore mi presenti delle certificazioni secondo cui non vanno bene le scarpe in dotazione e li risolvo facendole sostituire con altre ergonomicamente più adeguate alla patologia del lavoratore.
Al tuo quesito risponderei che, per quanto ne so io, è il medico curante che apre la malattia, quindi spetta a lui inviare il certificato all'INPS. Io penso che nel certificato di idoneità scriverei "TEMPORANEAMENTE NON IDONEO: si invia al curante per i provvedimenti del caso", magari scrivendo due righe o telefonando al curante stesso per spiegargli il problema.

rossogl

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  • Re: Scarpe antinfortunistiche e giudizio di idoneità
  • (20/11/2008 09:29)

francosic il 19/11/2008 07:16 ha scritto:
Non è detto che sia obbligatorio l'uso delle scarpe antinfortunistiche nella posa di un pavimento (suppongo si tratti di piastrelle più o meno grandi e pesanti).Suggerirei di chiedere all'RSPP se ha utilizzato l'all. VIII dell'81/08. Potrebbe essere che organizzandosi un po' meglio, in una prima fase il lavoratore si prepara i pacchi di piastrelle (utilizzando le scarpe antinfortunistiche) e durante la posa ne fa a meno. Anche perchè effettivamente utilizzare normali scarpe antinfortunistiche in ginocchio e coi piedi piegati, è proprio un supplizio!

No ... ovviamente avevo già consultato sia l'RSPP (che tra l'altro è tra le persone che mi hanno segnalato il caso) sia il DVR ed il rischio c'è, anche perchè è sufficiente una singola piastrella che ti casca sul piede per fratturarti un dito, non solo ma un lavoratore che "fatica a mettersi" le scarpe antinfortunistiche, difficilmente si porta due tipi di scarpe e le cambia al bisogno (il lavoratore compie numerose altre mansioni, oltre la posa, che richiedono l'impiego di scarpe antinf).

Ringrazio tutti per le opinioni espresse.
Buon lavoro

medlavorotar

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  • Re: Scarpe antinfortunistiche e giudizio di idoneità
  • (24/11/2008 19:53)

gianlucalasagni il 19/11/2008 08:51 ha scritto:

Premetto che non mi è capitato fino ad ora un caso del genere. Nei pochi casi in cui un lavoratore è risultato a mio parere temporaneamente non idoneo all'uso delle calzature antiinfortunistiche sono sempre riuscito a far spostare (temporaneamente) il lavoratore stesso ad altre mansioni compatibili. Nella maggior parte dei casi mi capita che il lavoratore mi presenti delle certificazioni secondo cui non vanno bene le scarpe in dotazione e li risolvo facendole sostituire con altre ergonomicamente più adeguate alla patologia del lavoratore.
Al tuo quesito risponderei che, per quanto ne so io, è il medico curante che apre la malattia, quindi spetta a lui inviare il certificato all'INPS. Io penso che nel certificato di idoneità scriverei "TEMPORANEAMENTE NON IDONEO: si invia al curante per i provvedimenti del caso", magari scrivendo due righe o telefonando al curante stesso per spiegargli il problema.

Il fatto è che un collega ortopedico ha prescritto per spine calcaneari bilaterale ad una bobinatrice la sospensione dell'indossare scarpe antinfortunistiche per 3 mesi senza problemi per l'attività lavorativa.Il datore di lavoro ha chiesto il mio parere .Ho ritenuto il soggetto temporaneamente inidoneo alla mansione specifica.Non essendo possibile spostare l'operaia in altri settori,in quanto in tutta l'azienda eccetto l'amministrazione vige l'obbligo di indossare scarpe antinfortunistiche,chi deve indennizzare l'operaia per l'assenza dal lavoro l'INPS o L'azienda essendo partita da me la non idoneità?

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Picpus

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  • Re: Scarpe antinfortunistiche e giudizio di idoneità
  • (24/11/2008 22:59)

A mio modesto parere, se la mansione richiede la scarpa antinfortunistica, il lavoratore non può esservi impiegato se non può portare la medesima calzatura, quindi va fatto non idoneo alla mansione. Se la causa è temporanea, anche la inidoneità sarà temporanea. Io ritengo anche che debba essere l'INPS a farsi carico della malattia per il tempo necessario, salvo ovviamente dimostrazione di correlazione causale con il lavoro svolto, nel qual caso subentra l'INAIL. Questo è solo un mio parere, ma gradirei eventuali smentite, possibilmente documentate.

"La cosa più incomprensibile dell'universo è il fatto che l'universo sia comprensibile" A. Einstein

diotallevi

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  • Re: Scarpe antinfortunistiche e giudizio di idoneità
  • (27/11/2008 17:38)

Mi son capitate spesso inidoneità temporanee per impossibilità all'utilizzo delle scarpe antinfortunistiche e ha sempre coperto l'INPS senza obiezioni.

Ultimamente sono incorso in soggetto con gravissima forma di piede cavo bilaterale e legero varo-equinismo; l'ortopedico gli ha prescritto plantari e scarpe su misura da 600 euro che lui non acquista per difficoltà economiche; questa voltà nonostante le mie convinzioni mi sono trovato in grossa difficoltà; ho già chiesto l'acquisto da parte dell'azienda delle migliori scarpe sul mercato ma sò già che il problema non si risolverà; a vostro avviso, prima di inviarlo in commissione ex art. 5, è possibile seguire la via dell'invalidità civile?
Più in particolare, una volta riconosciuta un'invalidità, l'INPS può aiutarlo nell'acquisto del plantare e della scarpa su misura?

gianlucalasagni

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  • Re: Scarpe antinfortunistiche e giudizio di idoneità
  • (27/11/2008 21:21)

diotallevi il 27/11/2008 05:38 ha scritto:
Mi son capitate spesso inidoneità temporanee per impossibilità all'utilizzo delle scarpe antinfortunistiche e ha sempre coperto l'INPS senza obiezioni.

Ultimamente sono incorso in soggetto con gravissima forma di piede cavo bilaterale e legero varo-equinismo; l'ortopedico gli ha prescritto plantari e scarpe su misura da 600 euro che lui non acquista per difficoltà economiche; questa voltà nonostante le mie convinzioni mi sono trovato in grossa difficoltà; ho già chiesto l'acquisto da parte dell'azienda delle migliori scarpe sul mercato ma sò già che il problema non si risolverà; a vostro avviso, prima di inviarlo in commissione ex art. 5, è possibile seguire la via dell'invalidità civile?
Più in particolare, una volta riconosciuta un'invalidità, l'INPS può aiutarlo nell'acquisto del plantare e della scarpa su misura?

Secondo me l'acquisto della calzatura (in quanto DPI) spetta sempre al DDL: se è necessario che il lavoratore sia dotato di scarpe antiinfortunistiche su misura il datore di lavoro le dovrà acquistare.
Il plantare (sempre secondo me) è un discorso diverso: non è un DPI di fatto, e di solito deve essere utilizzato anche nelle calzature normali, non solo in quelle antiinfortunistiche, per cui quello secondo me è a carico del lavoratore. Comunque in molte mie aziende (di solito quelle più piccole) il DL fornisce "spontaneamente" anche eventuali plantari se necessari.
Non so sinceramente cosa succede in caso di invalidità civile (o INAIL).

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